“
La pre-adolescenza oggi.
Ragazzi
sospesi tra la tranquillità
dell’infanzia
La
preadolescenza è un periodo della vita di tutti, nel quale accadono delle cose
capaci di creare uno sconvolgimento generale nel
corpo nel pensiero, e nel
comportamento. Quest’età di
“sospensione”, o di transizione,
segna il passaggio, per il
bambino, dal mondo delle fiabe al mondo
reale, non più costellato da miti e idealizzazioni, ma abitato da persone non sempre forti e
valorosi, come nelle favole, ma spesso fragili,
imperfetti e confuse. E’ la fase
del grande salto nella realtà, dove
i genitori, per primi vengono spogliati
dalle idealizzazioni precedenti : “ mio papà è un eroe!!” è una frase che il bambino non dice più!! Si deve a Blos la suddivisione
dello sviluppo in questo specifico periodo (che coincide con la scuola
media), in preadolescenza, adolescenza e tarda adolescenza: ogni fase ha le
proprie caratteristiche e contiene in se gli elementi precedenti a quella
successiva.
Mentre l’adolescenza è l’età in bilico tra
l’infanzia e l’età adulta, la preadolescenza è la fase di transizione tra
l’infanzia e l’adolescenza. In questa fase inizia ad abbozzarsi il proprio modo di essere, la propria IDENDITA’, per poi definirsi nella fase
successiva, quella adolescenziale
(quando tutto procede bene!).
Il
principale compito di sviluppo a cui il preadolescente è
chiamato è la costruzione di una
identità autonoma (che sia sua, e
non dei suoi genitori , o come se o come chi!!) che gli permetterà l’ingresso
nel mondo degli adulti, in una fase
successiva, durante l’adolescenza. Per
fare questo, però, egli deve gradualmente abbandonare
le sicurezze dell’infanzia, il gioco e la spensieratezza, per fare spazio
al percorso che porta all’autonomia. I bambini/ragazzi sentono che in loro sta
accadendo qualcosa di importante ma sono impreparati ad affrontarlo; disarmonia, movimenti goffi, impaccio,
sono tutte sensazioni corporee che accompagnano la costruzione di una nuova
immagine di sé ancora acerba. Lo
sviluppo puberale ( per le bambine il menarca e per i maschetti lo
spermarca ) ha un costo energetico molto alto: rimane poca energia da investire
nella scuola. Può verificarsi un calo nel rendimento scolastico scarsa
motivazione e difficoltà ad accettare le regole istituzionali.
E’, infatti, proprio intorno agli 11/13 anni che inizia per i
ragazzi la fatica di definire la propria
identità da tanti punti di vista : identità caratteriale, sociale, sessuale, relazionale, affettiva. Tutto
questo non è sicuramente indolore, in
quanto caratterizzato da una profonda trasformazione. Ogni trasformazione porta
inevitabilmente la sofferenza/inquietudine
di dover lasciare dietro di se il vecchio,
e la novità di stare con ciò che sta nascendo ora. Ecco perché nel gergo popolare i ragazzi in
questa fase sono considerati “ne carne ne pesce” In
realtà questa definizione è vera, per certi aspetti, solo a metà,
in quanto, loro, i ragazzi, hanno
già una identità, anche se ancora in fase di germoglio e da definire. La
sofferenza, di cui accennavo prima, è relativa alla copresenza di forze opposte che spingono il ragazzo in due direzioni diverse : una che va
verso la Dipendenza, e l’altra che
va verso l’Autonomia. “ Tanto più io
grido in faccia ai miei genitori che sono grande e non ho più bisogno di loro,
più ne sento dopo il bisogno, ma non lo voglio ne ammettere ne dirglielo”! La condizione che vive il ragazzo è quella di
un’ambivalenza tale che non
disorienta solo i genitori, che spesso non sanno cosa fare, ma anche lui in
quanto oggi dice “ lasciami stare “ e domani “ mi hai lasciato solo, perché?” Il ragazzo vive una sofferenza
fisiologica che è inevitabilmente condizionata dal tipo di società nel quale
oggi viviamo. Non facciamo letture unidirezionali, come se il problema è solo del preadolescente
o della famiglia. Sappiamo tutti di vivere all’ interno di un sistema sociale complesso dove
coesistono elementi spesso antagonisti tra di loro come ad es. l’ordine e il
disordine il certo e l’incerto la stabilità e la precarietà ecc.
Non è un caso che il famoso sociologo
contemporaneo Baumann, definisca la società
di oggi “liquida” e inaffidabile per tutte le trasformazioni che si
susseguono così rapidamente da non permettere un adeguato adattamento. Questo è
vero per noi adulti immaginiamo per un preadolescente!!! La liberalizzazione
delle droghe e la legittimazione di tante realtà innaturali ( convivenze,
separazioni, interventi scientifici per favorire la procreazione ecc.) ci porta
inevitabilmente a perdere i confini tra
ciò che è lecito e ciò che
appartiene al mondo della devianza. I
giovani oggi, credo, e non solo io, che
siano vittime di questa enorme confusione!! La mancanza
di chiari punti di riferimento, la disorganizzazione nella famiglia e l’incoerenza spesso manifestata in
maniera più o meno esplicita dalle varie agenzie educative contribuiscono ad
aumentare quella sensazione di disorientamento che i preadolescenti hanno già
di suo in questa fase. Loro, in realtà, hanno bisogno di chiarezza e di verità; in cambio ricevono messaggi contraddittori e
bugia. Al disagio di chi sta costruendo, a piccoli passi, la propria identità e
il proprio progetto di vita, si
somma, per il giovane di oggi, il disagio
di non trovare sostegno nei principali punti di riferimento, senza l’appoggio dei quali cresce la difficoltà di gestire l’inquietudine che questa fase comporta,
definita CRITICA, e non solo
dagli psicologi!

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