Eccoti Gesù, in mezzo a noi!
Gesù,
un bambino tra di noi, che con la Sua nascita ci ricorda ogni famiglia che vive un disagio, che oggi più che mai si trova, suo malgrado, sulla via
dolorosa dell’esilio, in cerca di rifugio. Anche Giuseppe, Maria e Gesù sperimentano
presto la condizione drammatica dei
profughi, segnata da paura, incertezza, disagi (cfr Mt 2,13-15.19-23).
Purtroppo, ai nostri giorni, milioni di famiglie possono riconoscersi in questa
triste realtà. Quasi ogni giorno la televisione e i giornali danno notizie di
profughi che fuggono dalla fame, dalla guerra, da altri pericoli gravi, alla
ricerca di sicurezza e di una vita dignitosa per sé e per le proprie famiglie. In
terre lontane, anche quando trovano lavoro, purtroppo non sempre i profughi e gli
immigrati incontrano accoglienza vera, rispetto, apprezzamento dei valori di
cui sono portatori. Le loro legittime aspettative si scontrano con situazioni
complesse e difficoltà che sembrano a volte insuperabili. Perciò, mentre
fissiamo lo sguardo sulla santa Famiglia di Nazareth nel momento in cui è
costretta a farsi profuga, mentre ci scambiamo gli auguri di Buon Natale pensiamo al dramma di quei migranti e rifugiati che
sono vittime del rifiuto e dello sfruttamento, della tratta
delle persone e del lavoro schiavo. La
fuga in Egitto a causa delle minacce di Erode ci mostra che Dio è là dove
l’uomo è in pericolo, là dove l’uomo soffre, là dove scappa, dove sperimenta il
rifiuto e l’abbandono; ma Dio è anche là dove l’uomo sogna, spera di tornare in
patria nella libertà, progetta e sceglie per la vita e la dignità sua e dei suoi
familiari.
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