mercoledì 28 maggio 2014

Ascensione,festa


 L'Ascensione di Gesù al Padre

L'Ascensione è l'ultimo episodio della presenza terrena di Gesù secondo le due narrazioni dell'evangelista Luca. Esso descrive la Sua definitiva salita al cielo, da cui ritornerà solo alla fine dei tempi. Non indica l’assenza di Gesù, ma ci dice che Egli è vivo in mezzo a noi in modo nuovo; non è più in un preciso posto del mondo come lo era prima dell’Ascensione; ora è nella signoria di Dio, presente in ogni spazio e tempo, vicino ad ognuno di noi. Nella nostra vita non siamo mai soli: abbiamo questo avvocato che ci attende, che ci difende. Il Signore crocifisso e risorto ci guida; con noi ci sono tanti fratelli e sorelle che nel silenzio e nel nascondimento, nella loro vita di famiglia e di lavoro, nei loro problemi e difficoltà, nelle loro gioie e speranze, vivono quotidianamente la fede e portano, insieme a noi, al mondo la signoria dell’amore di Dio. In Cristo Gesù risorto, asceso al Cielo, abbiamo sempre un avvocato a nostro favore. Questo avvenimento è il compimento della Pasqua, ma è anche il germe della nostra glorificazione. Nella umanità di Gesù esaltata alla destra del Padre noi pregustiamo la promessa che si compie giorno dopo giorno per ciascuno di noi nella misura in cui nella Fede ci conformiamo sempre di più a quel Gesù che ci è andato a preparare un posto. Con l'Ascensione al Cielo, Gesù è posto definitivamente accanto a Dio nella sua natura umana. Questo Mistero ci riguarda perché con esso viene glorificata tutta l'umanità e viene svelato ad essa il suo destino eterno. Gesù Mediatore tra Dio e gli uomini, Giudice del mondo e Signore dell'Universo, non ci ha abbandonati nella povertà della nostra condizione umana: ci ha preceduti nella dimora eterna per darci la sicura speranza che dove è Lui, Capo e Primogenito, saremo anche noi sue membra. L'Ascensione però è una Festa che sembra lontana dalla sensibilità, spesso distratta e superficiale di molte persone di oggi forse perché le parole "ascendere e cielo" hanno un significato particolare; con esse non si vuol dire che Gesù si è allontanato, andando in un luogo distante che è il cielo. Ascensione equivale a risurrezione, esaltazione, glorificazione; e il Cielo indica la realtà di Dio. L'Ascensione di Gesù al Cielo significa che l'Uomo Gesù di Nazareth, morto e risorto, vive in e con Dio. Resta però da sapere che cosa significhi per noi quell'evento: interessa soltanto Gesù o anche noi? La riflessione che dobbiamo fare è duplice: comprendere il senso dell'avvenimento per Gesù Cristo e la rilevanza che esso ha per la nostra vita cristiana. Noi siamo probabilmente più disponibili a capire che Dio sia per noi in quanto ci aiuta e ci protegge, ma più restii a comprendere che Dio vuole fare spazio alla nostra umanità accanto a sé. Questo è invece il messaggio di questa Festa: Dio ha previsto e fa spazio all'uomo; è sempre aperto e accogliente per attrarre l'uomo nell'ambito della sua vita intima. Le letture proclamate ci orientano a percepire il messaggio che l'Ascensione di Gesù ci offre: "Avrete forza dallo Spirito....". Dopo la morte di Gesù, gli Apostoli furono presi dall'angoscia del dubbio e da un senso di fallimento mortale. La risurrezione e l'incontro con Gesù risorto fece rinascere tutte le loro speranze che s'andavano spegnendo. Essi allora domandano: «Signore, è questo il tempo in cui ricostruirai il regno di Israele?». E per loro «ricostruire il regno di Israele» significava portare il benessere, la pace, l'abolizione della sofferenza, delle malattie, insomma portare il paradiso in terra. Se Gesù aveva vinto perfino la morte, essi pensavano, egli avrebbe debellato ogni miseria, ogni dolore, ogni angoscia, ogni male. Gli Apostoli ragionavano come se tutto e solo dipendesse da Gesù, indipendentemente da loro. Ma Gesù rispose: «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra». Gesù non dispensa dal vivere nella storia con tutti i suoi mille problemi e affanni; non vuole cambiare il mondo senza di noi.!!! Egli però ascende in cielo lascandoci la potenza del Suo Spirito: garantisce cosi tutta l'energia di cui abbiamo bisogno per cambiare vita e fare come ha fatto Lui. Con la forza dello Spirito si possono fare cose strepitose, perché è lo stesso Spirito che ha operato in Gesù fino a farlo risorgere. Inoltre Gesù dona lo Spirito perché possiamo diventare suoi testimoni in tutto il mondo. «Essere testimoni» vuol dire annunciare, con tutta la propria vita, chi è Gesù e che cosa ha fatto, cioè vuol dire vivere come ha vissuto Lui. Soltanto così si può cambiare il mondo!!! Il racconto degli Atti, dopo aver detto che Gesù salì in cielo, riporta le parole di due «uomini in bianche vesti», che dissero agli Apostoli: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?». D'ora in poi Gesù non va cercato «in cielo», cioè in un'attesa del suo miracoloso intervento, ma nella Sua parola, nei Sacramenti, nei fratelli che ci vivono accanto e nella presenza sua mediata dallo Spirito Santo. Egli tornerà alla fine, ma ciò non dispensa dalla testimonianza! Anche noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo nel battesimo, nella cresima, nella comunione; e nostro compito, se vogliamo cambiare il mondo, non è di attendere miracoli dal cièlo, ma di vivere testimoniando Gesù. In altre parole, Gesù che sale al cielo ci rinvia alla terra, ai nostri impegni, alla nostra testimonianza, senza possibilità di fuga dal mondo o di attese passive di eventi celesti. Gesù vuole continuare ad agire ed essere presente nel mondo per mezzo nostro e con noi; egli vuole «continuare a vivere la sua vita» in noi che lo testimoniamo.







Nessun commento:

Posta un commento