mercoledì 27 dicembre 2023

Natale 2023

 
Dire "Natale" è dire speranza
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Il clima Natalizio quest’anno è particolarmente contrassegnato da situazioni negative. Però non deve indurci a non sperare al cambiamento. Il “vero” significato del Natale, sia esso religioso , cristiano o laico risiede nel messaggio di “Quel Bambino” che viene al mondo, la speranza, la luce che illumina, l´atmosfera della “rinascita”, l´entusiasmo di ciò che ancora è in grado di promettere il futuro: la promessa del tempo. Liberiamo il Natale dalle incrostazioni consumistiche e festaiole. Non il Natale delle luci, delle vetrine addobbate a festa , dei rivestimenti retorici e fantasiosi che lo rendono una favola mielosa e stucchevole. Queste pratiche natalizie degli acquisti e dei consumi sono la testimonianza di una cultura becera e consumistica che produce solo ad un arido divertimento, e non porta a ritrovare in noi la gioia, quella dell’anima.
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Il grido di Natale per il mondo di quest'anno è che c'è speranza nonostante ciò che vediamo e viviamo. Non è questo il momento di soffermarsi sulle sofferenze, le guerre e i crescenti conflitti che ci assediano provocando tanto dolore e tante vittime. Sono quasi sempre frutto dell'egoismo umano, dell'ingiusta ambizione di potere e di ricchezza, ovvero, dell'autoproclamazione di alcuni come "signori degli altri" e delle risorse della terra.
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È il disprezzo degli altri per raggiungere fini ingannevoli e ingiusti, soprattutto quando vengono cercati con la forza... Quante vittime e quanto dolore! Negli ultimi anni e negli ultimi mesi abbiamo assistito a una crescita costante di questa evoluzione tragica. Non riusciamo a imparare dal passato, anche se conosciamo le lezioni che la storia ci ha insegnato, continuiamo a ripetere gli stessi errori nella cosiddetta era digitale, dell'innovazione e della conoscenza, conoscenza che evidentemente non abbiamo mai acquisito fino in fondo.
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In questo contesto è difficile parlare di speranza, e lo è certamente in modo particolare per coloro che sono direttamente colpiti da queste tragedie.
Tuttavia, c'è. C’è speranza. Dire Natale è dire speranza.
Non si tratta di alleanze firmate tra uomini, che vengono facilmente disattese dalle nostre ambizioni. Si tratta della grande alleanza che Dio ha deciso di stringere con l’umanità. È l'alleanza più vantaggiosa che esista, perché è Dio stesso che si impegna, qualsiasi cosa accada, qualsiasi cosa succeda, a sostenere l'universo e tutti gli esseri umani al suo interno. Lo fa incarnandosi, facendosi uomo in un bambino, Gesù, nascendo in una mangiatoia, manifestando così la sua decisione di farsi povero con i poveri, che sono i suoi prediletti.
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I suoi sono tutti gesti e figure molto semplici e fragili di fronte a poteri e ambizioni distruttive, come quelle che Gesù ha incontrato nel suo tempo. Ma è la Parola ed è l'impegno più solido e potente, che non si spezzerà mai, che non si esaurirà mai, anzi, che continuerà senza sosta finché non trionferanno l'amore, il perdono e la riconciliazione, la giustizia e la vera libertà.

Con la nascita del Bambino Gesù a Betlemme, nasce l'unica vera speranza per il mondo e per tutti i suoi abitanti. Per questo, Natale è un tempo da celebrare, un tempo di gioia e di festa, anche a dispetto di ciò che stiamo vivendo oggi nel mondo. È un tempo da celebrare per tutti, anche per i malati e le persone sole. La venuta di Gesù è un canto di speranza per tutti, nessuno escluso.
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È vero che nel mondo di oggi a fare più rumore è ciò che distrugge, ma dobbiamo anche riconoscere i tanti gesti, segni e azioni che ci parlano già della presenza di questa speranza, che anticipano o ci ricordano la permanenza del Natale, al di là della nostra epoca che sembra essere sempre più preda dei nuovi mercanti dei nuovi templi del business e dell'inganno: i gesti di perdono e di amore vero di una madre e di un padre verso i figli, la decisione di tanti giovani di andare in luoghi remoti per aiutare persone in situazioni di povertà, le tante persone che silenziosamente aiutano gli altri, a volte con piccoli gesti, a volte con grandi gesti.
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Pensiamo ai tanti missionari, religiosi, sacerdoti e laici che lavorano come piccole formiche per la pace, l'educazione, la salute e l'assistenza a favore dei bisognosi e dei poveri. All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva», aveva scritto Benedetto XVI nella sua Enciclica Deus caritas est. Il divino si fa carne e sangue, e nulla è più come prima. Per sua madre, per Giuseppe, per i pastori, per i Magi, per me e per te, per ognuno di noi.
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AUGURI!!!🎇

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