PARROCCHIA MARIA SS.DELLE GRAZIE
Corleone
Venerdì 03/02/ 2023
Sesto incontro
🦚
“Sappiate questo, fratelli miei carissimi:
che ogni uomo sia pronto ad ascoltare e lento a parlare”
( Giac 1:19)
" La fede nasce dall'ascolto "
Rom.10,17
e l' AMORE ? ? ?
🦚
Se Parlare è un mezzo
per esprimere se stessi agli altri,
Ascoltare è un mezzo per accogliere
gli altri ( dove? ) in se stessi !!!
🦚
"La ragione
per cui abbiamo
due orecchie
ed una sola bocca
è che dobbiamo
ascoltare di più,
parlare di meno.”
Zenone, filosofo greco
🦚
Premessa
Per comunicare in maniera efficace è necessario saper ascoltare. L’ascolto ci mette in relazione con l’altro, con noi stessi e con Dio, tre dimensioni interconnesse e imprescindibili. Del resto sappiamo che la fede è relazione personale con Dio. Un INCONTRO con Lui, in primis nasce dall’ascolto della SUA PAROLA e poi attraverso i Sacramenti. Il tema che OGGI vogliamo fare oggetto della nostra riflessione è proprio l’importanza che ha l' ascolto in ogni relazione, a partire da quella che abbiamo con Dio e successivamente in quella d'amore. Comunicare e ascoltare sono gli INGREDIENTI PRINCIPALI di ogni tipologia di rapporto e soprattutto in quello di coppia. Troppo spesso però ce ne dimentichiamo. La comunicazione è sempre un processo a due vie: un dialogo tra una persona che parla e una che ascolta. Senza ascolto, infatti, non c’è comunicazione. L’intesa di coppia presuppone una grande disponibilità all’ascolto.
URGE COMPETENZA!!! E' vero, siamo essere interdipendenti, collegati gli uni altri altri ed abbiamo la necessità di creare rapporti pieni, empatici fatti di comunicazione attiva ma soprattutto basati sulla reciprocità. Molte difficoltà nella comunicazione nascono dal fatto che chi parla e chi ascolta non sono connessi e utilizzano un insieme di significati diversi. L’ascolto infatti non corrisponde alla sola funzione fisiologica di attivare l’udito: ogni volta che ascoltiamo un’altra persona più o meno inconsapevolmente carichiamo le sue parole dei nostri giudizi, delle nostre opinioni, del nostro modo di intendere le cose. Per questo comunicare è così difficile.😓 Le parole non hanno significati uguali per tutti! Ascoltare è molto di più che stare tranquillamente seduto accennando di si con il capo, significa far sapere a chi sta parlando che siamo interessati a ciò che ci sta dicendo. Ogni persona, in coppia, dovrebbe chiedersi: ma io ascolto veramente il mio partner ? Come e quanto gli presto davvero attenzione? In terapia di coppia, arrivano spesso coppie che hanno smesso di comunicare, di guardarsi, di capirsi.
La capacità di ascolto si può dividere in 4 aree caratterizzati da determinati comportamenti. Li tratteremo brevemente con l'impegno di ciascuno di riflettere su quali livelli in realtà si rivede maggiormente:
- ASCOLTO PASSIVO Si ascolta passivamente e a scatti, sintonizzandosi alternativamente sulla conversazione poiché poco consapevoli o poco interessati. Si presta poca attenzione, si interrompe, fingendo attenzione invece pensa ad altro, formula giudizi, replica o consiglia. Sono i tipici ascoltatori dallo sguardo assente! Spesso chi ha questa modalità NEGA , fingendo di avere capito l'interlocutore.
- ASCOLTO INTERMITTENTE Chi ascolta lo fa in superficie senza capire i significati più profondi di quello che l'altro sta dicendo, rimanendo emotivamente distaccati dalla conversazione. L’ascolto a questo livello porta a incomprensioni pericolose perché chi ascolta è concentrato solo superficialmente su ciò che si dice. A questo livello, chi parla può essere indotto a due tipologie di reazioni: SUBIRE PASSIVAMENTE O A REAGIRE, dipende dal tipo di relazione instaurata.
- ASCOLTO EMPATICO L’ascolto empatico è quell’abilità che va oltre le parole e ci consente di comprendere e condividere le emozioni del nostro partner. Chi ascolta in modo empatico si astiene dal giudicare chi parla e si mette nei panni dell’altro, tentando di vedere le cose dal punto di vista dell’interlocutore. E’ attento e presente non si distrae, ponendo attenzione a tutta la comunicazione anche al linguaggio del corpo, in maniera empatica. Il mondo di chi ascolta e il mondo di chi parla sono due mondi diversi. Ognuno ha le sue storie, un suo passato, amici differenti e sensibilità diverse. L'ascolto empatico può compiere il miracolo e creare un ponte tra questi due mondi, un ponte che porterà tutti nella direzione di un legame più forte, di una maggiore efficacia nel comunicare. L’ascolto efficace richiede che chi ascolta mostri, sia verbalmente sia non verbalmente, che sta realmente ascoltando. Inoltre. . . se le relazioni sono chiare, è più facile che un rapporto possa crescere.
- ASCOLTO ATTIVO/SUPPORTIVO=METACOMUNICAZIONE. Metacomunicare significa comunicare sulla comunicazione (andare oltre i contenuti) spostandosi dal contenuto alla relazione. L’ascolto non è solo stare in silenzio dimostrando interesse e empatia. Dopo che hai lasciato spazio al tuo interlocutore, hai messo da parte tutto ciò che vorresti dire ed hai dimostrato chiaramente il tuo interesse e la tua empatia, è necessario fare un ulteriore passo. L’ascolto deve essere attivo. Significa ripetere un concetto con le tue parole per avere conferma di avere capito bene. Significa anche fare domande per chiarire meglio cosa l’altro vuol dire. Insomma l’ascolto è una attività in piena regola, che richiede competenza e impegno. Oltre a partecipare attivamente a ciò che l’altro dice chi usa l’ascolto attivo adopera un linguaggio verbale e non verbale in sintonia con quanto l’altro afferma, fornisce feedback (es: annuisce con il capo quando è concorde o quando ha capito quello che gli viene detto), evita di interrompere (a meno che non sia strettamente necessario/per chiedere ulteriori informazioni che chiariscano il contenuto), fa sentire la persona ascoltata e compresa, fa domande prima di trarre conclusioni, usa la parafrasi (ripete quello che viene detto con parole proprie) ed alla fine riassume quanto detto chiarificando il messaggio ricevuto (es: “se ho capito bene…” oppure “correggimi se sbaglio, da quanto mi hai detto ho capito che…”). Quanti di noi quotidianamente usano l’ascolto attivo? Quanti di noi si sono sentiti ascoltati attivamente nella coppia nell’ultimo periodo?
Le ultime due modalità/competenze se possedute portano la coppia verso il contatto pieno e la costruzione del famigerato quanto imprescindibile NOI
P ON T E S AC R O
🦚
Comunicare è saper ascoltare
Per essere compresi è necessario saper comunicare e ascoltare perché il dialogo è un ponte sacro tra lui e lei. Abbiamo precedentemente detto che non c'è dialogo senza ASCOLTO ( non un ascolto qualunque ma ascolto attivo/empatico/corporeo). Ho visto ponti disintegrarsi a causa della slealtà, dell’egoismo, della mancanza di ascolto e di reciprocità. Per comunicare più che delle parole abbiamo bisogno di ascoltare il cuore. Ho visto fortunatamente anche persone sentirsi comprese ricevendo SOLO un semplice abbraccio. Bisogna non solo ascoltare le parole dell’interlocutore, ma anche leggere i segnali del corpo, il para-verbale e il non verbale. Leggere i silenzi, i suoni, i trasalimenti. ASCOLTARE è un’arte – l’arte dell’ascolto – perché il vero ascolto non è per niente facile. Infatti, è impegnativo mettersi volontariamente da parte per fare spazio all’altra persona; spesso si fa lo sbaglio di ascoltare l'altro solo per metà, di perdersi nei meandri dei propri pensieri.
Per rispondere alla domanda iniziale. . . . .
Ascolto significa tanto, significa tutto, significa essere capaci di AMARE: prestare attenzione, rispettare l'altro, osservare, percepire, sentire.
Quante volte ci è capitato di non sentirci ascoltati dalla persona che abbiamo di fronte? Diversi i segnali che ci fanno capire la disattenzione del nostro interlocutore: lo sguardo perso, l’attenzione rivolta al cellulare o allo schermo del pc. ecc. ecc. Quante volte, però, anche noi non abbiamo ascoltato davvero quanto il nostro partner cercava di dirci qualcosa di sè? Magari preoccupati d' altro. . . .
L'ASCOLTO E' RELAZIONALE
Quando affrontiamo il tema della comunicazione e dell'ASCOLTO implicitamente stiamo anche toccando l’argomento delle relazioni: l’atto comunicativo è infatti un atto relazionale. Nella mia esperienza clinica con le coppie ho incontrato diverse realtà che condivise possono aiutarci a sintonizzarci in maniera diretta sull'importanza di saper comunicare/ascoltare bene.
ESPERIENZE DI STILI RELAZIONALI
Ogni coppia è un mondo a sé stante. Ciascuna relazione, infatti, ha caratteristiche uniche a seconda delle persone che formano la coppia e del tipo di rapporto che si crea fra i due partner. Le tipologie di coppia più frequentemente incontrate nel setting terapeutico sono 4:
- La coppia conflittuale
In questo tipo di coppia ho riscontrato come caratteristica principale, la competizione poiché più che la voglia di uno scambio comunicativo, prevale la voglia di mettere in risalto gli sbagli ed i limiti dell’altro, per poi svalutare i suoi bisogni.
Non c’è ascolto, non c’è comprensione, ma solo voglia di conflitto: paradossalmente è proprio tramite il conflitto, che i partner non possono fare a meno l’uno dell’altro. Questa modalità relazionale competitiva è appresa all’interno del proprio setting familiare, dove vige competizione e tanta aggressività. Questo rapporto è come una guerra, nella quale ognuno dei due partner vuole imporsi sull’altro. Amore e odio, pace e conflitto, attrazione e rifiuto. In questo tipo di coppia probabilmente i partner litigano spesso e, in alcuni casi, si sono lasciati o hanno pensato di farlo. Nonostante ciò, nella maggior parte delle volte, la coppia si contraddistingue per la grande passione e l'attrazione fra i partner che, per questo, non riescono a lasciarsi definitivamente. Gli alti e bassi rendono questo tipo di relazione difficile da mantenere e da sostenere per lunghi periodi.
- La coppia simbiotica
Questa tipologia di coppia sembra essere la più felice o le più bella del mondo: spesso ho osservato che si scambiano costantemente effusioni . .. .. fanno tutto insieme: una coppia di simbiotici, insomma.
La caratteristica principale riscontrata è la reciproca dipendenza e il fatto che, più che di due individui, sembra di essere in presenza di un’unica mente e di un unico corpo; in queste coppie manca il litigio e manca la diversità di opinioni: è come se a prendere decisioni fosse una persona solamente, e non due persone: per questo manca il vero dialogo e conseguentemente l'ascolto.
Qui i due partner sembrano essere due bambini che si rassicurano a vicenda: per questo uno è la forza dell’altro. Ma la mancanza di dialogo, come possiamo immaginare, non può che portare ad un appiattimento emotivo, oltre che sessuale: i due partner non sanno stare l’uno senza l’altro, ma non sanno stare nemmeno troppo vicini. Questo tipo di coppie non ama le sorprese o i viaggi e spesso ha rapporti conflittuali con le proprie famiglie.
- La coppia drammatica
Il dramma (in tutte le sue caratterizzazioni) è il terzo incomodo di questa coppia. I partner vivono in un vortice di emozioni, spesso negative, magari legate a un evento esterno o alla gelosia: sono sempre alla ricerca di conferme. Questo tipo di relazione confonde il romanticismo con il dramma e spesso i partner sono dipendenti l'uno dall'altro. Ovviamente non è un tipo di relazione che può durare a lungo, per questo hanno il doppio delle probabilità di lasciarsi rispetto agli altri tipi di coppie. Il livello alto di ansia mette in crisi la fiducia, perché chi vive l’ansia il più delle volte tenderà ad anticipare scenari negativi e catastrofici andando a mettere spesso la relazione in discussione. Oltre alla fiducia, l’ansia ridurre la capacità di comunicazione e di ascolto: chi vive l’ansia infatti tende a sentirsi insicuro e tende a non esprimere i propri stati d'animo, riducendo i momenti felici e positivi. Inoltre, uno dei partner è spesso chiamato ad avere un ruolo di “aiuto/accudimento” che, per la mia esperienza professionale, ha la funzione di mantenere il tempo della “relazione” fermo, ovvero non si affrontano problemi, il partner cercherà di trattenersi dal dire ciò che pensa o sente, al fine di mantenere il clima sereno. Quello che non si affronta ci insegue....
- La coppia che sta in silenzio
Il silenzio in una relazione può voler dire molte cose. Alcune volte il silenzio è un sintomo, un S.O.S. le cui cause RICADONO IN EGUALE MISURA su entrambi i partner: c’è una guerra fredda in atto. C’è stata una mancanza, un problema, una questione irrisolta, così che il silenzio diventa una reazione/conseguenza ( rabbia inespressa o meglio, espressa silenziosamente,) tra i due. Nessuno fa il primo passo. Il silenzio utilizzato come arma lascia delle cicatrici nel rapporto di coppia. Spesso è causa di risentimenti e genera divisione e solitudine: quando cadiamo in questa tipologia di errore il partner viene percepito o ci percepisce emotivamente distante. La persona che è vittima del silenzio si sentirà confusa, frustrata e persino colpevole. ATTENZIONE!!!
Contrariamente a quanto si possa credere, tra le basi di un rapporto di coppia SANO, rientra come importante, anzi fondamentale, il SAPER litigare. Certo, stiamo parlando di litigi condotti correttamente, le critiche, gli atteggiamenti, i toni, il disprezzo e la violenza in ogni sua forma devono essere evitati. Saper litigare è importante! Non è banale perché il rischio sarebbe quello di chiudersi nel silenzio rinunciando alle proprie ragioni oppure manifestando in modo controproducente ciò che si prova e che si pensa. La vita a due comporta momenti di grande gioia ma anche la fatica nel trovare un punto di incontro, un confronto in cui affrontare i problemi, punti di vista differenti, gusti e aspettative lontane tra loro. Molte coppie credono erroneamente che evitare di discutere questioni delicate significhi evitare una discussione, e che, a sua volta, questo sia un bene per la loro relazione.
Tuttavia, non c'è niente di più sbagliato. L'errore più grande che le coppie fanno è "l'evitare". Il successo di una relazione è determinato dal modo in cui vengono discusse le questioni delicate. Il vero amore richiede lavoro. Il litigio allora diventa qualcosa di fisiologico di fronte alla necessità di due persone distinte di trovare il proprio punto di incontro. Ogni coppia ha bisogno di costruire delle dinamiche di litigio sano in cui si prendono le distanze da tutte quelle dinamiche che contraddistinguono il litigio malato: chiusura, risentimento, distruzione della fiducia, mancanza di comunicazione e ascolto. Imparare a litigare bene significa imparare ad uscire dalle dinamiche di litigio arricchiti nell’amore, entrambi vincitori, con un legame più forte perchè si è dato spazio alla forza dell’amore! Litigare però in modo costruttivo essere cioè in grado di sostenere la presenza aggressiva dell’altro:
presenza aggressiva non significa che l’altro è violento, significa
semplicemente che porta con sé delle tensioni da affrontare insieme.
Come abbiamo potuto vedere, esistono diverse tipologie di coppie e spesso la loro relazione non è esclusiva ma condizionata da molteplici fattori ( relazioni intra-familiari, insicurezze, stili educativi, ecc .ecc.). Ogni individuo ha la propria storia.
I modi in cui comunichiamo e come ascoltiamo sono i nostri biglietti da visita.
“Ascoltare” non significa solo "sentire" le parole dell’altro e comprenderle. Non si riduce alla logica che analizza e comprende. L’ascolto implica riconoscere e accettare l’altro come persona, dando valore e riconoscendone la dignità.
“Ascoltare” significa anche comprendere le emozioni dell’altro e ciò che non viene detto. Saper ascoltare veramente genera fiducia e accoglienza reciproca. È la base di ogni vero rapporto interpersonale e sociale.
"Ascoltare è educazione (non interrompere)" un comportamento fastidioso e poco rispettoso. Se vogliamo comunicare, dobbiamo essere in grado di ascoltare.
"Ascoltare è un talento" fortifica tutte le relazioni, concentra in sè sensibilità, attenzione, intelligenza emotiva, empatia.
"DIALOGO e ASCOLTO sono ARTE" così come è arte il saper ballare, dipingere, cantare, suonare!!!
La Parola accolta
rende gravido
il grembo di colui che la accoglie.
Solo allora la comunicazione
genera vita,
genera AMORE!!!
L’ascolto è proprio il segno dell’amore.
Quando due persone si ascoltano, si amano.
Quando due persone si amano, si ascoltano.
Quando noi amiamo Dio, lo ascoltiamo.
Quando lo ascoltiamo, lo amiamo.
CONCLUSIONE
Le persone in grado di ascoltare veramente sono una rarità. In genere, risultano dei buoni ascoltatori le persone umili, aperte, libere da stereotipie e rispettose, ma anche chi ha compreso l’importanza di saper ascoltare SEMPRE, anche ( soprattutto! )quando si fa fatica a comunicare e comprendersi. Quelle invece che fanno fatica ad ascoltare sono le persone egocentriche, presuntuose e gli arroganti. Per concludere. . . . . l’uomo è linguaggio: è ascolto, silenzio, attesa.
E attendere significa proprio “tendere verso l’altro”, “accoglierlo” non
per giudicarlo, accusarlo, ferirlo, ma per comprenderlo.
Abbracciarlo attraverso parole gentili e ascolto amorevole. Saper comunicare con cura e responsabilità per
costruire un’umanità più umana. Altrimenti diventa un’iniqua perdita di
tempo. Qualsiasi tipo sia la relazione.
PREGHIERA
Nessun commento:
Posta un commento