Scrivete un commento🤙al n. 3271965476
"Medico"
delle anime e dei corpi
(1828-1898)
Una figura molto attuale, forse poco sconosciuta ai più, ma balzata all'onore delle cronache nel maggio del 2020 per la decisione del vescovo di Milano di dedicare a San Charbel (1828-1898), insieme all'italiano san Riccardo Pampuri, il nuovo ospedale per il coronavirus approntato in città . I padiglioni della fiera trasformati in reparti di terapia intensiva sono stati dedicati dall’arcivescovo di Milano mons. Delpini a due santi, Riccardo Pampuri (1897-1930) e san Charbel Makluf (1828-1898). La ragione è che il primo, san Riccardo, era frate e medico condotto e Charbel, monaco libanese, è un santo che fa i miracoli come san Riccardo ma, talvolta, interviene personalmente a operare i pazienti.
Chi era Charbel?
San Charbel (Giuseppe) Makhlouf, uno dei santi più famosi della Chiesa Cattolica, è una persona semplice, umile e intrigante. Il Martirologio Romano ricorda san Charbel il 23 luglio, giorno della sua ordinazione sacerdotale, il 24 luglio, giorno della traslazione nella terza tomba, e il 24 dicembre, giorno della sua nascita al Cielo ( in questi giorni i fedeli fanno la novena in Suo onore). In Libano è stato sempre ricordato la terza domenica di luglio.I suoi devoti lo commemorano ogni 22 del mese (anche nella sede dell’Ordine Libanese Maronita a Roma) in quanto è una data ricorrente.
Non esiste nel mondo un fenomeno come quello che si ripete in Libano dal 1993 ad oggi, ogni 22 del mese, sulla tomba di san Charbel. A partire da alcuni mesi dopo la morte si verificarono fenomeni straordinari. La sua tomba nel cimitero del monastero, su cui di notte splendevano delle luci non naturali, fu aperta il 16 aprile 1899: il corpo, trovato intatto e morbido, fu rimesso in un’altra cassa e collocato in una cappella appositamente preparata. Dato che il corpo emetteva del sudore rossastro, le vesti venivano cambiate due volte la settimana. Raccolto dai fedeli, questo liquido diede sovente sollievo ai malati e li guarì. Riaperta ancora la bara si vide il corpo di padre Charbel galleggiare letteralmente nel liquido rossastro.
Per arrestare il flusso i monaci pensarono di passare dell’alcol sul corpo e di esporlo al sole nella speranza che si decomponesse: dopo 5 mesi di tale trattamento il corpo continuava ad emanare profumo e ad emettere liquido! Si decise allora di espiantare gli organi interni ma il corpo continuò a trasudare sangue e acqua. Si provò ad asciugare il corpo, ricoprendolo di calce viva, tenendo la salma in posizione verticale, per bruciare i suoi piedi al fine di assorbire il sangue filtrato e dare il via al processo di necrosi dei tessuti: il corpo restava intatto!
Per via di questi prodigi e della fama di santità che circondava padre Charbel, fu introdotta la sua causa di beatificazione. In uno sperduto paese a nord di Beirut, ad Annaya, una signora libanese, Nohad, madre di numerosi figli, fu colpita da ictus cerebrale con doppia occlusione della carotide, che le paralizzò la parte sinistra del corpo. Per la lesione cerebrale non poteva più parlare né camminare e si poteva nutrire solo con una cannuccia.
Nohad pregò Charbel e nella notte del 22 gennaio 1993 sognò due monaci. Il primo le disse: “sono Charbel e sono venuto ad operarti”. Nohad si spaventò, ma il santo aveva già iniziato l’intervento senza anestesia. Nohad sentì le due dita del santo che le incidevano la gola e provò un dolore lancinante. Il secondo monaco, san Marone, le sistemò il guanciale dietro la schiena e l’aiutò a sedersi sul letto, dicendole: “Ti abbiamo operato. Ora puoi alzarti, bere e camminare”.
Il sogno era così reale che Nohad si svegliò. Con stupore si accorse di muovere braccio e gamba sinistra e allo specchio vide ai lati del collo due tagli di dodici centimetri ciascuno, chiusi con tre punti di sutura a destra e quattro a sinistra, da cui fuoriusciva un sottile filo chirurgico. La notizia si diffuse come un lampo in tutto il Libano. San Charbel apparve poi ancora in sogno a Nohad e le disse: “Ti ho lasciato le cicatrici per volere di Dio, perché tutti possano vederle, soprattutto quelli che si sono allontanati da Dio, perché tornino alla fede. Ti chiedo di recarti all’eremo ogni mese, ogni 22, ricorrenza della tua guarigione e partecipare alla Messa. Là io sono sempre presente”. Così iniziarono i pellegrinaggi. Charbel nacque l’8 maggio 1828 a nord del Libano e gli venne dato nome Yussef (Giuseppe). Visse in un villaggio ad appena 3 km dalla Bekà Kafra (“Valle santa”), così detta perché, secondo la tradizione, Gesù vi passò più volte ed operò miracoli. Il 1° novembre 1853 divenne monaco col nome di Charbel, in onore di un martire del I secolo. Grande influenza sulla sua formazione ebbero, oltre la famiglia, i professori del seminario. L’anno successivo alla sua ordinazione sacerdotale (1859) assistette impotente ad un terribile massacro di 2.200 cristiani per mano dei Turchi.
Visse 70 anni circa e per 23 anni fece l’eremita: dormiva non più di 5 ore per notte e pregava notte e giorno il Sacramento. Morirà il 24 dicembre 1898. Dal 1950 alla fine del 1952 si registrarono oltre 2.200 miracoli. Oltre ai miracoli pervennero al monastero da tutte le parti del mondo ben 300mila lettere con richieste di reliquie o per testimoniare una guarigione. Tutte queste lettere sono oggi esposte nel museo del monastero di Annaya. Dopo la sepoltura si notò una luce brillare sul monastero per ben 45 giorni ininterrottamente. A quattro mesi dalla morte venne aperta la tomba e il corpo fu trovato intatto e flessibile. Soltanto venne notato un liquido rossastro che gocciolava dal fianco. Questo fenomeno si riscontrerà nel 1926, 1950 e soprattutto nel 1952 dal 7 al 24 agosto.(1926) Paolo VI lo proclamò beato (1965) e il 9 ottobre 1977 santo. Ma c’è ancora un mistero che avvolge il corpo di Charbel.
Esso è rimasto flessibile e “fresco” fino all’anno della beatificazione. Dopo, senza subire il normale processo di corruzione, si è decomposto in una maniera inspiegabile. Nel 1976, riaperta la tomba, apparve l’intero scheletro con tutte le sue ossa, di colore rosato, che aveva mantenuto una certa freschezza. Secondo la scienza, due mesi dopo il decesso, lo scheletro umano si trasforma in ossa bianche perforate ma fino al 2009 questo fenomeno non si è mai verificato per san Charbel. Forse con la chiamata in campo di san Charbel, l’arcivescovo di Delpini non ha voluto soltanto invocare la fine della pandemia in una Lombardia in ginocchio. Ma ha voluto mandare un messaggio di speranza che andasse oltre l’emergenza.
Dio non si interessa solo spiritualmente dell’uomo e del suo destino ma spesso suscita testimoni con cui dimostra di prendersi cura in ogni senso, cosi come fa Lui con ognuno di noi!!!
PREGHIERA A SAN CHARBEL PER PROBLEMI DIFFICILI E URGENTI
O Glorioso san Charbel
intercessore in tutti i problemi difficili,
ascolta le nostre preghiere!
tu che hai passato la vita in solitudine,
in un eremo umile,
che non hai pensato al mondo o alle sue gioie,
che sei stato benedetto con doni e grazie,
prenditi cura di coloro che ora ti invocano.
Miracoloso San Charbel
che sei seduto alla destra di Dio Padre,
ti chiediamo di intercedere per noi
Affinché Egli ci apra la sua mano benedetta
e ci aiuti nelle difficoltà con la sua misericordia,
che con il suo amore e la sua bontà illumini la nostra mente,
aumenti la nostra fede e fortifichi la nostra volontÃ
per continuare le nostre preghiere e suppliche
davanti a te e a tutti i santi.
Oh San Charbel, tu che fai miracoli
e tu fai prodigi soprannaturali,
che curi i malati,
che restituisci la vista ai ciechi
e il movimento al paralitico,
che dai amore a chi vive in solitudine,
rifugio per i senzatetto
giustizia a coloro che si sentono minacciati
protezione ai molestati
e aiuto ai bisognosi
guardaci con pietà .
Aiutaci con la tua clemenza e concedici la grazia
con grande fede ti imploriamo:
(fai la richiesta con umiltà e sicurezza).
Monaco venerabile San Charbel
chiediamo la tua intercessione in questi tempi difficili,
concedici prontamente ciò che chiediamo
e dacci la tua protezione nelle nostre vite,
trattenerci da tutti i mali e i pericoli,
in modo che sia chiaro per noi
la via della salvezza.
Aiutaci a fare del bene ed evitare il male.
Attraverso Gesù Cristo nostro Signore.
Amen.
Credo, Padre nostro, Ave Maria e Gloria.
Prega e invocaLo per tre giorni consecutivi.
17 Dicembre 2022


Nessun commento:
Posta un commento