sabato 9 aprile 2022

Esperienza sinodale, prima fase

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Chiesa sinodale
 Chiesa dell'ascolto
Parrocchia Maria SS. delle Grazie 
Corleone
Aprile 2022

PREMESSA
Sulla scia del rinnovamento della Chiesa proposto dal Concilio Vaticano II, questo cammino percorso insieme potremmo definirlo al tempo stesso un dono e una responsabilità. A partire dal contesto in cui questo Sinodo si è svolto: una pandemia globale, la guerra tra Russa e Ucraina, il crescente impatto del cambiamento climatico, migrazioni, varie forme di ingiustizia, razzismo, violenza, persecuzioni e crescenti disuguaglianze in tutta l’umanità, per citare alcuni fattori. Nella Chiesa, il contesto è segnato anche dalla sofferenza vissuta dai minori e dalle persone vulnerabili a causa di abusi sessuali, abusi di potere e abusi di coscienza perpetrati da un numero significativo di membri del clero e persone consacrate. Detto questo, ci troviamo in un momento cruciale, triste e difficile della vita nella Chiesa e nel mondo. La pandemia COVID-19 ha fatto esplodere le disuguaglianze già esistenti. Allo stesso tempo, questa crisi globale ha ravvivato la nostra consapevolezza che siamo tutti sulla stessa barca e che “il male di uno va a danno di tutti” . Il contesto della pandemia COVID-19 e tutto il resto hanno certamente influenzato lo svolgimento e i risultati del processo sinodale non solo nella nostra comunità parrocchiale. In questo contesto, la sinodalità rappresenta veramente il cammino attraverso il quale la Chiesa può essere rinnovata dall’azione dello Spirito Santo, ascoltando insieme ciò che Dio ha da dire al suo popolo. Tuttavia, questo cammino percorso insieme non solo ci ha  unito più profondamente gli uni agli altri come Popolo di Dio, ma ci ha inviati anche a portare avanti la nostra missione da battezzati, a volte assopita. 

«Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si attende dalla Chiesa del terzo millennio». Queste parole Papa Francesco le ha pronunciate nel 2015 a Roma, in occasione del 50º anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi. Per il Papa il Sinodo non deve negare i disaccordi, i carismi, le sensibilità in seno alla Chiesa ma al contrario esplorarle come differenze per mettersi alla ricerca di una coesione più grande. «Su tutti effonderò il mio Spirito; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno sogni» (At 2,17; cfr. Gl 3,1). È l’esperienza che abbiamo fatto in questo Sinodo, camminando insieme e ponendoci in ascolto della voce dello Spirito. Egli ci ha stupito con la ricchezza dei suoi doni, ci ha colmato del suo coraggio e della sua forza per portare al mondo la speranza. Nel  “camminare insieme”, nel praticare la sinodalità, tutti noi siamo stati chiamati, in virtù del nostro Battesimo, a partecipare attivamente alla vita della Chiesa. È in questo orizzonte ecclesiale, ispirato al principio della partecipazione di tutti alla vita ecclesiale, che S. Giovanni Crisostomo poteva dire: «Chiesa e Sinodo sono sinonimi». Il senso del cammino a cui tutti siamo chiamati è anzitutto quello di scoprire il volto e la forma di una Chiesa sinodale, in cui «ciascuno ha qualcosa da imparare. Una Chiesa sinodale è un segno profetico soprattutto per tutte le comunità incapaci, oggi più che mai, di proporre un progetto condiviso, attraverso il quale perseguire il bene di tutti: praticare la sinodalità è oggi per la Chiesa una sfida importante, il modo più evidente per essere concretamente «sacramento di salvezza».

APOSTOLATO DELL'ORECCHIO

ESPERIENZA
Il cuore dell’esperienza sinodale è l’ascolto di Dio attraverso l’ascolto reciproco, ispirati dalla Parola di Dio. Ci ascoltiamo fra noi per udire meglio la voce dello Spirito Santo che parla nel nostro mondo di oggi. Tutti noi, protagonisti di questa esperienza, pur provenendo da contesti molto diversi dal punto di vista culturale ed ecclesiale, abbiamo avvertito fin dall’inizio una sintonia spirituale, un desiderio di dialogo e una vera empatia. Abbiamo lavorato insieme, condividendo ciò che ci stava più a cuore, comunicando le nostre preoccupazioni, non nascondendo le nostre fatiche, i nostri dubbi e le nostre perplessità. Tanti interventi hanno generato in noi commozione e compassione evangelica: ci siamo sentiti un solo corpo che soffre e gioisce. Vogliamo condividere con tutti l’esperienza di grazia che abbiamo vissuto e trasmettere alle nostre Chiese e al mondo intero la gioia del Vangelo. Inoltre la presenza dei giovani ha segnato una novità: attraverso di loro è risuonata nel Sinodo la voce di tutta una generazione. Camminando con loro,  abbiamo sperimentato che la vicinanza crea le condizioni perché nella Chiesa ci sia spazio di dialogo e testimonianza di fraternità che affascina tutti, piccoli e grandi. La forza di questa esperienza supera ogni fatica e debolezza. Il Signore continua a ripeterci: "Non temete, io sono con voi." Questa esperienza ci ha insegnato soprattutto che ciò che conta è maturare in noi una vera e propria mentalità sinodale; comprendere cioè  che davvero «la Chiesa è costitutivamente sinodale», cioè Popolo di Dio che cammina insieme sapendo dove va, verso cioè  il compimento del Regno, che è Gesù Cristo. Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell'ascolto, nella consapevolezza che ascoltare “è più che sentire”, ci ha detto il Papa. Per la prima volta non solo tutti i Vescovi, ma tutto il Popolo di Dio è stato coinvolto nel processo sinodale.  La prima parte di questo processo sinodale si è svolto quindi attraverso l'ASCOLTO DEL POPOLO DI DIO che vive nella nostra Chiesa Corleonese. “Ascolto, dialogo, discernimento, responsabilità” sono le parole chiave di uno stile sinodale. È stato un ascolto reciproco in cui ciascuno ha avuto qualcosa da donare e da imparare. Il primo servizio che si deve agli altri consiste nel prestare loro ascolto: Papa Francesco lo chiama da tanti anni così: “l’apostolato dell’orecchio”, ascoltare più voci, esercitare la virtù della pazienza, farsi sorprendere dalla verità, ascoltare soprattutto chi si trova nel disagio. L’esame di coscienza” ci ha messo tutti di fronte l’esigenza di un apertura leale, fiduciosa e onesta all’altro. Si è scelto di concentrare tutto in un solo interrogativo fondamentale. Come facilitatori abbiamo riformulato tale domanda semplificandola, secondo quanto segue: Oggi, come stiamo camminando con Gesù e con i fratelli per annunciarlo? Per il domani, che cosa lo Spirito sta chiedendo alla nostra Chiesa per crescere nel cammino con Gesù e con i fratelli per annunciarlo? Appare evidente nella formulazione stessa di queste domande la peculiarità dello stesso cammino sinodale, che è e si è rivelato, attraverso l'esperienza, una straordinaria risorsa: il suo oggetto, la sinodalità, è stato anche il suo metodo. In altre parole: mentre mettevamo a tema la sinodalità ne facevamo contemporaneamente esperienza insieme, crescendo. Tenendo sempre presente le parole del Papa: «Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare è più che sentire». L’ascolto è il primo passo, ma richiede di avere mente e cuore aperti, senza pregiudizi. Alle domande qui di seguito riportate, ognuno ha avuto la possibilità, in base ai propri vissuti e al cammino fatto, di dare una personalissima risposta, condizione indispensabile per poter ascoltare e imparare qualcosa di nuovo.
Ci sentiamo ascoltati nella Chiesa?
L’ascolto della parola di Dio e l’ascolto della vita delle persone quanto secondo noi vanno insieme?
Chi è più in difficoltà, chi soffre, chi è povero o è solo trova ascolto nella comunità ecclesiale?
Che cosa impedisce l’ascolto e che cosa lo favorisce?
L’ascolto è la parola che più di tutto apre al cambiamento interiore lasciando spazi necessari di silenzio per individuare la presenza di Dio nell’altra persona.
Il vero protagonista di questo ascolto è lo Spirito: “saper riconoscere la voce dello Spirito nelle persone” è ciò che ha permesso di uscire dall’autoreferenzialità. Lo scopo è stato proprio  quello di smascherare e combattere il virus dell’autosufficienza: siamo tutti sulla stessa barca. Insieme formiamo il Corpo di Cristo. Mettendo da parte il miraggio dell’autosufficienza, possiamo imparare gli uni dagli altri, camminare insieme e metterci al servizio gli uni degli altri. Possiamo costruire ponti che oltrepassano i muri che a volte minacciano di separarci - età, sesso, ricchezza, abilità differenti, diversi gradi di istruzione, ecc. Ascoltare tutti senza dimenticare nessuno: Imparando gli uni dagli altri, possiamo riflettere meglio la meravigliosa realtà multiforme che la Chiesa di Cristo è chiamata ad essere.

Essere sinodali richiede di dedicare del tempo alla condivisione: Siamo stati invitati a parlare con autentico coraggio e onestà per vivere in modo integrato libertà, verità e carità. Tutti possono crescere nella comprensione attraverso il dialogo. L’umiltà nell’ascoltare  corrisponde al coraggio nel parlare: Tutti hanno il diritto di essere ascoltati, così come tutti hanno il diritto di parlare. Il dialogo sinodale dipende dal coraggio sia nel parlare che nell’ascoltare. Non si tratta di impegnarsi in un dibattito allo scopo di convincere gli altri. Si tratta piuttosto di accogliere ciò che gli altri dicono come un modo attraverso il quale lo Spirito Santo può parlare per il bene di tutti (1 Corinzi 12,7). Il dialogo ci porta alla novità e ci aiuta ad essere disposti a cambiare le nostre opinioni in base a ciò che abbiamo sentito dagli altri
Il tema del Sinodo è “Per una Chiesa sinodale: Comunione, partecipazione e missione”.  Queste tre dimensioni sono profondamente interconnesse. L'esperienza vissuta ci ha dato conferma che non può esserci missione senza comunione e partecipazione attiva come chiesa in cammino. Tutti siamo chiamati a questo esserci:  gratuitamente abbiamo ricevuto e gratuitamente diamo. Come Maria.
Maria è madre, membro e modello della Chiesa in cammino: nella Sua bellezza vediamo riflessa la luce di Dio; nella Sua storia riconosciamo la nostra storia. Non può esserci sinodo senza di Lei.

O Madre del Magnificat,
ancora una volta corri in fretta,
vuoi fare sinodo,
vuoi “camminare con” noi e per noi;
entrare nelle case della gente;
visitare i luoghi dove dimora,
lavora e suda,
lotta e spera,
soffre e gioisce.
Portaci con te,
insegnaci che l’ascolto
è la prima forma dell’amore,
lo spartito dell’ inno alla gioia.
Sostieni e benedici
i passi della Chiesa
mentre va incontro alla gente
per ascoltare e narrare,
in questa prima fase
del cammino sinodale.
Amen.
O Madre della speranza,
quanta paura avrà soffocato il tuo respiro
mentre le lacrime rigavano il viso
e l’angoscia infiacchiva il tuo passo
nell’ansimante ricerca di Gesù.
Stessa paura, medesime lacrime, identici sospiri,
che ancora oggi provi nel vedere noi, tuoi figli,
smarriti e scoraggiati.
Il tuo cuore di Madre non ti dà pace:
ripercorri le nostre strade, segui le nostre tracce,
mentre ostinatamente continuiamo ad allontanarci
da te e da tuo figlio Gesù.
Non ti scoraggiare, o madre cara, 
continua a cercarci:
abbiamo bisogno di te.
Così, al termine del cammino sinodale
saremo ancora insieme,
per amare il Signore in una Chiesa “ritrovata “.
Amen.




1 commento:

  1. Grazie!
    Sinodo è scoprire che lo Spirito Santo non è stanco di spingere verso nuovi approdi fatti di ascolto.

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