sabato 2 novembre 2013

Commemorazione dei defunti

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Io credo che risorgerò!!!
“Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà”.
Giovanni 11:25



Molti di noi si chiedono che cosa accade quando moriamo. Alcuni credono che cessiamo di esistere, mentre altri credono in un paradiso in un purgatorio o in un inferno. Vivevamo prima di venire sulla terra e continueremo a vivere dopo la morte. Lo sappiamo perché Dio ha delineato il Suo piano completo per noi nelle Scritture. Conoscere tale piano può darci conforto e pace riguardo alla morte. Mentre piangiamo le persone care che abbiamo perso, abbiamo una speranza — la morte non è la fine.
La memoria dei morti è per i cristiani una grande celebrazione della resurrezione: quello che è stato confessato, creduto e cantato nella celebrazione delle singole esequie, viene riproposto qui, in un unico giorno, per tutti i morti. La morte è un passaggio, una pasqua, un esodo da questo mondo al Padre: per i credenti essa non è più enigma ma mistero perché inscritta una volta per tutte nella morte di Gesù, il Figlio di Dio che ha saputo fare di essa in modo autentico e totale un atto di offerta al Padre. Paolo, parlando della fine del mondo in cui ci saranno ancora dei “viventi”, scrive: “Ecco, io vi annunzio un mistero: non tutti certo moriremo, ma tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; suonerà, infatti, la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati... si compirà allora la parola della Scrittura: la morte è stata ingoiata per la vittoria... per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo” (1Cor 15, 51-57).E sempre Paolo precisa: la risurrezione è per tutti. Il Risorto non dimenticherà nessuno dei suoi, sia esso morto che vivo, perché tutti parteciperanno al grande giorno e alla sua festa. Scrive: “Non vogliamo poi lasciarvi nell’ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza. Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui. Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine... discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell’aria, e così saremo sempre col Signore. Confortatevi dunque a vicenda con queste parole” (1Ts 4,13).  

Il cristiano, che per vocazione con-muore con Cristo (cf. Rm 6,8) ed è con Cristo con-sepolto nella sua morte, proprio quando muore porta a pienezza la sua identità di figlio di Dio ricevuta nel santo Battesimo. In Cristo è trasfigurato e anche risuscitato dalle energie di vita eterna dallo Spirito santo. Una volta all’anno la Chiesa ci chiede di legare le due feste che toccano inevitabilmente la nostra umanità: Tutti i santi e tutti i morti. Chi sono i santi se non i morti? E chi sono i morti se non i santi? Tutti ormai presenti dinanzi al mistero del Volto di Dio, della vita della Trinità.
Morte significa separazione, lacerazione, ma Gesù ci insegna come accoglierla.
Pure Lui si separò dall’amico Lazzaro e pianse. Eppure, era certo che Lazzaro sarebbe diventato un santo illuminato dalla Luce che irradia il Dio Uno e Trino. I santi non hanno temuto la morte. Alcuni l’hanno incontrata prematuramente, in giovane età, quasi consumati da un amore impaziente per Dio e anche, oserei dire, da parte di Dio. Altri l’hanno quasi provocata, ma senza arroganza o prepotenza, per l’urgenza di dover testimoniare Cristo: la sua Vita e la sua Verità. Alcuni l’hanno desiderata, in un impeto mistico del cuore che li spingeva a pregare perché lo Sposo Cristo affrettasse la sua venuta. Altri l’hanno attesa e vissuta con estremo dolore, ma perché erano chiamati dall’amore a rivivere le ore drammatiche del Venerdì Santo. Alcuni l’hanno quasi cercata nello spasimo di consumarsi interamente in opere e opere di carità e di missione. Altri l’hanno gustata a tarda età, sazi di giorni felicemente stanchi per un lunghissimo lavoro condotto nella vigna del Signore.
Possiamo dire che questo corteo di santi cristiani che si approssimano in pace alla morte è stato aperto quando Gesù aveva ancora pochi giorni di vita dal santo vecchio Simeone che ha pregato di potersene andare in pace, dopo che le sue braccia avevano potuto stringere il Santo Bambino e i suoi occhi avevano potuto finalmente “vedere la salvezza”. Così è fatta la speranza cristiana: andare incontro alla morte, con la certezza gioiosa di abbracciare la Vita, dopo che in terra si è potuto umanamente contemplare il Germe della Salvezza. Per tutti loro la morte è la tenerezza di un abbraccio. È l'incontro con l'Amato lungamente inseguito.A Marta che piange per la scomparsa del fratello Lazzaro – dice il Papa – Gesù oppone la luce di un dogma: ‘Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi tu questo?’ (Gv 11,25-26). È quello che Gesù ripete ad ognuno di noi, ogni volta che la morte viene a strappare il tessuto della vita e degli affetti. Tutta la nostra esistenza si gioca qui, tra il versante della fede e il precipizio della paura. ‘Io non sono la morte, io sono la risurrezione e la vita, credi tu questo?, credi tu questo?’”. Chi crede in questa vita da Risorto ha dentro di sé il passaggio, ignoto eppure luminoso.
La Chiesa perché festeggia prima i santi e poi si rivolge ai morti? Perché quella Luce ormai raggiunta diventi in noi viva speranza e ci sappia condurre.

Siamo tutti piccoli e indifesi davanti al mistero della morte. Però, che grazia se in quel momento custodiamo nel cuore la fiammella della fede! Gesù ci prenderà per mano, come prese per mano la figlia di Giairo, e ripeterà ancora una volta: ‘Talità kum’, ‘Fanciulla, alzati!’ (Mc 5,41). Lo dirà a noi, a ciascuno di noi: ‘Rialzati, risorgi!’”. Morti lo saremo tutti, prima o poi ma è la consapevolezza che ci qualificherà: la fede, ascolto di una parola che ci viene incontro e che sa scavare nelle ortiche rendendo il nostro udito libero. Quando Gesù ci prenderà per mano e ci dirà, ‘vieni con me, alzati’, lì finirà la speranza e sarà la realtà della vita. Gesù prenderà ognuno di noi con la sua tenerezza, la sua mitezza, con tutto il suo cuore. Questa è la nostra speranza davanti alla morte.
Tutti i nostri morti hanno udito questa parola, in una modalità a noi sconosciuta e impercettibile, per tutti loro la nostra preghiera diventa comunione, trapasso di certezza, condivisione piena perché si abbandonino e varchino la soglia. Per chi crede, è una porta che si spalanca completamente; per chi dubita è uno spiraglio di luce che filtra da un uscio che non si è chiuso proprio del tutto. Ma per tutti noi sarà una grazia, quando questa luce ci illuminerà. Impariamo a  riscoprire la vita SEGNATA DALLA MORTE.  come un viaggio verso una felicità più grande, quella che va verso la  Casa del Padre.💙

02 Novembre 2022
Ciao Davide,
ciao Maria Lucia,
ciao Giovanni,
ciao Mariangela,
ciao Franco,
ciao Giulia,
ciao Rosario,
ciao Marco,
ciao Andrea,
ciao Rita
ciao...a coloro che ci hanno preceduti, il Signore doni a tutti l'eterno riposo.
Amen!!!

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