giovedì 10 agosto 2023

Beato Pier Giorgio Frassati

“Vivere senza una fede, 
senza un patrimonio 
da difendere,
senza sostenere in una 
lotta continua
 la verità, non è vivere
 ma vivacchiare. 
Noi non dobbiamo
 mai vivacchiare, 
ma vivere" 
(
“Il mio testamento, diceva, 
mostrando la corona del Rosario,
 lo porto sempre in tasca”.
(Beato Pier Giorgio Frassati)

“L’uomo delle Beatitudini”

Pier Giorgio Frassati, nato a Torino il 6 aprile 1901, apparteneva a una delle famiglie piemontesi più note di quel tempo. Suo padre, Alfredo, avvocato, era proprietario e direttore del quotidiano La Stampa. 
Nel 1913, divenne senatore del Regno e nel 1920 fu nominato ambasciatore d’Italia a Berlino.  La madre, Adelaide Ametis, discendente da una nobile famiglia, era una pittrice di valore. 

Primogenito, unico erede maschio della potente famiglia Frassati, Pier Giorgio aveva tutto per essere l’idolo del jet set torinese e per condurre un’esistenza brillante e spensierata. Invece, tra la meraviglia e il disappunto di familiari, parenti e amici, egli scelse la strada dell’umiltà, del sacrificio, della preghiera, dell’impegno nell’aiuto ai poveri e ai diseredati. Proprio come, nel Medioevo, aveva fatto Francesco d’Assisi, il figlio del ricco mercante Bernardone. E come Francesco, anche Pier Giorgio divenne una figura scomoda per la ricca società borghese di Torino, e un esempio luminosissimo per coloro che credevano negli insegnamenti del Vangelo.

Nella sua breve ma intensa vita, Pier Giorgio fu studente universitario, terziario domenicano, membro della Fuci e dell’ Azione Cattolica, e soprattutto attivissimo nella “San Vincenzo”, l’associazione fondata da Federico Ozanan a favore dei poveri. Per la sua generosità e per la dedizione eroica alle persone bisognose, era amato e ammirato da tutti coloro che lo conoscevano e lo frequentavano. E ancora oggi, a distanza di tanto tempo, resta un esempio luminoso di altruismo. 

Giovanni Paolo II raccontò che anche lui, da ragazzo, nella Polonia, sotto il regime comunista, ebbe in Pier Giorgio Frassati un esempio formidabile, che lo aiutò a sostenere e praticare le sue convinzioni religiose in quei momenti drammatici di persecuzione. E fu proprio Giovanni Paolo II che, nel 1990, volle proclamarlo beato. Da allora, Pier Giorgio Frassati è diventato un simbolo speciale per i giovani cristiani di tutto il mondo. Pier Giorgio non aveva niente a che fare con l’immagine del “santerello”, taciturno e remissivo. Era un vulcano di energia e di attività. Aveva un carattere forte e deciso. Era temerario, burlone, sempre pronto a combinare scherzi atroci e se era necessario anche a menare le mani. La sue “scazzottate” per le strade di Torino, per difendere le sue idee, le sue convinzioni religiose e le sue scelte sociali, sono rimaste famose. Aveva pugni pesanti e più volte, dopo gli scontri di piazza tra opposte fazioni, venne fermato dalla polizia e portato in questura. Era insomma un “uomo”, un “grande uomo”. 

Dopo Giovanni Paolo II, anche Benedetto XVI ha contribuito a far conoscere questo giovane. Nel 2008, volle che il corpo di Pier Giorgio fosse presente a Sidney, in Australia dove si teneva la 23° Giornata Mondiale della Gioventù. Anche Papa Francesco mostra continuamente grande ammirazione per questo giovane. Nel giugno 2015, durante la sua visita pastorale a Torino, si fermò a pregare sulla tomba di Pier Giorgio affermando: "Frassati è un modello di fiducia e audacia evangelica per i giovani d’Italia e del mondo". Pier Giorgio è un giovane che ama la poesia e le scalate in montagna. Spesso raggiunge a piedi il Santuario della Madonna di Oropa e, al ritorno, recita il Rosario e canta le Litanie. Soccorre tutti i poveri che bussano alla porta della sua casa. Per questo suo impegno caritatevole riceve l'appellativo di "apostolo dei poveri".

Nel 2016, sull’esempio di quanto aveva fatto Benedetto XVI, volle che il corpo di Pier Giorgio fosse presente alla giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia. E nel “Messaggio” indirizzato ai ragazzi che avrebbe incontrato a Cracovia, disse: “Piergiorgio era un giovane che aveva capito che cosa vuol dire avere un cuore misericordioso, sensibile ai più bisognosi. A loro dava molto più che cose materiali; dava sé stesso, spendeva tempo, parole, capacità di ascolto. Serviva i poveri con grande discrezione, non mettendosi mai in mostra”.

L’anno scorso, 2017, Papa Francesco annunciò il XV Sinodo dei Vescovi, che si terrà a ottobre 2018, e che ha come tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. E Pier Giorgio Frassati è diventato immediatamente il “simbolo” del Sinodo. Lui, che era bello, ricco, appartenente a una famiglia potente, non si lasciò imprigionare dalle agiatezze della sua condizione, ma abbracciò il Vangelo, realizzando, con una dedizione totale ed eroica, i consigli dati da Gesù.
La sua breve, ma intensa esistenza, fu la realizzazione, nel quotidiano, dello straordinario nell’ordinario. Ogni suo atto era svolto con la volontà del missionario, dell’evangelizzatore che grida con gioia al mondo il prodigio della salvezza e molti specchiandosi nel suo sorriso e nei suoi occhi scrutavano la propria anima, non a caso alcuni suoi cari amici scelsero la strada del sacerdozio. Era un giovane di una gioia trascinante, una gioia che superava anche tante difficoltà della sua vita. Diceva di voler ripagare l’amore di Gesù che riceveva nella Comunione visitando e aiutando i poveri.

Pier Giorgio è stato coerente fino alla fine perché è visitando i malati negli ospedali che si è preso il virus della poliomielite. L’ultimo suo sforzo per vincere la paralisi a causa dell’infezione, è un atto di carità: scrive su un foglietto il nome di un povero e chiede ad un confratello di portargli l’aiuto promesso. Muore il 4 luglio del 1925 e il giorno del funerale l'intera città gli rende omaggio. Viene dichiarato beato il 20 maggio del 1990 da San Giovanni Paolo II che lo definisce “l’uomo delle Beatitudini”. La sua salma si trova nella cattedrale di Torino dove stasera, alle ore 18.00 l’arcivescovo monsignor Cesare Nosiglia presiederà la Santa Messa in occasione della festa annuale a lui dedicata.

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