martedì 27 febbraio 2024

Intelligenza Artificiale

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Cos’è  realmente l ’ Intelligenza  Artificiale 
  e come si è sviluppata?
L’Intelligenza Artificiale è un ramo dell’informatica che permette la programmazione e progettazione di sistemi sia hardware che software che permettono di dotare le macchine di determinate caratteristiche che vengono considerate tipicamente umane quali, ad esempio, le percezioni visive, spazio-temporali e decisionali. Si tratta cioè, non solo di intelligenza intesa come capacità di calcolo o di conoscenza di dati astratti, ma anche e soprattutto di tutte quelle differenti forme di intelligenza che sono riconosciute dalla teoria di Gardner, e che vanno dall’intelligenza spaziale a quella sociale, da quella cinestetica a quella introspettiva. Un sistema intelligente, infatti, viene realizzato cercando di ricreare una o più di queste differenti forme di intelligenza che, anche se spesso definite come semplicemente umane, in realtà possono essere ricondotte a particolari comportamenti riproducibili da alcune macchine. La nascita dell’Intelligenza Artificiale si fa comunemente risalire al 1955 quando per la prima volta è stato usato il termine “Intelligenza Artificiale” da parte di un gruppo di ricercatori statunitensi capitanati da John McCarthy. L’intelligenza artificiale si propone di riprodurre il pensiero e l’azione dell’uomo. L’umanità, fin dalle epoche più remote, ha usato utensili di varia natura per rendere più agevoli i propri compiti.

L’utilizzo di strumenti non è una prerogativa degli esseri umani. Molti animali hanno imparato ad usare utensili come bastoncini o sassi per raggiungere il proprio scopo. Sicuramente gli esseri umani hanno sfruttato questa abilità in modi estremi. La ruota, le pompe per distribuire l’acqua, le frecce, le lance, i forni e successivamente gli orologi, le gru, i motori a vapore, i torni, e tantissimo altro. Con il motore a scoppio e la scoperta dell’elettricità queste capacità si sono ulteriormente espanse fino a portarci alla realizzazione di macchine capaci di trasportarci sulla terraferma, in acqua ed in aria, di portarci sulla luna, di spostare carichi pesanti, di scavare e, in sintesi, di aiutarci a svolgere compiti faticosi, pericolosi o ripetitivi. La sfida di costruire macchine in grado di obbedire ai nostri comandi ha generato miti e leggende. L’Intelligenza Artificiale è già presente in molti aspetti della nostra vita quotidiana e si stima che entro il 2025 sarà alla base del 95% delle conversazioni degli utenti. Sia in ambito aziendale che in quello sociale, i Virtual Assistant mostrano grandi potenzialità. 
Il mondo così come lo conosciamo è destinato a cambiare e oggi l' intelligenza artificiale è in prima linea in questa trasformazione.
L’IA riesce a interpretare il proprio ambiente, a relazionarsi con ciò che viene percepito e a risolvere problemi specifici in autonomia.
E' un campo in continua evoluzione da ormai 50 anni, spinto dai progressi enormi della tecnologia e dalla disponibilità di dati oggi reperibili. Ci sono diversi tipi di Intelligenza artificiale:
– Software: assistenti virtuali, software di analisi di immagini, motori di ricerca, sistemi di riconoscimento facciale e vocale
– Intelligenza incorporata: robot, veicoli autonomi, droni, l’internet delle cose.
Vivremo in un mondo sempre più connesso e globalizzato, in cui la tecnologia farà parte del nostro quotidiano e stravolgerà alcuni settori lavorativi, la società, le relazioni, e di conseguenza i valori etici-morali-religiosi.
L’Intelligenza Artificiale è considerata oggi una tecnologia estremamente potente che avrà impatti rilevanti sulle nostre vite, sull’economia, sul lavoro, sulla democrazia, ma anche sul pianeta intero, sul cambiamento climatico, sulla biodiversità. La presente trattazione ha lo scopo di analizzare e spiegare in modo semplice, ma non banale, questa disciplina, sfatando i miti e mettendo in luce le reali possibilità, evidenziando i possibili apporti verso la sostenibilità, il benessere dell’umanità e del pianeta intero. Molti paesi hanno già redatto e pubblicato la loro strategia di sviluppo e applicazione dell’IA. Nel volume sono descritte e comparate le strategie nazionali e internazionali, in modo semplice e comprensibile. 
Il fascino insito nella capacità di realizzare esseri animati dotati di un certo grado di autonomia ha portato a realizzare automi ben prima dell’epoca moderna, già all’inizio del XIII secolo abbiamo degli esempi di sistemi che oggi chiameremmo robot. Un campo in cui l’intelligenza artificiale sta spingendo molto è quella della sostituzione dell’uomo nell’esecuzione di compiti più o meno specifici. Non parlo della robotizzazione, ma dell’utilizzo della tecnologia per svolgere compiti più complessi, come per esempio la guida di un’automobile. I veicoli a guida autonoma e i robotaxi stanno per diventare realtà. Già nel 2011 il Nevada ha varato delle norme per regolamentare la circolazione dei veicoli senza guidatore.
L’IA ha scatenato un grande dibattito nella comunità scientifica e filosofica riguardo cosa significhi essere intelligenti, se le macchine potranno mai esserlo, se avranno mai una mente, se è eticamente corretto costruire macchine intelligenti. Questi temi sono in realtà discussi da secoli nella comunità filosofica ma recentemente hanno ricevuto molta attenzione a causa dei progressi dell’IA. Anche la letteratura e il cinema vi si sono molto interessati, come è testimoniato dalla grande quantità di libri e film in cui compaiono robot – umanoidi o meno – e macchine intelligenti che spesso si ribellano ai loro creatori, con effetti devastanti. I filosofi distinguono due ipotesi: IA debole e IA forte. L’IA debole afferma che le macchine sono (o saranno) in grado di comportarsi come se fossero intelligenti, ovvero di risolvere tutti i problemi che l’intelligenza umana sa risolvere. L’IA forte invece afferma che le macchine sono (o saranno) in grado di pensare, ovvero di avere una intelligenza indistinguibile dalla mente umana. Varie critiche sono state mosse ad entrambe le ipotesi. Se consideriamo l’IA debole, molti filosofi hanno affermato: “le macchine non saranno mai in grado di svolgere il compito X” dove X è stato di volta in volta “battere un umano a scacchi”, “scrivere musica”, “riconoscere il parlato”, “fare scoperte scientifiche”, “superare il test di Turing” e altri. In molti casi queste affermazioni sono state smentite dai fatti: una macchina ha battuto il campione del mondo di scacchi, brani musicali generati dal computer sono stati ritenuti indistinguibili da brani composti da un essere umano, la lingua parlata viene compresa dai computer e piccole ma significative scoperte sono state fatte dai computer in matematica, astronomia, chimica, mineralogía, biología e informatica. È difficile quindi affermare ora con certezza che alcuni compiti non potranno mai essere svolti da una macchina. In merito all’IA forte, invece, come facciamo a sapere se una macchina ha un’intelligenza indistinguibile da un essere umano? Abbiamo visto che la macchine svolgono un numero sempre maggiore di compiti in passato esclusivi degli uomini, si può quindi ipotizzare che, un giorno, potranno risultare indistinguibili da un essere umano, a meno che non vengano nel frattempo scoperte impreviste limitazioni tecniche. Ma per essere effettivamente indistinguibili dovranno, secondo molti filosofi, divenire autocoscienti, ovvero consapevoli dei propri stati mentali e delle proprie azioni, come gli umani, ed essere dotate di libero arbitrio.

Le immagini alterate dall'intelligenza artificiale rappresentano una vera e propria minaccia. Una minaccia potenziale che già caratterizza il presente è quella legata alla diffusione di software capaci di creare i cosiddetti deepfake: delle sintesi di un’immagine umana, basate proprio sull’intelligenza artificiale.
La tecnica deepfake permette di sovrapporre immagini e/o video su modelli preesistenti con una verosimiglianza impressionante: ciò vuol dire, ad esempio, sostituire il volto di un qualunque essere umano con quello di qualunque altro.
Allo stesso modo, diverse autorità si stanno interrogando sull’opportunità di ricorrere al riconoscimento facciale dal vivo: un’applicazione figlia dell’AI, che però rischia di interferire con diritti e libertà individuali alla base di tante democrazie.
Per questi motivi e per tantissimi altri, è fondamentale che il progresso dell’intelligenza artificiale vada di pari passo con una discussione approfondita sui pro e i contro di questa tecnologia. Una discussione che metta la scienza nella condizione di progredire, ma che, al tempo stesso, ponga dei paletti, per tutelare la serenità e la sicurezza dei cittadini globali.
L’IA oggi può aumentare enormemente le capacità dell’uomo di conoscere il mondo circostante, di costruire beni e offrire servizi. Inoltre le macchine possono rispondere ad un nostro desiderio di immortalità: possono rappresentare l’opportunità di trasferire la mente umana su un supporto più duraturo, ad esempio utilizzando le reti neurali artificiali. In questo modo verremmo liberati dalle limitazioni imposte dalla nostra natura biologica. Si tratterebbe della nascita di una nuova umanità, forse il passo successivo della nostra evoluzione biologica. C’è addirittura un movimento, chiamato transumanesimo, che spera in questo futuro. Ovviamente si tratta di un futuro che la maggior parte dei cattolici aborrisce, considerando la conservazione della vita umana come un bene supremo. 

Usiamo l’intelligenza 
artificiale … ma con attenzione!!!

È impossibile negare i miglioramenti e le tante opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. L’IA si sta rapidamente affermando come una potente e versatile tecnologia che è destinata a trasformare molti aspetti della nostra vita quotidiana.
Ci sono ancora sfide e preoccupazioni da affrontare, come la possibilità di perdita dei posti di lavoro e l’etica nell’utilizzo dell’IA. Non possiamo, però, negare i significativi benefici che questa tecnologia può portare. Dall’automazione di processi complessi alla diagnosi medica più accurata, l’intelligenza artificiale promette di migliorare la nostra qualità di vita. Tuttavia, è fondamentale continuare a guidare e controllare lo sviluppo dell’IA in modo responsabile, garantendo la trasparenza, l’equità e la sicurezza nella sua implementazione. Solo in questa maniera potremo sfruttare appieno il potenziale di questa tecnologia e affrontare le sfide che ci attendono in questa nuova era targata IA.

RISCHIO DI PERDERE LA FEDE

Post-Modernità e Religione
Volendo riflettere sulla relazione tra uomo e fede (in Dio) in un’epoca post-moderna (quella attuale), viene spontaneo sottolineare i rischi che inevitabilmente si intravedono all'orizzonte. Nella visione post-moderna si afferma il principio che l’uomo sia il creatore della macchina e in quanto tale sia annoverabile a Dio; di conseguenza la macchina, come sua creatura, sia annoverabile all’uomo. Per capire meglio questo concetto si faccia riferimento a quanto scritto da  Emanuele Severino “L’affidarsi a Dio incomincia ad apparire come alienazione e rinuncia dell’uomo a se stesso, quando non si crede più che l’infinita potenza di Dio sia qualcosa di esistente”. Vi è chiaramente un cambiamento della percezione del concetto di Dio. Si provi ad esaminare questa relazione (Dio-creatura) usando due elementi fondanti nelle religioni: la separazione del piano umano-divino e la dipendenza del Dio dall’uomo. Nell’epoca post-moderna l’uomo diviene il Dio creatore e le macchine divengono i suoi ministri, seguono infatti le istruzioni dei creatori. Nella visione post-moderna non vi è alcuna separazione tra il piano divino e quello umano: entrambi convivono e condividono le risorse ma l’uomo, che rappresenta dio per la macchina, paradossalmente dipende da essa per le funzioni a lei affidate. Non dovrebbe stupire la possibile futura nascita di religioni affiliate alla scienza e, nello specifico all’intelligenza artificialeÈ un paradosso da non sottovalutare e sul quale vale la pena riflettere. Non perdiamo più tempo!!!

Maria Cristina Siino

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