Parrocchia
Maria SS. delle Grazie
Corleone
Formazione
Gruppo Sostegno Famiglia
Multiproblematica
“La famiglia
“difficile”.
Conoscerla per meglio aiutarla”
3° Incontro
Giovedì 05/12/13 ore 21.00
Maria Cristina Siino
La famiglia
multiproblematica si presenta con una complessità di elementi, caratteristiche
e condizioni che, lo studio approfondito della stessa può sembrare complicato e
durevole nel tempo. In realtà è così ma noi proveremo, insieme, a renderlo più
semplice e scorrevole possibile!!! Urge avere una specifica preparazione che
permetta tutti, anche se non si è professionisti del settore, di poter sapere di cosa stiamo parlando e come ci dobbiamo comportare caso per caso.
E’ chiaro che questo tipo di formazione tiene conto delle conoscenze altre di ciascuno, ma l’attitudine a prendersi cura dei più deboli non si acquisisce
da nessun corso o Università. Quella è solo Dono. E su questo Dono dobbiamo costruire!!! Professionisti dell’Amore? Ci proviamo!!! Brevemente riprendo il
modello teorico da cui prende spunto la formazione che ci stiamo accingendo a
fare. Il paradigma scientifico su cui è basata ( Teoria della Gestalt ) parte
dal principio che un disagio, in qualsiasi forma esso si possa esprimere debba
essere letto in una chiave familiare/relazionale e mai solo individuale. Il superamento di una diagnosi individuale a favore di una di tipo
relazionale e familiare ha permesso, non solo di inquadrare il disagio in
una logica relazionale, ma, anche di avere molti più elementi/risorse sulle
quali potere fare affidamento nel caso di uno specifico intervento di recupero. La diagnosi è processuale, mira a cogliere e a descrivere il processo dell'esperienza, i suoi smarrimenti ( o interruzioni ) e le situazioni incompiute, allo scopo di aiutare i protagonisti di una relazione ad giungere ad un contatto pieno e vitale. Negli incontri precedenti
abbiamo cercato di descrivere la famiglia multiproblematica nei suoi aspetti
più generali e introduttivi. Conoscerne i contorni, approfondire anche gli aspetti relativi alle varie risposte che, ogni
famiglia che vive il disagio mette in atto per contrastare le varie forme di
povertà, ci aiutano ad esaminare gradualmente i molteplici dettagli della famiglia cosiddetta “difficile”, rispetto
ai quali, come gruppo, ci troveremo, sovente, ad occupare. Per facilitare
allora questo lavoro di studio inizieremo ad identificare dei blocchi ( per adesso solo dieci) all’interno dei
quali convogliare una particolare tipologia
di famiglia multiproblematica che
si può presentare alla nostra attenzione, e provare ad approfondirla per
conoscere meglio quale è l’intervento
possibile e quello invece assolutamente inadeguato.
· La famiglia con disabilità psichiatrica ( psicosi e schizofrenia)
· La famiglia con malattia fisica e invalidità permanente ( cecità-sordità-non deambulazione ecc.)
· La famiglia con problematiche di coppia ( tradimenti- separazioni- convivenze- divorzi-coppie gay)
· La famiglia e l’adolescenza
· La famiglia con uno o più membri in stato di detenzione o arresti domiciliari
· La famiglia affetta da dipendenze patologiche ( alcolismo- tossicodipendenza- sesso sfrenato-gioco d’azzardo- bulimia e anoressia)
· La famiglia mono –genitoriale ( figli in affido o in casa famiglia )
· La famiglia “ maltrattante”o “ abusante”
· La famiglia in conflitto ( all’interno e/o all’esterno)
- Abbiamo prima detto che, questo tipo di formazione ci aiuterà, in prima analisi ad approfondire tutti quegli aspetti relativi alle risposte che ciascuna famiglia mette in atto per “adattarsi a una situazione difficile”. Mi spiego meglio. Stasera focalizzeremo la nostra attenzione sul primo blocco: la famiglia con disabilità psicologica. Sono tanti i disturbi di tipo psicologico che una persona o più persone possono manifestare all’interno della propria famiglia, ma se utilizziamo il nostro modello teorico di base ci accorgiamo che la lettura del disagio cosiddetto “conclamato” parte sempre dalla RELAZIONE. All’interno della famiglia c’è una persona che più di tutti manifesta un disagio. Questa persona è quella che lancia l’S.O.S. senza saperlo. Ma in realtà se scendiamo nei particolari, ci addentriamo nella storia evolutiva ci accorgiamo che il disagio ha avuto origine all’interno di una TRAMA ( intreccio) relazionale e famigliare che, non solo ne ha favorito la comparsa ma ne sta ancora alimentando la sopravvivenza. Un disturbo psicologico di qualunque tipologia deve sempre essere non solo inquadrato ma anche supportato da un punto di vista relazionale. Uscire dalla logica “ il problema c’è l’ha solo lui/lei” per farci invece la domanda “qual è (o quali sono) la relazione disfunzionale che ha determinato questo tipo di disagio e che ancora oggi lo mantiene vivo?”Se ragioniamo secondo questo modello vediamo un miglioramento di tutto il sistema familiare. Quello appunto che ciascuno di noi desidera. Quindi a noi operatori interessa conoscere bene le caratteristiche della responsabile principale del benessere e del malessere di una famiglia: la RELAZIONE. Capire come essa incide ad es. sullo sviluppo di determinati disturbi psicologici, e come essa, se non è sana, interferisce sulla personalità dell’altro ostacolandone la piena espressione del Sé. Relativamente a questo blocco delle disabilità psicologiche possiamo fare tanti esempi di come una relazione che non ha funzionato e che ancora oggi non funziona contribuisce a pieno titolo al perdurare di una sintomatologia. Dietro alla manifestazione di un sintomo c’è sempre un vissuto doloroso non integrato nella personalità, un sostegno mancato, una carezza o un abbraccio negato, un dolore mai detto. Però noi vediamo solo il sintomo e pensiamo che è il problema!!! Riflettiamo!!!
Grazie!
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