lunedì 12 luglio 2021

Luigi Martin e Maria Zelia Guerin

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Luigi Martin (1823-1894) e Zelia Guérin (1831-1877)

Genitori che generano FIGLI SANTI   
(S. Teresa di Gesù Bambino)


I Carmelitani Scalzi celebrano oggi la memoria congiunta di Louis e Zélie Martin, che si sposarono a mezzanotte del 13 luglio 1858, dopo che il loro incontro venne favorito dalla Provvidenza, solo dopo pochi mesi dal fidanzamentoSono la prima coppia di sposi nella storia della Chiesa ad essere canonizzata insieme per la loro testimonianza umile e discreta di vita coniugale e familiare. Conducono una vita coniugale all'insegna del Vangelo, scandita dalla messa quotidiana, dalla preghiera personale e comunitaria, dalla confessione frequente, dalla partecipazione alla vita parrocchiale. Dalla loro unione nascono nove figli, quattro dei quali muoiono prematuramente. Tra le cinque figlie che sopravvivono, Teresa, la futura santa, nata nel 1873. I ricordi della carmelitana sui suoi genitori sono una fonte preziosa per comprendere la loro santità. I Martin educano le loro figlie a divenire non solo buone cristiane ma anche oneste cittadine. A 45 anni Zelia riceve la terribile notizia di avere un tumore al seno. Vive la malattia con ferma speranza cristiana fino alla morte avvenuta nell'agosto 1877. A 54 anni Luigi si trova da solo a portare avanti la famiglia Il sacrificio più grande per lui sarà di allontanarsi da Teresa che entra tra le carmelitane a soli 15 anni. Luigi viene colpito da una malattia invalidante che lo conduce alla perdita delle facoltà mentali.


Pensando a questa famiglia che è vissuta nel XIX secolo, in condizioni sociali molto diverse dalle nostre possiamo avere la tentazione di ritenere inadeguata la loro testimonianza per il nostro tempo così segnato dall’assenza di Dio, dal benessere, dall’uso e abuso della dignità umana, da un diverso ruolo della donna, ma la Chiesa li ha proclamati santi e ce li indica non perché dobbiamo imitare materialmente le scelte che hanno fatto, ma perché essi sono il segno che Dio in ogni tempo accompagna la sua Chiesa e dove trova una disponibilità può piantare nuovamente la sua tenda come fece con la ineguagliabile disponibilità della Vergine Maria, grazie al suo sì la salvezza è giunta  a noi. Luigi e Zelia sono stati dichiarati Venerabili durante l'Anno Internazionale della Famiglia (1994), sono stati beatificati nel 2008 e canonizzati nel 2015: come giorno della loro ricorrenza liturgica è stato scelto il 12 luglio, anniversario del loro matrimonio. Sapevano che il loro compito era quello di «allevare figli per il Cielo»: questo significava anzitutto una lunga, paziente e gioiosa attività per farli crescere, educandoli nella fede; per un destino eterno e felice.

Ciò che rese questi genitori "esemplari" - cioè modelli di vita cristiana - fu la loro capacità di vivere tutto come offerta: poiché essi avevano dato la vita in nome del Creatore (questo significa esattamente "procreare"), la riaffidavano alle Sue mani. Possiamo dire che i coniugi Martin vissero la generazione e l'educazione dei figli come preghiera: domanda di un dono, accettazione riconoscente, poi cura affettuosa del dono ricevuto. Se, in qualche caso, il dono veniva loro nuovamente richiesto, erano addolorati, ma non si sentivano traditi. Guardiamo perciò con questo spirito a Luigi e Zelia Martin, la loro è una santità vissuta nel contesto di una normale famiglia, fatta di quelle opere che appartengono alla vita coniugale e familiare. Niente di eccezionale, almeno in apparenza. E tuttavia, a ben vedere è proprio questa santità feriale che rappresenta una provocazione, uno stimolo per noi genitoriI genitori di santa Teresa del Bambin Gesù sono due coniugi che parlano di fedeltà, di amore, educazione, accoglienza del primato di Dio sulla persona e sulla vita… Semplicemente da sposi. Lo stile della vita di Luigi e Zélia era mettere Dio al primo posto. Ci sono santi che hanno compiuto grandi opere… questa santità ci affascina ma nello stesso tempo potrebbe anche non coinvolgerci perché la sentiamo troppo distante da noi. Di fronte alla testimonianza dei Santi Martin, invece, non possiamo accampare scuse, il loro stile di vita ci interpella, riguarda proprio noi che siamo chiamati ad una vita ordinaria. Luigi e Zelia insegnano i sentieri della santità  richiesto a tutti i battezzati: la fedeltà con cui hanno vissuto, la costante ricerca della volontà Dio, l’obbedienza nella prova. Le lettere di Zelia illustrano assai bene cosa vuol dire farsi santi nel quotidiano. La vita della famiglia Martin è piena di impegni e di preoccupazioni, intessuta di gioia e di sofferenze, in tutto questo i santi coniugi non staccano mai lo sguardo da Dio: è questo il cuore della loro spiritualità. “Dio è il primo servito”, questa frase ci dice bene quale fosse il posto di Dio nella casa dei Martin e di conseguenza ci esplicita anche il loro modo di concepire la vita di carità che vivevano i santi coniugi e la loro famiglia, basti pensare che in quel tempo la borghesia non apriva le porte di casa ai meno abbienti e invece una volta a settimana i Martin ospitavano i poveri nella loro casa. 

La Signora Martin se vedeva un povero per strada gli chiedeva di seguirla a casa, gli dava un pasto caldo, lo rivestiva e poi insieme con il marito si preoccupavano di sostenerlo …anche la piccola di casa aveva un ruolo speciale a Santa Teresa infatti era stato affidato il compito di accogliere una volta alla settima i poveri. Ma questa della carità, dell’attenzione verso i poveri è solo un aspetto di come la famiglia Martin ha declinato il primato di Dio nella vita. L’aspetto più qualificante, che meglio segna la loro santità soprattutto genitoriale, che li ha guidati nell’attenta educazione alla fede delle bambine, è stata la certezza che tutto è nelle mani di Dio, Lui è il primo padre di tutti e soprattutto dei figli. Molti genitori oggi dimenticano questo primato della paternità di Dio, siamo sempre pronti a rivendicare autorità e possesso sui figli, fino a costruire con loro una relazione conflittuale. Per i Martin era chiaro che non poteva esserci realizzazione per le loro figlie se non attraverso la crescita della loro coscienza di essere figlie di Dio il quale va amato sopra ogni cosa. Louis Martin e sua moglie Marie-Azélie (detta Zélie) Guérin, primi sposi a raggiungere insieme gli onori degli altari, sono stati canonizzati da Papa Francesco il 18 ottobre 2015. I loro nomi sono noti per essere i genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino (Teresina di Lisieux), la più piccola dei loro figli, canonizzata nemmeno trent’anni dopo la sua morte e proclamata Dottore della Chiesa per la sua dottrina detta “della Piccola Via”.


L’AMORE PER DIO PRIMA DI TUTTO

La famiglia Martin è uno dei bellissimi esempi nella storia della Chiesa che mostrano come la santità non si “improvvisa”. La giovane Santa di Lisieux è il capolavoro che Dio ha potuto formare in seno a una famiglia esemplare. Louis Martin nacque il 22 agosto 1823 a Bordeaux e Zélie il 23 dicembre 1831 a Gandelain, in Francia. Giovani devoti, desiderosi di anteporre l’amore per Dio a qualsiasi altra cosa, prima del loro incontro avevano entrambi ipotizzato una vita di consacrazione a Dio. Ma i piani del Signore erano altri. Louis, orientato a una vita monastica, avrebbe voluto entrare nell’eremo del Gran San Bernardo, ma fu rimandato a casa per concludere la formazione classica, essendo indispensabile la conoscenza del latino per l’ammissione. Dopo alcuni mesi di studi si ammalò e dovette abbandonare questo progettoZélie, attratta dal servizio agli umili, ricevette risposta negativa alla domanda di ammissione presso le suore di San Vincenzo de’ Paoli. Di fronte a questo rifiuto innalzò al Cielo una preghiera che sarebbe stata esaudita: “Allora, ve ne prego, datemi molti bambini e che essi vi siano tutti consacrati”. Si ritrovano nella vita di Zélie diversi piccoli episodi in cui si rivela in lei una sensibilità quasi mistica. L’8 dicembre 1851, dopo aver confidato alla Madonna le sue preoccupazioni per l’avvenire economico della famiglia d’origine, udì una voce interiore che la invitava ad applicarsi nel “punto di Alençon”, un merletto tipico della città, di particolare difficoltà e bellezza. Si conservano tuttora alcuni lavori da lei eseguiti con grandissima abilità, segno di uno spiccato talento, tanto più se si considera che, per evitare le attenzioni troppo insistenti di un supervisore, abbandonò il tirocinio prima di averlo concluso.

LE PROVE

Quale dolore struggente deve essere per una madre stringere tra le braccia il proprio figlio esanime! Non c’è esperienza più devastante. A Zelia è toccato viverla ben quattro volte. In occasione della morte della piccola Elena e poi della prima Teresa scrive al fratello e alla cognata raccontando loro gli ultimi istanti di vita delle sue due bambine, morte a distanza di otto mesi l’una dall’altra
La bellezza delle anime riluce nella prova. La famiglia Martin fu segnata a più riprese dalla sofferenza. Zélie diede alla luce nove figli, ma quattro morirono in tenera età. Sono strazianti le lettere che Zélie scrive in occasione delle morti dei figli; eppure si trova in esse una splendida rassegnazione alla Volontà di Dio, mai messa in discussione, sempre accolta con generosa fiducia. Zélie morì in giovane età per un cancro al seno. Consumata dai dolori pretese fino all’ultimo di essere accompagnata alla S. Messa festiva, non ritenendosi sufficientemente ammalata per esservi dispensata. La figlia Maria documenta: “Avevo paura di non poterla ricondurre a casa viva”. Volle anche andare alla S. Messa nel primo venerdì del mese di agosto, accompagnata dal marito, e dovette ammettere che, se non ci fosse stato qualcuno ad aprirle le porte della chiesa, non avrebbe neppure avuto la forza di spingerle per entrare. Eppure, non si dava arie da eroina: “Le grandi sofferenze! No, non ho virtù sufficiente per desiderarle: le temo, anzi”.

Louis, figura estremamente virile nella forza delle sue convinzioni, era capace di grandi atti di tenerezza, come quando, commosso alla vista della moglie sofferente, la vegliava tutta la notte, prendendola in braccio affinché lei potesse trovare un po’ di sollievo. Se durante la giovinezza a Louis toccò il sacrificio delle vite materiali dei suoi piccoli e quella della stessa moglie, col passare degli anni gli fu chiesto anche il sacrificio delle figlie rimaste in vita, quando, una dopo l’altra, chiesero di potersi consacrare a Dio entrando in monastero. Anche Louis diede prova del suo abbandono dicendo, pur nell’umana mestizia, che Dio gli faceva un grande onore chiedendogli il sacrificio di tutte le figlie, compresa la più piccina, Teresina, alla quale egli era particolarmente legato. Non solo non si oppose alla sua vocazione, ma ne divenne il primo zelatore, accompagnandola fino a Roma nell’ardita impresa di chiedere al Santo Padre il permesso speciale di entrare in monastero a soli 14 anni.

MODELLO PER OGNI FAMIGLIA

Con la loro testimonianza di grande integrità e di fedeltà senza compromessi ai comandi di Dio, i coniugi Martin rappresentano un modello eccellente di santità “imitabile” per tutti i laici. In particolare, costituiscono un punto di riferimento per ogni famiglia cristiana. Le nature di Zélie e Louis erano certamente diverse, eppure, fondando la loro unione su Dio solo, hanno saputo armonizzarle perfettamente e fornire alle figlie un’educazione esemplare, sicura, ferma e affettuosa allo stesso tempo. L’ideale da loro proposto è molto alto, ma la loro vita ci insegna che è possibile realizzarlo tramite il ricorso costante alla preghiera, la frequenza ai sacramenti e l’abbandono senza riserve alla Volontà di Dio.  Dichiarandoli Santi è come se la chiesa dicesse ‘ecco, questi sono un modello a cui ispirarsi’ nell’affrontare le proprie vicissitudini familiari quotidiane. Nella nostra Chiesa sono stabilmente esposte già da tre anni  le Reliquie "ex carne" dei coniugi Martin. La peregrinatio ha proprio lo scopo di lasciare alle reliquie di questi Santi Coniugi la possibilità di ‘parlare’ alle persone. Avere un contatto con la reliquia fa capire come la santità non sia lontana dalla quotidianità della vita. Accorriamo allora  a rendere culto e a chiedere le grazie di cui abbiamo urgentemente bisogno.

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