Nell’ultima cena Gesù aveva detto agli Apostoli: “Ora io vi dico la verità: è
bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il
Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò” (Gv 16,7). La
sera del giorno di Pasqua Gesù mantiene la promessa: appare agli Undici riuniti
nel cenacolo, alita su di loro e dice: “Ricevete lo Spirito Santo” (Gv
20,22). Cinquanta giorni dopo, a Pentecoste, si ha “la definitiva manifestazione
di ciò che si era compiuto nello stesso cenacolo già la domenica di Pasqua” (Dom.
et viv., 25). Il libro degli Atti degli Apostoli ci ha conservato la
descrizione dell'evento (cfr At 2,1-4). Riflettendo su questo testo,
possiamo percepire qualche tratto della misteriosa identità dello Spirito
Santo.
E’
importante innanzitutto cogliere il nesso tra la festa ebraica della Pentecoste
e la prima Pentecoste cristiana. All’inizio
la Pentecoste era la festa delle sette settimane (cfr Tb 2,1), la festa
della mietitura (cfr Es 23,16), quando si offriva a Dio la primizia del
grano (cfr Nm 28,26; Dt 16,9). Successivamente la festa ha
ricevuto un nuovo significato: è divenuta la festa dell’alleanza che Dio aveva
stipulato con il suo popolo al Sinai, quando aveva donato a Israele la sua
legge.
San Luca
narra l’evento della Pentecoste come una teofania, una manifestazione di Dio
analoga a quella del monte Sinai (cfr. Es 19,16-25): rumore fragoroso,
vento potente, lingue di fuoco.
Il messaggio è chiaro: la Pentecoste è il nuovo
Sinai, lo Spirito Santo è la nuova alleanza, è il dono della nuova legge.
Acutamente coglie questo legame sant'Agostino: “C’è un grande e meraviglioso
mistero, fratelli: se fate caso, nel giorno di Pentecoste (i giudei) ricevettero
la legge scritta con il dito di Dio e nello stesso giorno di Pentecoste venne
lo Spirito Santo” (Ser. Mai 158,4). E un padre dell’oriente, Severiano
di Gabala, annota: “Era conveniente che nel giorno in cui fu data la legge
antica, in quello stesso giorno fosse data la grazia dello Spirito Santo” (Cat.
in Act. Apost. 2,1).
Si compie
così la promessa fatta ai padri. Leggiamo nel profeta Geremia:“Questa sarà l’alleanza che io concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore” (Ger 31,33).
E nel profeta Ezechiele: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio Spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei precetti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi”
(Ez 36,26-27).
In che modo
lo Spirito Santo costituisce la nuova ed eterna alleanza? Togliendo il peccato
e riversando nel cuore dell’uomo l’amore di Dio : “La legge dello Spirito che
dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato che dà la morte”
(Rm 8,2). La legge mosaica additava degli obblighi, ma non poteva
cambiare il cuore dell’uomo. Occorreva un cuore nuovo, ed è appunto quello che
Dio ci offre in forza della redenzione operata da Gesù. Il Padre toglie il
nostro cuore di pietra e ci dona un cuore di carne, come quello di Cristo,
animato dallo Spirito Santo che ci fa agire per amore (cfr Rm 5,5).
Sulla base di questo dono si instaura la nuova alleanza tra Dio e l’umanità.
San Tommaso afferma acutamente che lo Spirito Santo stesso è la Nuova Alleanza,
operando in noi l’amore, pienezza della legge (cfr Comment. in 2 Cor
3,6).
A
Pentecoste scende lo Spirito e nasce la Chiesa. La Chiesa è la comunità di
coloro che sono “rinati dall’alto”, “da acqua e da Spirito”, come si legge nel
Vangelo di Giovanni (cfr Gv 3,3.5). La comunità cristiana non è
innanzitutto il risultato della libera decisione dei credenti; alla sua origine
c'è primariamente la gratuita iniziativa dell’Amore di Dio che offre il dono
dello Spirito Santo. L’assenso della fede a questo dono d’amore è “risposta”
alla grazia ed è esso stesso suscitato dalla grazia. Tra lo Spirito Santo e la
Chiesa esiste pertanto un legame profondo e indissolubile. Dice a tal proposito
sant'Ireneo: “Dov’è la Chiesa, là è anche lo Spirito di Dio; e dov’è lo Spirito
del Signore, là è la Chiesa e ogni grazia” (Adv. Haer, 3,24,1). Si
comprende allora l’ardita espressione di sant'Agostino: “Si ha tanto Spirito Santo
quanto si ama la Chiesa” (In Io. 32,8).
Il racconto
dell’evento di Pentecoste sottolinea che la Chiesa nasce universale: è
questo il senso dell'elenco dei popoli -Parti, Medi, Elamiti... (cfr At
2,9-11) - che ascoltano il primo annuncio fatto da Pietro. Lo Spirito Santo è
donato a tutti gli uomini di qualsiasi razza e nazione, e realizza in loro la
nuova unità del Corpo mistico di Cristo. San Giovanni Crisostomo mette in
evidenza la comunione operata dallo Spirito Santo con questa concreta osservazione:
“Chi vive in Roma sa che gli abitanti delle Indie sono sue membra” (In Io.,
65,1; PG 59,361).
Dal fatto
che lo Spirito Santo è “la nuova alleanza”, deriva che l’opera della terza
Persona della Santissima Trinità consiste nel rendere presente il Signore
Risorto e con lui Dio Padre. Lo Spirito infatti esercita la sua azione
salvifica rendendo immediata la presenza di Dio. In questo consiste la
nuova ed eterna alleanza: ormai Dio si è reso raggiungibile da ognuno di noi.
Ciascuno, "dal più piccolo al più grande" (cfr Ger 31,34), è
dotato, in certo senso, della conoscenza diretta del Signore, come
leggiamo nella prima lettera di san Giovanni: “Quanto a voi, l’unzione che
avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che alcuno vi
ammaestri; ma come la sua unzione vi insegna ogni cosa, è veritiera e non
mentisce, così state saldi in lui, come essa vi insegna” (1 Gv 2,27). Si
compie così la promessa fatta da Gesù ai suoi discepoli durante l’ultima cena:
“Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi
insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv
14,26). Grazie allo
Spirito Santo, il nostro incontro con il Signore avviene nel tessuto ordinario
dell'esistenza filiale, nel “faccia a faccia” dell’amicizia, facendo
esperienza di Dio come Padre, Fratello, Amico e Sposo. Questa è la Pentecoste.
Questa è la Nuova Alleanza.
AUGURI
San Giovanni Paolo II
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