giovedì 3 gennaio 2019

Il Discernimento ( 1 parte )

IL DISCERNIMENTO
per riflettere.....


Affidiamo questa riflessione, all'inizio del nuovo anno,  al Cuore Immacolato di Maria al Nome di Gesù e a tutti i Santi che continuamente facevano il discernimento per piacere continuamente al nostro dolce amato Signore. "Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera" (Giovanni 4,34); "... perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato..."(Giovanni 6,38-39); "Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: «Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demoni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?». Ma allora io dichiarerò loro: «Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità! Perciò chiunque ascolta queste mie parole [vedi i capitoli 5-6-7 di Matteo] e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande" (Matteo 7, 21-27). Da quest'ultimo brano si evince che non è importante fare grandi cose come ad esempio profetare - che significa parlare a nome di Dio -, cacciare demoni o fare miracoli perché se non si fa la volontà di Dio queste sono iniquità. Quindi ciascuno dopo morto può aver fatto grandi opere, grandi azioni, essere famoso, bello, ricco, grande ma aver perso per tutta l'eternità il Cielo perché era fuori dalla volontà di Dio. Forse per fare il discernimento bisogna prima capire qual è il bene più grande dell'uomo e qual è il male più grande dell'uomo, perché se non si capisce questo non si capisce neppure perché a volte il Signore ci potrebbe chiedere di soffrire; il bene più grande dell'uomo è diventare come Dio per tutta l'eternità e quindi prendere parte al suo Regno e il male più grande dell'uomo è quello di finire nella Geenna per tutta l'eternità. Quindi il discernimento deve tener conto di questa verità di fondo perché Dio ci potrebbe chiedere, e ci chiede a volte, di fare ciò che umanamente può non piacere, come soffrire, fare pace con qualcuno che ci ha fatto del male o sopportare un grande male ecc. Da quest'ultimo pensiero si evince che la cosa fondamentale che serve per fare un discernimento è fidarsi di Dio; bisogna dargli carta bianca, cioè essere pronti a fare qualsiasi cosa ci potrebbe chiedere. Più volte mi è successo che facendo un discernimento lo Spirito non mi suggeriva nulla e chiedendo al Signore perché non mi veniva nulla, ho capito che la motivazione dipendeva dal fatto che la persona aveva già deciso o sarebbe stata irremovibile sulla sua posizione; quello un po’ che succede tra Isaia e Acaz vediamo: "Il Signore parlò ancora ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall'alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno" (Isaia 7, 10-14); qui Acaz non vuole chiedere un segno, diceva il mio professore, ai profeti perché già aveva deciso, non si fidava della risposta che gli avrebbe dato Dio attraverso il profeta e quindi dice di non voler chiedere il segno per paura di tentare il Signore, ma il motivo vero ripeto era quello che già aveva deciso. La cosa bella, sapete qual è, è che Dio ci ama: che significa? Che Lui desidera il nostro bene più grande, la nostra realizzazione più grande, il meglio per noi che siamo suoi figli e quindi tutto quello che Lui permette e vuole lo permette e vuole solo se ne vede uscire il bene più grande per noi. Dice la lettera ai Romani di san Paolo al capitolo 8 versetto 28: "Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio"; certo se non si crede che quello che vuole Dio per noi è il bene più grande e quindi se non si ha fiducia in Lui pienamente non possiamo fare del nostro cuore carta bianca che da facoltà a Dio d'indicarci, di portarci dove vuole. Questo passo perciò è fondamentale: "Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo (Luca 14,25-32). Santa Teresa D'Avila quando era ragazza diceva al Signore che voleva fare in tutto la sua volontà tranne che farsi monaca di clausura che poi come sappiamo risultò essere proprio la volontà di Dio; anzi santa Teresa D’Avila che ha fondato le Carmelitane Scalze è la mamma di migliaia e migliaia di monache di clausura. E’ importante questo episodio riguardo alla fiducia perché ci fa capire che se il Signore ci chiede una cosa, al tempo opportuno ci darà anche il desiderio di fa Un uccellino quando è piccolo non ha il desiderio di volare non si sente di volare e neppure lo deve fare perché cadrebbe dal nido e morirebbe; ma noi e tanto più Dio che lo ha fatto, sappiamo che è fatto per volare e quando sarà il momento non avrà altro desiderio se non quello di volare perché è fatto per questo, esiste per questo. Spiego la parabola: Dio ci ha fatti per una missione precisa con un disegno preciso; ad esempio Dio sapeva già dal mio concepimento che io ero fatto per farmi --------------- ma fino a quando non ho acquisito le grazie necessarie per iniziare questa missione - nel nostro esempio le grazie sono le ali e tutte le capacità per volare . Per questo non dobbiamo mai avere paura di Dio del suo progetto che ha per noi perché noi siamo fatti per questo, come l'occhio è stato creato da Dio per stare in punto preciso del corpo, non sul piede, non nelle mani ma in una collocazione precisa; come il canguro non è stato fatto per stare al polo nord o altrove ma in Australia o in posti simili, così Dio ti ha creato per prendere un posto preciso in questo mondo con una missione precisa che puoi fare solo tu e che è la tua piena realizzazione. L'occhio sul piede non serve a niente, non si realizza e sta male, così tu. Una volta c'era una mosca in un corridoio che voleva uscire dalla finestra ma come spesso succede si era scontrata con il vetro. La mosca vedeva la sua felicità, la sua libertà nell'uscire ma non riusciva perché c'era il vetro. Allora mi ricordo che io stesso volevo farla uscire da una fessura laterale della finestra. Naturalmente la mosca che ha anche una bella vista, se non sbaglio a 360 gradi, vedendo che la volevo prendere ha pensato che la volessi distruggere, uccidere; così anche noi a volte abbiamo paura di Dio, a lasciarci prendere da Lui, a morire nelle sue mani perché stupidamente pensiamo che se facciamo la Sua volontà, ci abbandoniamo a Lui, abbiamo perso tutto o quello che falsamente pensiamo possa farci felici; e quindi come la mosca scappiamo da Lui. Per questo non dobbiamo mai avere paura di Dio qualunque cosa ci dovesse chiedere, qualunque cosa vuole che facciamo perché Dio ci ama. Tante volte dico al Signore e lo faccio anche adesso: Signore se dovessi volere o fare ciò che tu non vuoi costringimi a fare quello che Tu vuoi. Molte volte diciamo Signore voglio fare la tua volontà ma ci arrabbiamo se succede quello o succede questo; la prima volontà di Dio è quella che Lui permette con la Sua Divina Provvidenza. Mi spiego: uno dei passi che più cito della Sacra Scrittura è quello di Matteo 10,29-31 che dice: "Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!"; quindi - come tante altre volte la S. Scrittura ci dice o come ci dicono rivelazioni private come quella di Dio Padre a santa Caterina da Siena che dice che "non cade foglia che Dio non voglia" - non può accadere nulla senza il permesso di Dio; certo questa affermazione fa partire tante domande, tanti perché come ad esempio: ma perché Dio ha permesso la morte di questo o quella guerra o quel male o quell'incidente e così via e purtroppo molti fanno l'errore di vedere Dio cattivo, ingiusto e quant'altro, così come fanno i demoni. Certo se la vita durasse 100 anni più o meno i conti non tornerebbero ma dato che la vita di ogni uomo dura tutta l'eternità e il bene più grande è andare in Cielo per essere come Dio per tutta l'eternità e sapendo che ogni croce Dio ce la ripagherà con una Gloria infinita - vedi luca 6, 20-23: "Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo; oppure Matteo 6, 19-20: "Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano”; oppure come dice san Paolo nella 2 lettera ai Corinzi: “Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne“ (2Corinzi 4, 17-18) ; oppure come successe a san Francesco che già cieco per piangere continuamente per la passione di Cristo una volta, per un periodo, venne molestato dai topi che non lo facevano né mangiare né dormire e né pregare e arrivò ad un punto che non ce la fece più e chiese al Signore di dargli la forza di portare quella croce e il Signore gli disse: Francesco se per questa sofferenza dei topi Io ti darò un tesoro grande quanto tutta la terra tutta d'oro e tutte le pietre della terra tutte perle preziosissime e tutte le acque della terra tutto profumo preziosissimo tu per amore mio le accetteresti queste sofferenze (Fonti Francescane 1591-2) - allora le cose cambiano; se Dio come un papà ci fa un buco nell'orecchio è solo per metterci un diamante di migliaia e migliaia di carati, certo non si diverte a fare i buchi e quindi a permettere che soffriamo; ma se lo fa, lo fa solo per un bene più grande. Dice il Catechismo che la Divina Provvidenza permette anche al demonio di tentarci ma "tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Romani 8, 28); quale padre non fa “soffrire” i suoi figli sopra i libri per studiare o per imparare un mestiere perché desidera che un domani il figlio trovi un posto per tutta la vita; così il nostro PADRE del Cielo vuole che portiamo la nostra croce, la permette perché ad essa corrisponderà anche la nostra infinita Gloria del Cielo di cui ne godremo non momentaneamente come per un posto di lavoro ma per tutta l'eternità. Dicevo corrisponderà "anche" la nostra Gloria perché la croce serve anche ad altro: come la croce di Gesù ha portato la salvezza a tutta l'umanità così le nostre croci portano salvezza; una volta padre Pio cacciò malamente un novello sacerdote più volte dal confessionale mortificandolo anche davanti agli altri, poi dopo la seconda o la terza volta che lo cacciava quando il novello sacerdote tornò a confessarsi padre Pio lo abbraccio e piangendo gli disse: figlio mio perdonami ma il Signore aveva bisogno della tua mortificazione per salvare un anima, io ,diceva padre Pio, gli avevo offerto tutte le mie sofferenze al Signore ma non bastavano per salvare quell'anima e allora mi ha chiesto di cacciarti perché così con la tua mortificazione avresti salvato quell'anima; questo esempio ci serve perché molto spesso siamo mortificati o molti sono feriti da altri: dobbiamo in quel momento proprio quando succede, dobbiamo offrire a Dio quel sacrificio come ha fatto suo Figlio Gesù perché esso è fonte di salvezza; la sofferenza può anche servire a purificarci dai nostri peccati, o ci può servire a migliorare spiritualmente infatti dice san Giacomo: "Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la vostra fede, messa alla prova, produce pazienza. E la pazienza completi l’opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla" (Giacomo 1, 2-4). Dico questo perché: facciamo prima una premessa, Dio non ha creato ne la morte, ne la sofferenza, ne la malattia, ne voleva che per vivere dovessimo faticare. Tutte queste cose sono nate dall'uso sbagliato della nostra libertà, cioè sono nate dal peccato; quest’ultimo è stato la causa del male per tutti anche per quelli che non avevano colpa; quando parlo del peccato intendo il peccato originale ma ora il Signore è così grande che gira anche queste cose come la morte, la sofferenza, ecc. e ne fa uscire un bene. Quindi se Dio permette una cosa la permette solo se ne vede uscire un bene per i suoi figli o meglio per quelli che lo amano. Perché dico questo perché quando ci arrabbiamo, c'innervosiamo, ci deprimiamo e quant'altro -in genere- se andiamo a vedere la maggior parte delle volte scaturisce perché non accettiamo qualcosa; a volte dico alle persone se tu vuoi impazzire è semplice: basta non accettare qualcosa e impazzirai! Da quanto abbiamo visto, che non cade un uccellino senza che il Padre vostro lo voglia, dobbiamo far conseguire che accettando tutto quello che Dio permette che succeda stiamo accettando in pratica la volontà di Dio; se noi non l'accettiamo, ci ribelliamo è come se apriamo la porta del nostro cuore al demonio e quest'ultimo entrando in noi – certo non come posseduti, anzi essere posseduti ci renderebbe non colpevoli - ci fa peccare, deprimere, odiare, uccidere, ci porta al suicidio, alla disperazione, alla depressione, a non dormire la notte, e a cose del genere. C'era una bella ragazza o meglio c'è una bella ragazza che si chiama Chiara Luce che ogni cosa che succedeva ripeteva: "se lo vuoi tu Gesù lo voglio anch'io", e il risultato di questo volere accettare ogni cosa era la gioia immensa che aveva anche se è morta di tumore a 19 anni; il papà pensando che la sua gioia fosse finta, per non farli preoccupare, una volta la spiò dalla porta per vedere se quando non c’era nessuno era lo stesso gioiosa e constatò che lo era comunque. Prima di morire ha detto alla mamma: ‘sii felice perché io lo sono ’ ed è morta; ma prima scherzando e ridendo si è preparata i canti del suo funerale. Quando perdeva i capelli per le cure che faceva diceva ‘te li offro a te Gesù’; questo è un esempio di cosa significa fare la volontà di Dio che si manifesta nell'accettare tutto quello che Dio permette che ci succeda anzi uno al momento opportuno non vedrà altra strada se non quella che Dio gli propone. 

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