Con Maria, all’inizio del nuovo anno 2025
L’anno nuovo inizia sotto lo sguardo della Madre di Dio. Il suo essere ammessa nella stessa condizione di vita del suo Figlio
risorto, è una conseguenza della sua fede: Ella
è beata perché ha creduto nell’adempimento di
ciò che il Signore ha detto (Lc 1,45). Lo testimoniano tutte le azioni, discrete e silenziose,
della sua vita, come i Vangeli ci riportano.
Sempre Maria si è comportata come perfetto
modello di chi crede alla promessa del Signore,
di chi crede alla sua particolare parola e
vi fonda la sua vita, le sue scelte, i suoi
comportamenti. Ella è la perfetta persona saggia che ha costruito la sua casa sulla roccia. E la roccia è Cristo, suo Dio e
suo Figlio.
È questo uno degli aspetti della vera
personalità di Maria, della sua umiltà. È
questo il senso anche del nostro essere
cristiani: se vogliamo seguire Cristo,
dobbiamo essere umili, cioè accogliere
la volontà di Dio come guida della nostra
volontà, dei nostri desideri; riconoscere
la nostra condizione di creature piccole
e limitate in modo da lasciare che la nostra vita sia sempre guidata dai desideri
di Dio.
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E così, alla fine della vita, quello
stesso Signore che è stato scelto come
maestro e, quindi, manterrà la sua promessa innalzando gli umili e i piccoli alla stessa condizione del Risorto, come ha fatto per l’umile sua dolce Madre.
Ma, per ottenere questo risultato, dobbiamo, come Maria, vivere da autentici testimoni
della fede, con coerenza e coraggio. È il coraggio che ci viene richiesto quando bisogna compiere un’azione che ai più appare impopolare,
strana o poco vantaggiosa. È la fede in Gesù
Cristo che deve spingerci, in ogni momento
della nostra vita, a seguire i suoi insegnamenti, piuttosto, come invece spesso ci capita, che
le opinioni correnti o le mode del nostro tempo. È l’amore di Cristo che deve spingerci a riconoscerlo davanti agli uomini. Questa testimonianza potrà aiutare ad aprire gli occhi anche di coloro che non hanno conosciuto il
Cristo e a introdurli in un rapporto personale
con lui. Così potranno adempiersi anche per
noi le parole rivolte ai discepoli: “così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al
vostro Padre che è nei cieli” (Mc 5,16).
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Sappiamo bene che il mondo non
sempre accoglie la testimonianza dei cristiani;
anzi, spesso, le è di ostacolo e mostra disistima verso chi, come Maria, vivono una vita
umile e coerente con i propri principi di fede.
Oggi più che mai, infatti, si avverte nella nostra
società, un modo di agire e di pensare che contraddice i principi cristiani e favoriscono un
comportamento che si ispira ad una libertà intesa solo come “assenza di limite”.
Anche noi tocchiamo con mano come questa assenza di limiti produce solo odio, violenza, sopraffazione, ingiustizia e illegalità. Ma
Cristo continua a parlarci e ad incoraggiarci a
non cedere alle tentazioni del male che ci circonda e che sembra soffocarci. Chi si arrende e si fa irretire è come “quell’uomo
stolto che ha costruito la sua casa sulla
sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i
fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono
su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande” (Mt 6,26-27).
Contro questo pericolo che corre la
nostra comunità, abbiamo indetto un
Giubileo speciale per la nostra città e la
nostra Diocesi. In mezzo alle tante difficoltà che ogni giorno dobbiamo affrontare, non possiamo, non vogliamo arrenderci.
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In questa nostra lotta, Maria,
Regina del Giubileo, è modello per tutti
noi. Ella è donna che ha vinto il serpente
ingannatore: “Io porrò inimicizia tra te e
la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3,15).
La vita di Maria, la sua umiltà, la sua fedeltà
all’altissima missione affidatale da Dio, sono i
segni vittoriosi della lotta contro il maligno.
Chiediamo a Lei che questi segni diventino per
noi modello e metodo per affrontare il nostro
combattimento e, alla fine, meritare, come Lei,
di godere la beatitudine eterna nel regno glorioso di Cristo.
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