Percorso
di formazione e crescita per Educatori
“Educatori si diventa!!!”
2°Incontro
Diventiamo ciò che siamo.
Diventiamo ciò che siamo.
Conosciamo Noi stessi!”
(Aspirate ai carismi
più grandi)
1Cor.12,21
Martedì 14/05/2013 ore 20.30
Maria Cristina Siino
S. Giovanni Bosco affermava che l’educazione
è cosa del cuore come per dire
che non solo deve essere l’amore a
guidare il suo esercizio, ma è
necessario per l’educatore arrivare al cuore dell’uomo, per
accompagnarlo nella sua crescita!! L’ incontro che vivremo insieme stasera ci
permetterà di entrare “nel vivo” del
percorso che abbiamo deciso di fare e, il titolo, che ho scelto di dargli ne
racchiude tutto o quasi i significati!!“Diventiamo ciò che siamo. Conosciamo noi
stessi!!” (Aspirate ai carismi più grandi) è il tema di stasera! Da
premettere che la scelta del titolo è sempre la più difficile perché a mio
avviso è quello su cui si pone maggiormente l’attenzione e dal quale si formano
di conseguenza le aspettative di ciascuno di noi. Diventare ciò che siamo per me è come
“sbucciare una cipolla”: presuppone cioè di andare fino in fondo anche a costo
di piangere!!! Il modello su cui si articola questo tipo
di formazione per diventare Educatori è, non solo nuovo, se lo mettiamo in relazione al tradizionale modello di trasmissione
dei contenuti ereditato dalla scuola, ma concreto
cioè basato sull’esperienza. Socrate sosteneva che il vero insegnamento
comincia proprio là dove finisce la scuola!!! Più che contenuti, concetti e
teorie in questa sede poniamo sotto i
riflettori noi stessi, in modo AUTENTICO e COERENTE.
All’insegnamento direttivo si sostituisce
un nuovo modo di fare formazione non più centrato sul compito e sui
contenuti ma sulla persona,
sull’espressione dei suoi bisogni, delle idee, emozioni, dubbi, paure ecc. La
centralità dell’interesse si sposta dai
contenuti alla qualità della relazione con
noi stessi e con gli altri, sulla comunicazione efficace e sulla capacità
di problem solving. Diventiamo ciò che
siamo! Significa
per me buttare giù la maschera, smettere di recitare un ruolo che non
ci appartiene, entrare in contatto con
la parte vera di noi stessi, con ciò che realmente pensiamo, con la nostra
vera affettività e con i nostri “fili
scoperti” In una sola frase: ESSERE
SE’ STESSI!!!
Quando una persona accoglie l’invito a diventare “cibo” sa che, per
essere nutriente deve essere autentico e genuino altrimenti il rischio è di
“intossicare” gli altri, oltre che sé stesso!! Il titolo
è esemplificativo di tutto ciò che questa sera faremo insieme. Attraverso un lavoro interattivo, che in psicologia
si chiama Brainstorming (che ci
aiuterà a “tirare fuori” le nostre personali conoscenze teoriche ed
esperenziali) ci soffermeremo su due
PAROLE CHIAVE: Autenticità –Genuinità e Coerenza - Congruenza. Nel
grande gruppo, ciascuno, in piena
libertà, tirerà fuori da sé stesso il suo personale significato, relativamente
a queste parole chiave, accompagnandolo ad un esperienza in particolare. Nei piccoli gruppi ognuno poi
confronterà la sua esperienza con quella degli altri. L’obiettivo è chiaramente diventare
consapevoli di avere ricevuto dei doni che per venire alla luce è necessario
che ci sia da parte nostra non solo il desiderio di conoscersi bene ma anche di
guardare in faccia le nostre piccole o grandi ipocrisie. Un
educatore raggiunge il suo massimo livello, nel tempo, solo dopo essersi
“svuotato” da ciò che non gli appartiene e non è conforme al credo
professato “ Vino nuovo in otri nuovi” E’ autentico quando è capace di essere onesto con sé stesso, di leggere i suoi limiti in chiave evolutiva
( dagli errori si cresce!!), quando è in grado di dire a sé stesso la verità, quando rifiuta di recitare ruoli che non gli appartengono, quando c’è congruenza tra ciò che dice e fa,
quando fa le cose perché le sente e
non perchè “deve”, ecc.
Il
tema di stasera ha anche un sottotitolo che in realtà però è il fondamento stesso
della finalità dell’incontro di stasera; nel brano della lettera ai Corinzi S.
Paolo ci esorta ad andare alla ricerca dei doni che Dio ci ha dato ma soprattutto a
ricercare quello più importante!!! S. Paolo c’è lo spiega bene: parlare in
lingue, avere il dono della profezia, della scienza e quant’altro non serve a
nulla senza la carità. Il fine dei doni
in realtà è proprio la Carità!!!
Il dono Caritas è la prima nota
indispensabile per formare una bella melodia!!! Quando Paolo ci esorta
ad aspirare ai carismi più grandi
intende dirci che non tutti i doni che
abbiamo ricevuto possono essere messi allo stesso livello. Esiste una gerarchia. L’Amore è il dono che muove qualsiasi strumento, senza amore non c’è
servizio. C’è altro.
Un altro aspetto da prendere in
considerazione è che lo Spirito Santo distribuisce i doni ad ognuno come vuole Lui, a chi vuole Lui e per il
fine che Lui solo sa.
Non ci
dobbiamo stupire se vediamo un dono inusuale in una persona che con la nostra
povera visione umana consideriamo indegna. Dio non si fa problemi!!
Accenno solo brevemente alla
profondità educativa che hanno per me le parole dette attraverso l’inno alla Carità e quelle dette
direttamente da Gesù sulla montagna relativamente alle Beatitudini!! Il primo
traccia i contorni dell’Educatore Autentico e Congruente. Le
Beatitudini, in seguito, rappresentano la persona stessa di Gesù, costituiscono l'identità
del cristiano.
Il cristiano che vive secondo questi
insegnamenti, è consapevole di cosa significa portare la croce, la sola
che conduce alla risurrezione, come Cristo nel momento della trasfigurazione,
nel dialogare con Elia e Mosè alla presenza di tre apostoli disse, se prima non fosse stato innalzato sulla
croce non sarebbe potuto entrare nella gloria del padre, spazzando via la
morte.Così il cristiano, se non si identifica nella persona di Cristo
non può dirsi tale, non può sentire in
sé l’appartenenza.
Grazie!!
Maria Cristina Siino
Nessun commento:
Posta un commento