giovedì 3 agosto 2023

S.O.S. Adolescenti in crisi....parliamone....



C r i s i   E s i s t e n z i a l e 
G i o v a n i   
e   D e p r e s s i o n e
🤙S c r i v e t e   u n   c o m m e n t o🤙
a l   n.  3 2 7 1 9 6 5 4 7 6

p R E M E S S A
Il termine adolescenza viene dal latino “adolescere” (cioè “crescere”) ed infatti è la fase della vita che segue l’infanzia, prima di raggiungere l’età adulta. Potremmo dunque definire l’adolescenza come un periodo di transizione, di cambiamento, fra l’infanzia e l’età adulta. Come tutti i periodi di cambiamento, esso prevede delle trasformazioni e delle sperimentazioni di nuovi modi di comportarsi, per adattarsi alle nuove necessità. L’adolescente non solo assiste al cambiamento del suo corpo, ma si trova a rimettere in discussione tutte le competenze e le conoscenze acquisite, il rapporto con se stesso e con gli altri, sperimenta nuovi piaceri, conosce nuovi doveri e responsabilità, deve imparare a gestire nuove emozioni. Tutti questi cambiamenti producono una crisi esistenziale, in cui gli adolescenti possono non sentirsi compresi o sentirsi rifiutati, dagli adulti e dai coetanei.
E'  una fase della vita paragonabile ad una seconda nascita, con relativa gravidanza, travaglio e parto; è un periodo in cui i nostri giovani si trovano a staccarsi dalla loro “infanzia” e quindi devono affrontare la separazione dalla loro vita protetta, con tutti gli annessi e connessi. Tutto questo disagio si manifesta con giovani che si isolano con Internet, con la Play Station e che esprimono difficoltà a rapportarsi con gli adulti utilizzando spesso un dialogo a monosillabe. Ragazzi che manifestano un vuoto di identità, perché non avendo ancora costruito il “chi sono io”, il “cosa voglio fare da grande” ed il “come si fa a vivere”, sono impreparati. La vita fino a quel momento è stata solo pensata, è teoria, è il cellulare. Molti adolescenti si trovano piccoli di fronte a qualche cosa di molto più grande. La sensazione di frustrazione ed incapacità di fronte alle richieste della scuola, della famiglia e del sociale, li porta a a sentirsi sbagliati e sentirsi inadeguati. Anche la depressione e l’angoscia diventano momenti che si alternano al vuoto interiore, a stati di annullamento personale, ad una visione senza speranza nei confronti del futuro. L’autostima  va nutrita sempre, sin dalla primissima infanzia, (evitando di incorrere nel rischio narcisistico opposto)  in modo tale che quando si arriva all’adolescenza si hanno già delle basi solide, che permettano la costruzione della propria identità e di sviluppare un senso di fiducia verso il mondo esterno e verso le proprie capacità. La fase adolescenziale è di per sé carica di sfide, di cambiamento e può suonare difficile districarsi nella giungla di pensieri ed emozioni che possono travolgere l'adolescente. Il turbinio di pensieri ed emozioni sono in costante confronto con le mille idee/pensieri di chi è attorno a noi. Discernere e/o scegliere cosa pensare e cosa sentire può divenire difficile e spingere semplicemente a seguire il "branco". Ma il "branco" può essere anche maggiormente lesivo. Mentre si cercano punti di riferimento vicini al proprio modo di sentire, i genitori, gli insegnanti, chiunque ci sta attorno può sembrare inadeguato o lontano da noi…Escludersi dal "branco" o da un gruppo, isola. Ma il gruppo nasconde problematiche di credenze negative che possono essere gravemente lesive sulla giovane personalità ancora in fase di consolidamento. La strada della propria identità è unica e personale. Il senso di solitudine, di mancanza di direzione può condurre a stati di tristezza, malinconia. E anche di depressione. 

S E   N O N   E'  s E M p l i C E   
C R I S i    E S I S T E N Z I A L E . . . 
La depressione in adolescenza invece è un fenomeno che, oltre ad essere molto dipendente dallo stadio di sviluppo in cui si trova l’adolescente, è caratterizzato da diverse manifestazioni psicofisiche che persistono nel tempo e interferiscono sulla qualità della vita a livello sociale, personale e scolastico. Tra questi, ci sono sintomi fisici tra i quali sensazione di stanchezza non dovuta a sforzi eccessivi e mancanza di energia che si presentano senza causa apparente e non sono giustificate da vere e proprie richieste ambientali eccessive, repentine modifiche di peso e di appetito, rallentamento motorio, sonno irregolare, frequenti mal di testa, mal di stomaco e dolori alle articolazioni. Ai sintomi fisici si aggiungono anche disturbi del pensiero come la frequenza a sperimentare vergogna e senso di colpa in relazione ad eventi negativi, una bassa autostima dovuta alla convinzione di non essere in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati, scarsa autoefficacia a causa della poca fiducia nelle proprie capacità unita ad una sovrastima della frequenza degli eventi negativi e la sottostima degli aspetti positivi di sé. Inoltre, nei casi più a rischio, possono essere presenti idee e comportamenti suicidari.
Ognuno di noi sperimenta nel corso della giornata o nella normalità della propria esistenza variazioni del tono dell’umore, ovvero cambiamenti nel proprio equilibrio dell’espressione delle emozioni e degli stati d’animo; l’umore della persona rappresenta l’insieme delle caratteristiche affettive, umorali che condizionano e definiscono l’esistenza. Il disturbo bipolare è un disturbo che condiziona appunto il tono dell’umore ed è caratterizzato dalla presenza di episodi ipomaniacali, maniacali, misti accompagnati da episodi depressivi. Chi ne soffre può essere al settimo cielo in un momento e alla disperazione in un altro, senza alcuna ragione apparente, passando dal paradiso della fase maniacale o ipomaniacale all’inferno della fase depressiva anche molto frequentemente. L’età media di esordio è di 18 anni. La difficoltà generale dei ragazzi nel comunicare i propri sentimenti sta portando gli esperti a interrogarsi sul fatto che il problema sia molto sottovalutato. Ufficialmente, i dati mostrano che i tassi di depressione sono più alti tra le ragazze, con l'impatto negativo dell'esposizione a standard di bellezza impossibili celebrati dai social media e la pressione ad adattarsi alle aspettative soffocanti della società su come le donne dovrebbero apparire e comportarsi. Inoltre, la violenza contro le donne e l'ostilità nei confronti dei diritti delle donne possono contribuire a creare nelle ragazze sentimenti di disperazione e di mancanza di speranza. La depressione può portare a una sensazione di intorpidimento, come se ci si sentisse anestetizzati e incapaci di provare emozioni, indifesi e senza speranza. Tutto sembra aver perso il valore che aveva prima. La depressione è prevalentemente un disturbo dell’umore. La tarda adolescenza e la giovinezza sono anni di picco per l'insorgenza del disturbo bipolare, con un esordio maggiore intorno ai 18 anni (per il disturbo ciclotimico 15-20 anni). Il disturbo bipolare si articola in due fasi: la fase maniacale (umore alto, senso di euforia, grande loquacità, aumento delle attività, coinvolgimento eccessivo) e la depressione bipolare (umore basso, tristezza, angoscia, tendenza a disinteressarsi ad ogni cosa). Nei casi di depressione accertata e diagnosticata ci sono ripetuti episodi di umore depresso, perdita totale di interesse in generale e per il piacere (anedonia); perdita di concentrazione e di memoria, rifiuto per qualsiasi forma di responsabilità o impegno, difficoltà a prendere decisioni. A questo si associa, nella maggior parte dei casi, una forte perdita di autostima. I disturbi depressivi possono comparire a seguito di un evento scatenante, ma altre volte anche senza un motivo apparente. C'è sempre una causa anche quando apparentemente non si vede. Spesso, quando ci sembra che la depressione arrivi dal nulla o, paradossalmente, in un momento felice, si può trattare di un post-traumatico da stress vale a dire un episodio anche piccolo e banale che va ad aprire vecchie ferite mai risolte o di un calo di tensione emotiva accumulata dal soggetto fino a quel punto per il raggiungimento di un obiettivo. I campanelli d’allarme da non sottovalutare sono tutti gli sbalzi, i disequilibri o i cambiamenti improvvisi. La depressione è una delle patologie più difficili da diagnosticare poiché molto spesso il soggetto riesce a compensarla, a fingere, anche con se stesso, che non ci sia. La contrasta, ci si oppone: mangiando di più o di meno, bevendo molto, cambiando lavoro in continuazione mosso da uno stato di profonda insoddisfazione e infelicità. Molti addirittura si rinchiudono in una passione che però, avendo il solo scopo di isolare, diviene ossessiva.  Alcuni eventi traumatici, inoltre possono turbare in modo particolarmente violento l’adolescente che, per motivi di età, è troppo giovane per essere messo a contatto con lutti, tragedie, malattie ecc. e questo è del tutto normale. Questi eventi sono tutti fattori che possono scatenare una depressione evidente: bisogna preoccuparsi se questa dura più di 2 mesi.


Le cose si complicano invece se il ragazzo manifesta malessere, anche in assenza di traumi…Un soggetto depresso che non riconosce il suo status ( che non è consapevole)  tenterà di mettere in atto tante strategie di compensazione che, in psicologia, vengono definite “tentate soluzioni”. Spesso eliminare le tentate soluzioni, che, invece di risolvere ingigantiscono il problema, è più difficile che eliminare il problema stesso. Quindi facciamo attenzione. Concludo dicendo che è  molto importante che venga effettuata una diagnosi in tempo, anche se non è un’impresa semplice vuoi per l'età già difficile in sè che per la possibile crisi esistenziale evolutiva nella quale l'adolescente si  trova. Non sottovalutare mai i principali campanelli d'allarme, come la perdita di interesse o di piacere per le normali attività quotidiane. Prevenire è preferibile che curare.

Dott.ssa Maria Cristina Siino
Psicologo/Psicoterapeuta

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