Una storia di salvezza
Prima parte
Chi si accosta per la prima volta ai libri dell'Antico Testamento
rimane colpito da alcune tematiche ricorrenti con tanta frequenza: l'elezione, l'alleanza, la benedizione, la promessa
di una discendenza, il dono di una terra e il suo possesso. Chi invece ha
già acquisito una certa familiarità con la Bibbia sa riconoscere l'importanza
che esse hanno nella comprensione della storia biblica. Egli sa che questa
storia non va letta come una semplice successione di fatti, ma va letta e interpretata
alla luce di queste tematiche e soprattutto con l'aiuto immancabile dello Spirito Santo ( aiuto senza il quale sarebbe come leggere un romanzo).
Il
progetto di Dio per l'uomo
È soprattutto il libro
della Genesi a offrire la chiave di interpretazione della storia biblica.
Al centro di questo libro va collocata la
promessa di Dio ad Abramo: « Farò di tè una grande nazione ... Alla tua
discendenza io darò questa terra » ( Gen 12,2.7 ). Da allora la
storia biblica si snoda attraverso questo trinomio:
un Dio, un popolo, una terra. Le
vicende del popolo « uscito da Abramo » sono alla base dei fatti narrati in
tutti i libri della Bibbia. Questi, infatti, seguono passo passo l'esperienza
di Israele, che ha ricevuto in dono una terra in cui avrà stabilità o da cui
rischierà di essere sradicato non per il prevalere delle varie potenze
orientali ( come interpretiamo noi oggi la storia ), ma per la sua fedeltà o
infedeltà a Dio e ai suoi doni. Come si vede, la storia di questo popolo non può prescindere dal suo cammino di fede.
In ogni pagina della Bibbia, Dio e uomo si incontrano in un contesto
squisitamente « familiare »: Dio è « il Dio dei Padri », è il Dio « del dono
della terra » e l'uomo è « l'opera delle mani di Dio », è il suo figlio
primogenito, il suo eletto, il suo alleato. La storia di cui parla la Bibbia
non è solo registrazione dei fatti
accaduti. Ogni fatto descritto nella Bibbia rivela anche l'intrecciarsi del
dialogo tra Dio e il suo popolo, tra la storia di ogni giorno di questo popolo
e la sua esperienza di Dio. Questo Dio che « con le sue mani ha creato l'uomo
dalla terra », « lo ha collocato nel giardino ( = paradiso terrestre ) » e « lo
ha unito alla sua donna » ( Gen 1-2 ), è lo stesso Dio che « con mano
forte e braccio teso » ha liberato
Israele dall'Egitto ( libro dell' Esodo ), lo ha introdotto nel
nuovo « giardino » che è la terra promessa, lo ha unito a sé come suo popolo,suo eletto,suo primogenito,suo alleato
(Levitico,Numeri,Deuteronomio, Libri profeti).
Nelle vicende del primo uomo ( Gen 1-11 ) e di tutto il popolo biblico ( tutti gli altri libri della Bibbia ) si intrecciano peccato e salvezza, caduta e perdono, castigo e liberazione, bene e male, Dio e uomo.
(Levitico,Numeri,Deuteronomio, Libri profeti).
Nelle vicende del primo uomo ( Gen 1-11 ) e di tutto il popolo biblico ( tutti gli altri libri della Bibbia ) si intrecciano peccato e salvezza, caduta e perdono, castigo e liberazione, bene e male, Dio e uomo.
Premessa del libro della Genesi
Genesi 3 presenta, però, il grande ostacolo che il progetto di Dio incontra nella sua realizzazione: il peccato dell'uomo. Nella sua etimologia ebraica « peccare » significa « fallire la meta », « non riuscire in un progetto ». Le « mani » dell'uomo che si protendono verso « l'albero della conoscenza del bene e del male » non sono da collocare nel linguaggio delle fiabe, ma in quello del simbolo: esprimono cioè il rifiuto dell'uomo di fronte al progetto di Dio. Si crea così una frattura tra Dio e l'uomo, che Dio stesso si impegna a ricomporre, consegnando il suo progetto originario sull'uomo a Noè ( l'episodio del diluvio universale ), ad Abramo, a Mosè, a Davide e al Messia ( Gen 3,15 ). La storia della salvezza, infatti, è scandita dalle scelte di Dio: Dio sceglie ( o elegge ) Noè ( Gen 6-7 ), Abramo ( Gen 12 ), Mosè ( Es 3 ), i giudici, Samuele, Davide, i profeti, Gesù stesso ( « l'Eletto » ). Con queste persone Dio prende per mano il suo popolo, lo corregge, lo educa e lo colloca nuovamente nel suo originario progetto di felicità. Con queste persone Dio dimostra che la sua opera di educatore è basata più sulla pazienza e sulla fiducia che non sul castigo meritato dai peccati dell'uomo. Ogni « elezione » nella Bibbia, infatti, è all'origine di una nuova creazione, di una nuova tappa della storia della salvezza, compromessa dall'uomo, ma da Dio mai rinnegata. Accanto all'elezione anche l'alleanza è uno dei modi con cui Dio si manifesta al suo popolo. Essa è descritta ora con il linguaggio che si ispira al mondo militare ( « Dio è alleato di Israele nella conquista della terra promessa » e « combatte per lui » ), ora con il linguaggio dei segni ( l'alleanza con Noè nel segno dell'arcobaleno, Gen 9,8-17 ), ora con il linguaggio del culto ( l'alleanza con Abramo e il sacrificio di animali, Gen 15 ). All'alleanza la tradizione biblica ha collegato il segno della circoncisione ( Gen 17,9-14 ) e l'osservanza della legge ( cfr. Es 19-20 ), mentre alla « nuova » alleanza iniziata da Gesù è collegata la conversione del cuore( Mc 7,20-23). All'origine del suo progetto e nel suo svolgersi nella storia della salvezza. Dio, infatti, si era proposto di raggiungere il cuore dell'uomo, inteso come il luogo delle decisioni e delle scelte più impegnative, e in Gesù lo ha raggiunto.
Premessa del libro dell'Esodo
La vittoria è sempre del bene sul male ed è conseguita da Dio e dall'uomo insieme.
Immagine di questa vittoria è l'esodo
dall'Egitto, che anticipa e prefigura ogni altra vittoria di Dio e
dell'uomo sul male. L'aver saputo
cogliere la continuità di questo agire di Dio è ciò che costituisce « la storia
della salvezza ». Gli avvenimenti nella Bibbia non capitano per
l'intrecciarsi di occasioni fortuite, ma perché guidati dallo stesso Dio che
crea, libera, dona la terra, elegge il suo popolo, si fa suo alleato, è sempre
con lui. Nella Bibbia il progetto di Dio ha origine nella creazione dell'uomo e
della donna e va man mano estendendosi al popolo biblico attraverso l'elezione,
l'alleanza, la liberazione dall'Egitto e il dono della terra promessa. È vero
che gli studiosi affermano che la prima professione di fede dell'uomo biblico
non è in Dio creatore ( come nella nostra professione di fede cristiana ), ma in Dio liberatore dalla schiavitù egiziana
e alleato di Israele nella conquista
della terra promessa ( cfr. Dt 26,5-11; Gs 24 ). La
professione di fede in Dio creatore verrà esplicitata più tardi, a contatto con
la cultura greca, che mostrava un profondo interesse filosofico e religioso
verso il problema delle origini dell'uomo e del mondo. Tuttavia alla luce della
storia della salvezza, come è raccontata nella Bibbia che ci ha consegnato la
tradizione e che oggi è nelle nostre mani, la creazione è presentata come il
primo dei gesti che il Dio biblico compie a favore dell'uomo. La collocazione
del racconto della creazione nella prima pagina della Bibbia diventa, perciò,
la chiave di lettura di tutta la storia della salvezza. L'uomo ( Adamo, nella Bibbia, significa appunto « l'uomo », quello
di ieri, di oggi e di sempre ), « opera
delle mani di Dio » ( cfr. Gen 2,7; Sal 8,4-6 ), fatto « a norma della sua immagine »
( Gen 1,27 ), è creato per un progetto di felicità.
È stato un cammino lento e graduale, come
dimostra la storia del popolo biblico, ma
la gradualità è un tratto squisito della pedagogia di Dio.
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