venerdì 22 dicembre 2023

Gender e sessualità

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"😔Il mio corpo non può costringermi ad essere cio' che non voglio. Sono libero di farmi male, di cancellare ciò che sono😔"
Attenzione!!!

E' inopinabile che la sessualità è o femminile o maschile.
Ma a questa verità oggettiva si oppone con forza e determinazione la teoria di genere. Le sfide esistenziali che affrontiamo OGGI sono così devastanti e invasive che abbiamo bisogno di avere le idee chiare su tanti fronti, nello specifico di questo articolo, su quello sessuale. Non possiamo rimanere solo a guardare! Iniziamo col sottolineare che l’ideologia di genere non crede in Dio o nella risurrezione di Gesù Cristo anzi, la stessa difende il contrario di ciò che a pugni chiusi vieta la Chiesa: aborto, la corruzione dei minori (pedofilia), la fornicazione, le relazioni omosessuali, la distruzione della famiglia, la prostituzione, l’eutanasia e altre cose…. Ci saranno nella massa persone che abbracciano la teoria del gender che si dichiarano credenti, ma la fede senza le opere non esiste! 

L’ideologia del genere mette in discussione l’ecologia umana della relazione uomo-donna, separa il corpo dall’identità sessuale, nega la differenza sessuale tra uomo e donna, modificando e snaturando il significato della sessualità, della relazione di coppia e del significato stesso di famiglia.

Il messaggio che l’ideologia gender propone è che l’individuo non è ciò che madre natura (cioè Dio) ha creato ma, è ciò che vuole essere; assume centralità, pertanto, l’autodeterminazione dell’individuo che va a stravolgere le colonne portanti del creato, della natura, e, pertanto, anche dell’essere umano sia dal punto di vista individuale che collettivo, negando la realtà.

L’ideologia del gender è una delle più grandi truffe che sono mai state architettate a danni dell’umanità. Cosa recita in sostanza tale tesi, inventata negli anni ’90? Non si è uomini e donne perché nati con certe identità fisiche, ma lo si è solo se ci si riconosce come tali.

Quindi il sesso (sex) costituirebbe un corredo genetico, biologico e anatomico, mentre il genere (gender), rappresenta una costruzione culturale, che può essere anche contrario al sesso: se voglio sentirmi donna sarò donna e il giorno dopo posso sentirmi uomo, e allora sarò uomo. Oppure se cambio idea a secondo dell'umore posso essere gay, lesbo, trans, bisex e via con una scelta di ben altri 17 generi.


Educazione di genere e identità di genere sono espressioni che stanno entrando nell’uso comune, grazie anche ad alcuni recenti casi mediatici verificatisi nel panorama scolastico ed editoriale italiano ed europeo. Ma di quale genere si parla? E come coinvolge l’identità della persona e l’educazione all’affettività? Quale significato può assumere in relazione alla sessualità umana? Si tratta di una scelta, di una condizione naturale o di un’imposizione sociale? 
Le leggi italiane parlano di uomo e donna, di sesso femminile e maschile, il termine “genere” deriva invece dalla Teoria del Gender che ha l’obiettivo di corrompere le menti, convincendo i più sprovveduti che la differenza “uomini” e “donne” è finta, è una costruzione sociale e non deriva affatto dall’essere nati come maschi e femmine. La parola “genere” è stata pensata fin dall’inizio (anni ’80) come «negazione di ogni differenza tra gli uomini e le donne», c’è «la filosofia marxista alla base del loro pensiero: il perseguimento dell’uguaglianza di genere come forma della lotta di classe».

Sesso biologico
L’assegnazione del sesso biologico avviene alla nascita sulla base di caratteristiche fisiologiche quali gli organi genitali, il quadro ormonale e la composizione cromosomica. Il sesso biologico è un concetto stabile, anche se più complesso rispetto ad una visione binaria, che divide rigidamente tra maschi e femmine. In realtà anche il sesso biologico, come il genere, si articola lungo un continuum, di cui il sesso maschile e quello femminile sono due polarità, cioè due estremi di un flusso di possibilità. Le caratteristiche fisiche che determinano l’ assegnazione del sesso alla nascita vanno interpretate come uno spettro, che non si manifesta in modo uguale in tutte le persone a cui è stato assegnato lo stesso sesso. Dal punto di vista dei cromosomi, inoltre, la divisione in due sessi (o in tre, quando si includono anche le persone intersex) risulta inappropriata, visto che se ne calcolano per lo meno 6.

La bandiera arcobaleno
Un’onda multiforme, dalle mille voci diverse, il Pride, che tradizionalmente si celebra a giugno, porta ogni anno una vera e propria marea multicolore in tutto il mondo. Migliaia di persone che manifestano identità di genere, espressioni di genere o orientamenti sessuali diversi scendono in strada, nelle piazze, portando avanti le istanze della comunità, rivendicando tra cui, forse il più importante, quello di essere e amare chi si vuole. Tutti riuniti convenzionalmente sotto un’unica bandiera, quella arcobaleno, simbolo di riconoscimento anche politico per le persone Lgbt. Il colore è un linguaggio universale con il potere di trasmettere messaggi immediatamente riconoscibili e profondamente risonanti per coloro che ne cercano il significato. E possiede un'altra capacità unica: catturare lo spirito di un popolo in un momento nel tempo, unendolo attorno a un simbolo condiviso. È uno degli strumenti più potenti che le comunità hanno per esprimere e radunarsi attorno all'identità culturale.
Le bandiere del Pride LGBTQ, con i loro colori vivaci, sono diventate l'emblema della forza della comunità e della lotta per la visibilità, l'inclusione e i diritti civili.

Identità di genere
Il termine identità di genere nasce nel 1960 a indicare la percezione intima, profonda e soggettiva di una persona di appartenere – o meno – al sesso biologico (maschio/femmina) assegnato alla nascita. Con il tempo, il concetto ha superato questo binarismo per includere uno spettro più ampio di identità di genere in cui le persone possano identificarsi.
Il “genere” è un termine appositamente aperto e fluido per farci rientrare tutto, il sesso stabile e quello mutevole, il sesso A e quello B, la transessualità, la bipolarità e i cambi di sesso a carico del SSN. Tra poco sostituirà il “sesso” anche sulle nostre carte d’identità e ognuno potrà scrivere quello che gli pare avendo a disposizione ben 11 scelte. Il tema, di stretta attualità, coinvolge gli educatori, gli psicologi, i pedagogisti e i responsabili delle politiche educative, ma riveste un interesse generale per le ricadute che le scelte politico-pedagogiche hanno sui bambini e sulle famiglie. Oggi la corrente culturale del gender contesta alcuni stereotipi sociali connessi con il genere maschile e femminile e sostiene la legittimità di altri generi, che rappresentano delle varianti e possono essere connessi a condizioni particolari dal punto di vista biologico o psicologico. Si afferma così una distinzione tra identità di genere e sesso biologico e si rivendica a ciascun individuo la scelta dell’identità di genere che vuole avere. Anche l’idea di orientamento sessuale si presta a ogni interpretazione soggettiva, tanto che il range si fa amplissimo e su Facebook si contano fino a 55 varianti diverse. Poniamoci alcune ( ma non fermiamoci!) domande:
  • Quanto contano, in tutto ciò, i condizionamenti ambientali, culturali ed educativi?
  • È possibile un’educazione di genere davvero “neutra”?
  • Quanto influisce, nei bambini in età scolare, la domanda di senso “sessuale” sul bisogno di conoscenza di sé? 
  • E negli adolescenti con un vissuto d'identificazione del sè ancora confusamente definito?
  • Cosa stanno concretamente facendo la chiesa/scuola/istituzioni per aiutare/sostenere le famiglie ad educare cristianamente i figli e arginare il fenomeno del condizionamento da parte dell'ideologia del genere?
Oggi anche nei nostri piccoli paesi diversi esponenti di questa cultura stanno cominciando a mettere in dubbio la differenza sessuale maschio/femmina, accusando anch’essa di essere una creazione della società. Risultati: un uomo che si riconosce come attratto emotivamente ed eroticamente da un altro uomo con la stessa intensità di sentimenti e le stesse alchimie che caratterizzano l’amore eterosessuale, e una donna che è attratta emotivamente ed eroticamente da un’altra donna con la stessa intensità di sentimenti e le stesse alchimie che caratterizzano l’amore eterosessuale. Inoltre ci sono molti modi di essere bi – cioè bisessuali – e molti modi di vivere ed esprimere la propria sessualità. La bisessualità identifica qualunque forma di attrazione che non sia esclusivamente omosessuale o eterosessuale. Ogni esperienza secondo questa ideologia è valida. E' un "fatto" socioculturale di grandissimo impatto psicologico ed educativo. NON POSSIAMO IGNORARLO!!!

La Dottrina Sociale della Chiesa chiede ai cattolici di testimoniare la bellezza della vita familiare ossia la bellezza del Vangelo, del rapporto filiale con Dio, della fratellanza con il prossimo. Chiede di affrontare il gender sul terreno concreto della qualità dell’esistenza e delle relazioni umane, offrendo contenuti e concetti che aiutano a mostrare le ragioni della fede cristiana senza temere il politicamente corretto e restando contemporaneamente aperti al dialogo e al confronto con tutti. Per spiegare il maschile e il femminile alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa, affrontando la cultura gender su un piano strettamente antropologico, basta un dato di realtà. La realtà dice che la diade maschio-femmina è la più antica del mondo. La scienza sta sempre più dimostrando questa caratterizzazione che riguarda non solo il corpo per la sua fisionomia ma anche il comportamento. Eppure, nonostante la scienza sia spesso utilizzata contro i temi cosiddetti “eticamente sensibili”, l’ideologia gender si mostra totalmente disinteressata al dato scientifico e forza la realtà per l’affermazione di un’idea. Il Magistero della Chiesa invita a tornare alla Genesi, da dove tutto è partito. E al Vangelo, da dove tutto è ri-partito.

L’orientamento sessuale nella relazione
L'orientamento sessuale è programmato nel cervello prima della nascita da un insieme di condizioni prenatali, genetiche ed epigenetiche, nessuna delle quali viene scelta dal feto. Le interazioni tra geni, ormoni sessuali e cellule del corpo e del cervello, che caratterizzano lo sviluppo sessuale, a loro volta entrano in contatto con i fattori ambientali, sviluppandosi poi in maniera diversa nei diversi individui e portando a differenti orientamenti sessuali. Definire la sessualità non è facile poiché si tratta di un aspetto molto rilevante della personalità, influenzato da numerosi fattori biologici, psicologici, sociali, etici, storici, religiosi, spirituali che incidono su emozioni, relazioni e comportamenti di ciascuno di noi. La sessualità, infatti, va ben oltre la riproduzione e può presentarsi con varie e diverse forme. Credo sia utile iniziare dal sesso biologico, detto anche anagrafico. Gli esseri umani, appena nascono, vengono subito suddivisi in maschi oppure in femmine sulla base delle caratteristiche anatomiche degli organi genitali. Questa suddivisione di massima, sicuramente pratica, non è però sufficiente poiché il nucleo centrale della identità di una persona è la sua identità di genere. L’identità di genere è la percezione di se stessi, del proprio sesso e delle proprie tendenze sentimentali e sessuali che possono non coincidere con il genere dei propri organi genitali e le loro funzioni. Identificarsi come maschio o come femmina è qualcosa che coinvolge tutto l’organismo, riflettendosi così su pensieri e comportamenti. L’identità di genere prende forma nei primi 3-4 anni di vita principalmente sulla base del sesso biologico e successivamente sulla base delle relazioni tra il bimbo e principalmente i propri genitori, i quali, attraverso messaggi che possono essere consci ma anche inconsci, verbali o non verbali, confermano la sua appartenenza al genere maschile o al genere femminile. 

L’orientamento sessuale si esprime anche attraverso una serie di comportamenti che riguardano la relazione, di cui il primo e il più importante è la scelta del partner. Seguono da lì il tenersi per mano, il camminare abbracciati, il parlarsi utilizzando il pronome (lei, lui o noi) in cui sente di riconoscersi, e così via. In altre parole, l’orientamento sessuale concerne anche bisogni interpersonali – quali amore, affetto e intimità – da soddisfare nella relazione. Questa insieme all’orientamento sessuale non possono essere tenuti per sé, nascosti o vissuti in solitudine. Al contrario, servono a identificare quale sia il gruppo di persone in cui è più probabile costruire dei rapporti che possano sbocciare in legami di corpi e cuori soddisfacenti e appaganti. Questi legami – è importante ricordarlo – sono una componente essenziale dell’identità e del benessere personale, necessari come l’aria che respiriamo.



Maria Cristina Siino,
psicologo psicoterapeuta

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