venerdì 18 giugno 2021

San Calogero, l'eremita

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Calogero nasce a Calcedonia (oggi corrisponde ad un quartiere moderno di Istanbul) nel 466 d.C.. I suoi genitori erano cristiani e, sin da piccolo, abbracciò gli insegnamenti del Cristianesimo. Il suo nome, Calogero, dal greco significa buon vecchio ed era l’appellativo che indicava gli anacoreti cioè coloro che vivevano appartati in luoghi solitari e in grotte. Alcuni studiosi, pertanto, pensano che il nome del santo eremita Calogero non fosse questo, ma bensì l’appellativo con cui veniva riconosciuto. Altri studiosi comunque sono convinti che fosse proprio il suo nome. Un Santo taumaturgo che nelle immagini sacre viene rappresentato con l’aspetto rassicurante di un vecchio eremita dalla lunga barba bianca e dalla pelle scura, dall’ampio mantello sotto il quale ogni pio devoto può simbolicamente trovare rifugio. San Calogero arrivò in Sicilia, dalla Grecia, per viverci eremita. Dopo un lungo viaggio, approdò a Sciacca, sul Monte Kronos

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Egli era dotato di eccezionali poteri taumaturgici contro gli spiriti maligni. Si racconta che fu sul Monte Gemmariaro che intimò loro di lasciare quei luoghi e che si sentì il monte sussultare fra il fragore delle urla per poi ritornare tutto nella quiete e nella pace di paradiso. Negli ultimi suoi giorni, essendo ormai ultranovantenne, egli non riusciva più a cibarsi, per cui Dio gli mandò una cerva, che con il suo delicato latte lo nutriva. Un giorno il cacciatore, scorgendo l’animale, lo trafisse con una freccia. La cerva riuscì a trascinarsi all’interno della grotta di Calogero e morì fra le sue braccia. Il cacciatore pentito, riconobbe nell’eremita colui che l’aveva battezzato anni prima, gli chiese perdono e Calogero lo portò nella vicina grotta vaporosa, dandogli istruzioni per le proprietà curative di quel vapore e delle acque che sgorgavano da quel monte. Il cacciatore, divenuto suo discepolo, salì spesso sul monte a visitarlo, ma 40 giorni dopo l’uccisione della cerva, trovò il vecchio eremita morto, ancora in ginocchio davanti all’altare.

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Sulla cima del monte di San Calogero, che si leva isolato a pochi chilometri da Sciacca, nella Sicilia sud-occidentale, un santuario barocco, dov’è custodita la statua dell’omonimo eremita scolpita nel 1538 da Antonello e Giacomo Cagini, è la meta del pellegrinaggio che si svolge il lunedì dopo la Pentecoste e si conclude con un processione eucaristica. L’usanza risale al 1578 quando Sciacca fu colpita da continue scosse di terremoto. I cittadini, atterriti, promisero a san Calogero che se avesse fatto cessare quel flagello, ogni anno avrebbero portato in processione la sua statua. La festa degenerò presto in una specie di baccanale, sicché i reduci dalla processione vennero chiamati ironicamente i leti.
Secondo la tradizione san Calogero visse per trentacinque anni in una grotta del monte dove morì a novantacinque anni, la sera del 17 giugno 561, che secondo il calendario medievale era già il 18 giugno perché il giorno legale cominciava mezz’ora dopo il tramonto: sicché nel Martirologio Romano è festeggiato il 18 giugnoSan Calogero è venerato in Sicilia per i suoi numerosi miracoli, specialmente nel campo della guarigione. Si narra che abbia compiuto guarigioni da malattie, attrite e che abbia anche operato il miracolo della parola in un bambino muto. La sua intercessione è richiesta anche per guarire dall'ernia, specialmente nei bambini, e per allontanare i terremoti.
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PREGHIERA A SAN CALOGERO

0 Dio per mezzo di Gesù
 Tuo Figlio e nostro Signore,
nello Spirito Santo Dio che hai mostrato 
a tutti che è Signore e da la vita,
Ti ringraziamo dei Tuoi innumerevoli doni.

In particolare 
Ti lodiamo per averci dato,
modello e protettore, 
San Calogero che per amore a Te,
nelle nostre contrade,
ha servito i fratelli 
guarendoli nell’anima e nel corpo.

Per sua intercessione proteggici
sul suo esempio, donaci di cercare Te
sopra ogni cosa e di trovarti 
nell’attenzione alla Tua parola,
nella preghiera, in un ordinato uso delle cose,
nel servizio ai fratelli.
Amen

(Composta da Sua Ecc. Rev.Mons. Ignazio Zambito Vescovo di Patti)

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