martedì 2 febbraio 2021

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"Generazioni connesse: analisi e interventi possibili"
                                                          
14 Marzo 2021
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 La vita liquida è precaria
    vissuta in condizioni di continua incertezza, 
con la paura di essere colti 
alla sprovvista e rimanere indietro.
 Ciò che conta è la velocità, non la durata.” 
Zygmunt Bauman


Temo il giorno in cui la tecnologia 
andrà oltre la nostra umanità: 
il mondo sarà popolato da una generazione di idioti…” 
Albert Einstein

  "E' importante ricordare sempre che il contatto 
virtuale non può e non deve sostituire il contatto 
     umano diretto con le persone a tutti i livelli della nostra vita"                   
Papa Benedetto XVI

   
ANALISI DEL PROBLEMA OGGI
 I PRO E I CONTRO


            Internet fa ormai parte della vita quotidiana di tutti noi. Viviamo all'interno di una società tecno-liquida, una società polimorfa, priva di certezze assolute, dove le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima ancora che i modi di agire possano consolidarsi in abitudini e procedure: stiamo sempre lì a digitare, a twittare, a condividere, senza differenziare tra giorno e notte, tra casa e ufficio, tra chiesa e strada incapaci di staccare la spina....ovunque ci troviamo. Diciamocelo con franchezza: siamo tutti iperconnessi!!! Ma la possibilità di connettersi e navigare, attraverso diversi dispositivi elettronici ha modificato profondamente le relazioni umane: da un lato ha migliorato la rapidità della comunicazione, del lavoro, dall’altro ha impoverito la complessità relazionale propria della vita socio-relazionale. L’uso a volte improprio ed anche esasperato della rete ha creato, nell’ultimo decennio, un numero sempre più crescente di dipendenze virtuali. E' vero che Internet connette persone, ma è anche vero che ciascuno dietro uno schermo può costruire una propria identità fittizia, simulare e intendere la relazione come un gioco. I rischi sono maggiori e direttamente proporzionali alla fragilità di identità e di relazioni. 

In Rete ciascuno può far credere di essere ciò che non è ( età, sesso e professione), esprimendosi senza i limiti dati dalla propria identità pubblica. In Rete si diventa sostanzialmente messaggio: infatti basta disconnettersi o chiudere il programma per interrompere la relazione. Serve solo un click!!! La vita trascorsa in internet può arrivare ad assorbire una quantità di tempo tale da condizionare la vita reale: si corre così un rischio molto alto, quello di innescare inconsapevolmente meccanismi patologici che condizionano a lungo andare qualunque relazione sociale. 

Non c’è alcun dubbio sul fatto che i vantaggi connessi a un uso adeguato di internet siano molteplici ed evidenti: con i motori di ricerca abbiamo immediatamente sottomano una quantità inimmaginabile di informazioni, possiamo fare ricerche e approfondimenti senza muoverci da casa rintracciando tutto il materiale che ci serve; attraverso i social network manteniamo rapporti con persone anche fisicamente lontane, ritroviamo vecchie amicizie e restiamo informati su persone a cui teniamo anche dopo tanti anni, contattiamo persone altrimenti irraggiungibili. Se è vero che i social sono comunque un modo per restare in contatto e avere numerose interazioni, è però innegabile che tutto l'aspetto non verbale della comunicazione (postura, gestualità, mimica), così importante nel dialogo faccia a faccia, viene cancellato, ostacolando il riconoscimento chiaro delle reazioni emotive dell’interlocutore e quindi la conoscenza interiore dell’altro.  

La Chiesa, che siamo noi, non può e non deve rimanere indietro!!!

La nostra sfida non dev’essere quella del modo di "saper usare" la Rete, come spesso si crede, ma come "vivere bene" il tempo che trascorriamo in Rete e l'uso della stessaIn questo senso la Rete diventa anche mezzo attraverso cui la fede Ã¨ chiamata a esprimersi. Questa è la vera sfida: imparare ad essere wired, connessi, in maniera fluida, naturale, etica e perfino spirituale e vivere la Rete in modo SANO.  Ma come si fa? I giovani, ad es. come come  possono diventare adulti saggi e responsabili in una società tecno-liquida come la nostra, che è percepita dagli stessi  vuota e incerta? 

Sembra che i nostri  giovani abbiano perso la fiducia del e nel futuro a causa del tempo sospeso in cui viviamo tutti che inevitabilmente costringe a prolungare tempi e ritmi di crescita, a rimandare decisioni e scelte, a non sapere come vivere il proprio tempo. L'eccesso all'uso digitale mette a dura prova anche i genitori che non sempre hanno le competenze per supportare i figli ad un uso responsabile dei media. Mai come oggi si parla così tanto dei giovani e si parla così poco con i giovani, anche a causa dell'iperconnessione che ci riguarda tutti, nessuno escluso!!! Per conoscerli bisogna passare del tempo con loro, bisogna stare in mezzo a loro, ascoltarli. Ma non abbaiamo mai tempo!!! Quali sono i pro e i contro dei social? Come tenere sotto controllo o meglio monitorare i nostri figli ed evitare che possano imbattersi nei pericoli della Rete? Il suggerimento che gli educatori in genere diamo sempre ai genitori è innanzitutto quello di autoregolarsi rispetto alla propria dipendenza dai social e poi di CONOSCERE più possibile il mondo del WEB e stare molto attenti alle sempre più nuove sollecitazioni che la Rete offre ai ragazzi, perché i giovani faticano ad autoregolarsi e spesso, per inseguire una pseudo autonomia, rischiano di scottarsi.

Ragazzi sempre connessi, ma siamo sicuri che non ci sono rischi?

Di seguito troviamo una breve presentazione (non esaustiva ) dei pericoli che si possono incontrare in rete. Sono tantissimi ma, in questa sede, ne prenderemo in esame soltanto 6, quelli più frequenti.

1° Pericolo: Nomofobia 


La Nomofobia è la paura o lo stato di ansia provocati dall’idea di non poter utilizzare il cellulare. Se la connessione viene a mancare 1 adolescente su 6 va in ansia. I Nomofobi provano una paura sproporzionata di rimanere fuori dal contatto di rete mobile, al punto da sperimentare effetti fisici collaterali simili all’attacco di panico: mancanza di respiro, vertigini, tremori, sudorazione, battito cardiaco accelerato, dolore toracico e nausea. Per questo motivo cercano di evitare gli stati ansiosi mettendo in atto una serie di comportamenti: mantenendo il loro credito sempre attivo, portando un caricabatteria in ogni momento, dando a familiari e amici un numero alternativo di contatto. Il termine dipendere, dal latino de-péndere, vuol dire essere appeso, attaccato a qualcosa o a qualcuno, in inglese addiction significa dedizione, schiavitù; in certi dizionari viene anche tradotto come “essere schiavi di un vizio”. Il criterio più evidente e in base al quale si stabilisce la dipendenza è il tempo trascorso in rete: più lungo è il tempo di collegamento alla Rete più è alto il livello di dipendenza. 

2° Pericolo: Cyberbullismo



Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2016/01/nomofobia-dipendenza-smartphone/Gli adolescenti appaiono i soggetti prevalentemente a rischio di sviluppare questa nuova forma di dipendenza patologica. Questo tipo di fobia è ovviamente associato a una situazione di dipendenza dal dispositivo mobile, che comporta per gli individui varie conseguenze psicologiche, emotive e sociali.


Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2016/01/nomofobia-dipendenza-smartphone/

Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2016/01/nomofobia-dipendenza-smartphone/

Chattare con sconosciuti può essere pericoloso perchè non si sa mai chi sta dietro la tastiera, ma anche chattare o scambiare messaggi con persone conosciute può essere ugualmente un pericolo. Le vittime più sfortunate degli atti di bullismo sono i ragazzi/le ragazze introversi, timidi che non ne parlano e spesso preferiscono il silenzio al confrontoIl Cyberbullismo funziona grosso modo in questo modo: se uno è preso in giro a scuola o dagli amici, può darsi che uno di questi pubblichi su Facebook o su altri social un video o una foto che può imbarazzare la vittimaUn altro caso di cyberbullismo può venire dai messaggi anonimi che insultano pesantemente la vittima anche con minacce. Il Cyberbullo, rispetto il bullo reale, si fa forte del fatto che non c'è controllo e che può dire quello che vuole senza guardare in faccia la sua vittima, o anche in modo anonimo, nascondendosi dietro la tastiera. In un caso o nell'altro, non sarebbe poi così difficile, almeno sul piano tecnico; molto più complicato invece è difendersi dal piano psicologico, per il quale può servire l'aiuto di un genitore o di un esperto. I danni del cyberbullismo alla sfera emotiva possono essere alla lunga anche molto seri. Gli effetti negativi possono ricadere sul benessere sociale, su quello emotivo e su quello scolastico: il malessere viene spesso espresso attraverso ansia, bassa concentrazione e un rendimento scolastico che peggiora e (anche se raramente) può sfociare in comportamenti più gravi come depressione e tentativi di suicidio. Ma ci sono conseguenze che coinvolgono anche i cyberbulli. Questi ultimi infatti possono essere maggiormente a rischio di sviluppo di comportamenti antisociali e di problemi relazionali, delinquenza, abuso di sostanze e suicidio. In Giappone un fenomeno che sembrerebbe avere origine da atti di bullismo Ã¨ la crescita del numero di giovani Hikikomori, adolescenti che improvvisamente si chiudono nella propria stanza e non hanno più alcun contatto sociale. Rifiutano anche di mangiare insieme ai familiari i quali sono costretti a passargli il cibo dalla porta, cibo che il figlio può anche aver ordinato da internet. Infatti una caratteristica Ã¨ la chiusura al mondo sociale e l’uso costante ventiquattro ore su ventiquattro di internet e giochi di ruolo, altro fenomeno in aumento nel nostro paese.

3° Pericolo: SESSUALITA' IN RETE


Tanti ragazzi e ragazze scoprono, esprimono e sperimentano la propria sessualità in RETE correndo tuttavia dei rischi che possono essere talmente gravi da rendere necessario prendere le dovute precauzioni. Il Web non è certo un luogo sicuro per 'conservare' e tantomeno 'inviare' proprie immagini delicate; per esempio gli Smartphone, così veloci nel fare fotografie e video, consentono un invio pressoché istantaneo su Social Network e WhatsApp. Scambiare delle foto o dei video a sfondo sessuale, anche di se stessi, è un comportamento sempre più diffuso e sta diventando parte dell’espressione della sessualità di molti giovani ma anche degli adulti. E’ indispensabile, però, sapere che qualora un minorenne invii o riceva immagini sessualmente esplicite, ritraenti se stesso o coetanei, vi sono dei rischi sia sul piano psicologico che sotto il profilo legale. Nella maggior parte dei casi le foto sono inviate da ragazzi e ragazze ad amici per gioco: per attirare la loro attenzione, per provocarne il desiderio, per rispondere alla richiesta di una “prova d’amore”. Scattarsi foto osè e inviarle sono per lo più azioni messi in atto seguendo l’impulso e senza pensare, tipico degli adolescenti: il fatto di essere nella solitudine della propria camera, fa sentire i ragazzi/le ragazze protetti/e rispetto all’esplorazione della propria sessualità, che avviene quindi in modo disinibito. Il destinatario può, però, fare un uso improprio del materiale ricevuto, come, ad esempio, nel caso di un fidanzato che lo invii ad altri per vendetta dopo essere stato lasciato. Oltre a non essere consapevoli del fatto che le foto/i video possono arrivare nelle mani sbagliate o essere diffusi contro la propria volontà, i ragazzi con meno di diciotto anni spesso non sanno di produrre e scambiare materiale che può servire alla pornografia, commettendo un reato che può essere perseguito penalmente. Proviamo a pensare al danno psicologico e alle conseguenze emotive sulla reputazione derivanti dal sapere che foto più intime inviate al fidanzato/a, potrebbero, nel caso in cui si litiga essere inviate per ripicca o peggio ancora immessi nel circuito di Internet. Spesso tali immagini o video, anche se inviate ad una stretta cerchia di persone, si diffondono in modo incontrollabile e possono creare seri problemi, sia personali che legali alla persona ritratta. Inoltre molto frequente e seguita dai ragazzi è quella pseudo-educazione  sessuale non autorizzata e così facilmente proposta in rete da pseudo professionisti, spesso subdola e ingannatoria (Gender). 


4° Pericolo: Adescamento online (Online grooming)


Indica il tentativo di un adulto di avvicinare un minore in rete e, una volta ottenuta la sua fiducia, parlare con lui di sesso, ottenendo foto, video e cercando di arrivare ad un incontro reale. Il grooming viene definito come una seduzione emozionale, una tattica escogitata dal predatore al fine di accalappiare il minore per soddisfare i propri impulsi sessuali e, talvolta, intrappolarlo anche con la minaccia affinché si costituisca un rapporto non occasionale ma di lunga durata. Il groomer, adeguatamente celato dietro un nickname scelto ad hoc per attirare l’attenzione della propria vittima precedentemente osservata, instaura un contatto molto "speciale" e molto spesso chiede l’invio di una fotografia o l’attivazione di webcam. Dopo aver “rotto il ghiaccio” con la vittima, cerca di sfondare il muro della diffidenza e dell’imbarazzo creando un legame che lo porterà a ricontattarlo anche successivamente. Il predatore cerca di diventare il suo “migliore” amico ed offre alla vittima un luogo sicuro dove riversare le sue frustrazioni, i suoi dispiaceri, le sue paure. In questo modo il minorenne dichiara apertamente una moltitudine di informazioni personali che potranno essere riutilizzate dall’adescatore in modo subdolo per poter raggiungere il suo scopo criminale.

5° Pericolo: CHALLENGE DI GIOCHI PERICOLOSI


Sta diventando virale sulla rete il nuovo gioco (Skcullbreacker) che vede la vittima al centro e altri due ragazzi ai lati che fingono di saltare per poi sgambettare quello collocato al centro che cade rovinosamente con la schiena per terra e, un terzo complice, che filma la scena col telefonino. I morti dei bambini che " giocano col pericolo" oramai si contano ogni giorno, e non solo in Italia ma nel mondo. Pochi mesi fa una bambina di 10 anni a Palermo è morta soffocata con una cintura: voleva vincere una black-out challenge su TikTok. Un altro bambino di 9 anni è morto impiccato a Bari. Sono ancora in corso le indagini. Siamo di fronte ad un problema ‘reale e non virtuale’, che ‘la pandemia ha aggravato perché è legato alla sostituzione dei luoghi di interazione fisici’. La polizia postale ha scovato un video con una sfida estrema, un uomo e una donna con il viso stretto nel nastro adesivo trasparente, naso e bocca tappati, senza poter respirare, pubblicato su Tik Tok. Il video era visibile a tutti gli utenti senza restrizioni, compresi i bambini.
C’è, dunque, tra i ragazzi di questa generazione un atteggiamento sprezzante e di sfida del pericolo, avvalorata da un esasperato tentativo di emulazione e omologazione. Ed è proprio l’emulazione che costringe i nostri adolescenti, ignari della pericolosità ,  ad andare in un vicolo senza vie di uscita. Necessario sapere anche che, su Telegram, altro social molto in voga tra i giovani e i giovanissimi,  c'è una applicazione che usa le immagini di donne e le spoglia completamente!!! E' semplice immaginare le conseguenze!!!

6° Pericolo Tik Tok

TikTok rappresenta un social con moltissime anomalie, con caratteristiche e peculiarità nocive per i giovani, soprattutto per quelli maggiormente influenzabili, creando in loro il pensiero o la convinzione che per farsi accettare dagli altri sia necessario assomigliare ai top TikToker, al solo scopo di diventare persone conosciute, alla moda e popolari.
Spesso su TikTok, si sono verificati e tutt’ora si verificano casi di giovani che non appartenendo a determinati canoni di bellezza, citati precedentemente, vengono pesantemente criticati, mettendo in evidenza frasi in riferimento al peso eccessivo, inestetismi etc. 
L'utilizzo spropositato di Tik Tok, il nuovo social che sta avendo grande successo specialmente tra i giovanissimi è oggi un fenomeno che sta spopolando sulla rete tanto violentemente che merita più attenzione rispetto ad altri. 
Va detto innanzitutto che, entrarci per la prima volta, anche solo per curiosità, è un’esperienza molto seducente; si viene catapultati in questo rullo infinito di video il cui senso a volte si fatica a comprendere, ma al tempo stesso diventa difficile staccarsene. Tik Tok ha un’elevata capacità di stupore, tiene incollati allo schermo per interminabili minuti, attivando un misto  di curiosità, divertimento e anche tanta perplessità. Attenzione massima a questo riguardo sulle Challenge di Tik Tok  che invitano a spogliarsi e rivestirsi in 15 secondi !! Conseguenze: Immagine di nudità infantilemateriale di cui sono molto ghiotti  i pedofili. Perchè TiK ToK funziona? Perchè stimola la velocità, il dinamismo. Generazioni della velocità a scapito della riflessione e della prudenza???

In Tik Tok emerge tutto il bisogno dei giovani di oggi di mostrarsi, di esibirsi, inteso non sempre in chiave narcisista e problematica insieme al bisogno inconscio di esorcizzare la noia la solitudine e la mancanza di relazioni vere e profonde.  Molto spesso vi si legge il tentativo di trovare una propria collocazione, un modo per dire al mondo e ai coetanei “ehi, ci sono anch’io e provo a farti capire chi sono attraverso ciò che mi piace e che so fare”. È un palcoscenico a costo zero che permette ai ragazzi di mostrare ciò che sono e permette molto più di altri social il libero sfogo della loro creatività. Ma facciamoci una domanda. Quante altre possibilità al di fuori della rete hanno i ragazzi di essere realmente visti e ascoltati? 


Interventi possibili

Per controllare e/o limitare l’accesso ai siti inadeguati, assai utile può essere il parental control o filtro famiglia, che permette ai genitori di monitorare o bloccare l’accesso a determinate attività da parte del figlio (siti pornografici, immagini violente o pagine con parole chiave), regolare il tempo di utilizzo.  Se veramente siamo consapevoli dei rischi che i nostri figli corrono sui social è necessario che tutti investiamo all'unisono sull’EDUCAZIONELa verità è purtroppo che i genitori non sono pienamente consapevoli dei rischi che corrono i figli sui social network. Dai dati di Telefono Azzurro emerge come oltre il 30% dei ragazzi ammette di aver postato su un social network qualcosa di cui poi si è pentito e due ragazzi su tre conoscono almeno un amico che è stato vittima di Cyberbullismo.  Valorizzare il tempo libero significa, in primo luogo, educare alla disconnessione dal virtualeGenitori ed Educatori possano e devono  educare al bello no al potente! Essere Regina o Re, si può, ma  alla maniera dei greci cioè frutto di quello equilibrio interiore che traspare anche senza trucco.

IL POTERE CURATIVO DELLE RELAZIONI

Tutti d'accordo ( Scuola-Famiglia-Chiesa ) a promuovere le culture del Sapere,  Saper Fare, Saper Essere.  E il Saper stare con gli altri ???? Competenza si,  ma nello stare insieme!!!
Uno dei problemi, a mio avviso più imponenti, che l’uso e l’abuso di internet innesca  la paura del contatto fisico reale. Forse anche il nostro cervello si sta modificando in fatto di relazioni. Siamo spontanei, interessanti e divertenti dietro lo schermo, ma teniamo gli occhi bassi e ci vergogniamo se dobbiamo parlare con piccoli gruppi di persone fisicamente reali.
Educare all’uso della tecnologia significa soprattutto EDUCARE a come usare consapevolmente un cellulare o un Pc. Ripartire dai fondamenti della genitorialità vuol dire anche riconoscere il proprio errore nel caso, assai frequente, in cui si è consentito a un figlio piccolo di far uso dello smartphone, “perché lo avevano tutti” o “per farlo stare buono”. Questo significa soggiacere a una dittatura culturale che andrebbe rovesciata se davvero teniamo a cuore la questione educativa. La strada è la RIEDUCAZIONE (Scuole per i Genitori -Insegnanti- Educatori).

URGE UN'ALLEANZA EDUCATIVA

che miri ad una formazione, prima, sui nuovi emergenti pacchetti provenienti dal web e, dopo, una adeguato controllo da esercitare sull'uso che di essi ne fanno i nostri figli.


Grazie, buon lavoro!!!



Maria Cristina Siino, psicologo e psicoterapeuta

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