giovedì 2 gennaio 2025

2025, anno Santo, anno Giubilare, anno della Speranza

 

Con Maria, all’inizio del nuovo anno 2025


Lanno nuovo inizia sotto lo sguardo della Madre di Dio. Il suo essere ammessa nella stessa condizione di vita del suo Figlio risorto, è una conseguenza della sua fede: Ella è beata perché ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore ha detto (Lc 1,45). Lo testimoniano tutte le azioni, discrete e silenziose, della sua vita, come i Vangeli ci riportano. Sempre Maria si è comportata come perfetto modello di chi crede alla promessa del Signore, di chi crede alla sua particolare parola e vi fonda la sua vita, le sue scelte, i suoi comportamenti. Ella è la perfetta persona saggia che ha costruito la sua casa sulla roccia. E la roccia è Cristo, suo Dio e suo Figlio. È questo uno degli aspetti della vera personalità di Maria, della sua umiltà. È questo il senso anche del nostro essere cristiani: se vogliamo seguire Cristo, dobbiamo essere umili, cioè accogliere la volontà di Dio come guida della nostra volontà, dei nostri desideri; riconoscere la nostra condizione di creature piccole e limitate in modo da lasciare che la nostra vita sia sempre guidata dai desideri di Dio. 
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E così, alla fine della vita, quello stesso Signore che è stato scelto come maestro e, quindi, manterrà la sua promessa innalzando gli umili e i piccoli alla stessa condizione del Risorto, come ha fatto per l’umile sua dolce Madre. Ma, per ottenere questo risultato, dobbiamo, come Maria, vivere da autentici testimoni della fede, con coerenza e coraggio. È il coraggio che ci viene richiesto quando bisogna compiere un’azione che ai più appare impopolare, strana o poco vantaggiosa. È la fede in Gesù Cristo che deve spingerci, in ogni momento della nostra vita, a seguire i suoi insegnamenti, piuttosto, come invece spesso ci capita, che le opinioni correnti o le mode del nostro tempo. È l’amore di Cristo che deve spingerci a riconoscerlo davanti agli uomini. Questa testimonianza potrà aiutare ad aprire gli occhi anche di coloro che non hanno conosciuto il Cristo e a introdurli in un rapporto personale con lui. Così potranno adempiersi anche per noi le parole rivolte ai discepoli: “così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mc 5,16). 
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Sappiamo bene che il mondo non sempre accoglie la testimonianza dei cristiani; anzi, spesso, le è di ostacolo e mostra disistima verso chi, come Maria, vivono una vita umile e coerente con i propri principi di fede. Oggi più che mai, infatti, si avverte nella nostra società, un modo di agire e di pensare che contraddice i principi cristiani e favoriscono un comportamento che si ispira ad una libertà intesa solo come “assenza di limite”. Anche noi tocchiamo con mano come questa assenza di limiti produce solo odio, violenza, sopraffazione, ingiustizia e illegalità. Ma Cristo continua a parlarci e ad incoraggiarci a non cedere alle tentazioni del male che ci circonda e che sembra soffocarci. Chi si arrende e si fa irretire è come “quell’uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande” (Mt 6,26-27). Contro questo pericolo che corre la nostra comunità, abbiamo indetto un Giubileo speciale per la nostra città e la nostra Diocesi. In mezzo alle tante difficoltà che ogni giorno dobbiamo affrontare, non possiamo, non vogliamo arrenderci. 
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In questa nostra lotta, Maria, Regina del Giubileo, è modello per tutti noi. Ella è donna che ha vinto il serpente ingannatore: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3,15). La vita di Maria, la sua umiltà, la sua fedeltà all’altissima missione affidatale da Dio, sono i segni vittoriosi della lotta contro il maligno. Chiediamo a Lei che questi segni diventino per noi modello e metodo per affrontare il nostro combattimento e, alla fine, meritare, come Lei, di godere la beatitudine eterna nel regno glorioso di Cristo. 
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