I Doni dello Spirito
Santo e le Beatitudini
Che cosa sono i doni dello Spirito Santo?
Se ad una barca priva di motore e spinta a fatica a
remi dai rematori si aggiungono delle vele gonfiate dal vento, tutto diventa
molto più semplice. Noi siamo i rematori; i remi rappresentano il nostro
impegno nel vivere i valori umani; le vele rappresentano i doni dello Spirito
Santo e il soffio del vento è lo Spirito!!!
Perché sono proprio sette?
Spesso, le classificazioni
teologiche possono sembrare
artificiose, piene di termini in disuso ed incomprensibili. Tuttavia, invece,
se ne scopre la bellezza solo dopo aver ragionato sui termini (magari anche
facendo ricorso alla loro lingua d'origine) e sulla loro simbologia.
Spiegheremo ora dono per dono il significato e la loro associazione con le
Beatitudini (Mt 5,3-12). Consideriamo che essi sono stati formulati come
"doni dello Spirito Santo" nel Medioevo,
interpretando un testo di Isaia (Is 11, 1-2), che in realtà è una
profezia della nascita di Gesù e che quindi non aveva niente a che fare con lo
Spirito! E allora, è inutile continuare? No! Nel Medioevo c'era la tendenza a
classificare, schematizzare tutto quello che si apprendeva e così è successo
anche in campo religioso; ma in fin dei conti questi studi sono rimasti per noi
preziosissimi perché rappresentano un
modo per cercare di spiegare, per quanto possibile, la bellezza di quello che
succede in noi il giorno della Cresima! Il numero dei doni dello Spirito Santo è simbolico: sette è uno dei numeri
simbolici della Bibbia. Esso è infatti la somma di: tre, il numero della Trinità, e quattro, numero che rappresenta i
quattro punti cardinali o, se si preferisce le quattro essenze del mondo
(terra, acqua, aria, fuoco).Sette indica dunque l'insieme e l'unione armonica
fra cielo e terra, unione, come deduciamo, possibile anche grazie l'intervento
dello Spirito Santo che discenderà su di noi.
1. Sapienza - "Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati Figli di Dio" Può sembrare un gioco di parole, ma il dono della Sapienza, del "Sapere", è legato alla parola "Sapore". Sapienza è infatti il gusto della bellezza delle cose divine, è gustare Dio, arrivare ad amarlo e contemplarlo tramite esperienze intime con Lui. Non è però solo un entusiasmo passeggero, ma qualcosa che resta come gioia ed amore intimi ed intensi. La Sapienza può nascere in noi solo come dono di Dio attraverso il Suo Spirito, è un dono regalato da Dio, che ha Dio come origine e come fine. Dio ama me, io amo Dio. E' questa una relazione che non nasce dalle nostre forze, ma che c'è stata regalata: l'amore di Dio si è riversato nel nostro cuore. Tramite il dono della Sapienza, inoltre, arriviamo a scegliere Gesù e il Vangelo come il centro delle nostre scelte, per saper valutare le situazioni. Dio con la Sua alta Sapienza ha pronto per ciascuno di noi un disegno, che ci svela nel corso della nostra vita infondendo in noi la Sua stessa Sapienza…
1. Sapienza - "Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati Figli di Dio" Può sembrare un gioco di parole, ma il dono della Sapienza, del "Sapere", è legato alla parola "Sapore". Sapienza è infatti il gusto della bellezza delle cose divine, è gustare Dio, arrivare ad amarlo e contemplarlo tramite esperienze intime con Lui. Non è però solo un entusiasmo passeggero, ma qualcosa che resta come gioia ed amore intimi ed intensi. La Sapienza può nascere in noi solo come dono di Dio attraverso il Suo Spirito, è un dono regalato da Dio, che ha Dio come origine e come fine. Dio ama me, io amo Dio. E' questa una relazione che non nasce dalle nostre forze, ma che c'è stata regalata: l'amore di Dio si è riversato nel nostro cuore. Tramite il dono della Sapienza, inoltre, arriviamo a scegliere Gesù e il Vangelo come il centro delle nostre scelte, per saper valutare le situazioni. Dio con la Sua alta Sapienza ha pronto per ciascuno di noi un disegno, che ci svela nel corso della nostra vita infondendo in noi la Sua stessa Sapienza…
“Se dunque un
uomo Sapiente è colui che ama veramente Dio e ne è attratto e innamorato, egli
è in grado di creare un ambiente di Sapienza, di carità e di pace; per questo è
Figlio di Dio, veramente Figlio perché gusta la bellezza della dipendenza da
Dio, perché ha provato e sperimentato l'amore di Dio Padre.”
2. Intelletto - "Beati
i puri di cuore perché vedranno Dio"
Intelletto deriva dal latino "intus
legere", leggere dentro, cioè penetrare, comprendere, capire a fondo,
vedere oltre le apparenze, aprire gli occhi alla Verità. Questo dono può rivelarsi a diversi
livelli:
1) Può essere introspezione, cioè la capacità di conoscere se stessi, senza mascherarsi ai
propri occhi, sfruttare le nostre doti che sappiamo di avere e affrontare
criticamente ciò che in noi non và; 2) Può essere saper conoscere e capire a
fondo gli altri;
3) Può essere anche riferito alla Scrittura: intelletto è
intelligenza spirituale, la capacità di leggere la Bibbia, di penetrare la Sua
Parola, leggerla fra le righe e gustarla, ricavarne un nutrimento di vita.
“Il dono
dell'intelletto è strettamente legato alla purezza di cuore: tanto più uno ha
gli occhi limpidi e puri, tanto più egli può vedere in profondità e lontano
fino a giungere a vedere Dio."
3. Consiglio - "Beati
i misericordiosi, perché otterranno misericordia"
Questo dono agisce in noi in due direzioni: ci fa infatti sia diventare
"consiglieri" per gli altri, e sia ci fa rendere conto che abbiamo
bisogno di "consigli":
1) Il dono del Consiglio è la capacità
di indurre un ragionamento alla luce della Fede; è la
capacità di comunicare, anzi meglio trasmettere
"a pelle" esperienze di Fede che si vivono e gustano. E' la base
della comunicazione spirituale, il dono che dovrebbe caratterizzare formatori,
educatori, catechisti, genitori e tutte le persone che vogliono trasmettere
Cristo.
2) La vita impone delle scelte, è un susseguirsi di scelte. Lo Spirito del Consiglio ci viene dato in dono perché diventi
per noi un aiuto, anzi l'Aiuto
nelle scelte. Per sentire i suoi suggerimenti dobbiamo però saperci
raccogliere in una preghiera fatta di silenzio
interiore che "mette
nello zaino" egoismo, invidia, orgoglio, ragionamenti umani. Sono
suggerimenti che si sentono salire dal profondo, che donano pace, gioia,
sicurezza. Comprendiamo la nostra debolezza e fragilità, i nostri limiti e riconosciamo di avere bisogno del consiglio di Gesù.
“E' collegato
con la beatitudine dei misericordiosi perché l'atteggiamento di misericordia
nasce dalla percezione che l'altro ha bisogno, da qui scaturisce la compassione
( cioè il voler vivere insieme a lui le sue difficoltà) e l'impegno concreto ad
aiutarlo. La misericordia dell'altro, cioè quindi la sua compassione
nei nostri confronti e il suo impegno ad aiutarci.”
Vedi, per esempio, Gesù, quando si
commuove di fronte alle folle smarrite "come pecore senza pastore" ed
allora "si mette ad insegnare loro molte cose": Gesù lì sta mettendo
in pratica il dono del Consiglio con infinita misericordia; si rende conto del bisogno del suo popolo e
si affianca loro per dare insegnamenti consolatori.
4. Fortezza - "Beati coloro che hanno fame e
sete di giustizia, perché saranno saziati"
Il termine "fortezza" (che
nel nostro linguaggio comune indica semplicemente un presidio militare!) può
essere per noi meglio espresso con i vocaboli forza,
decisione, costanza, perseveranza, impegno, coerenza, coraggio, tenacia…. Anche questo dono ha due dimensioni,
passiva e attiva:
1) Passiva: è
la forza di resistenza agli attacchi, non cedere al male;
2) Attiva: è
la forza d'attacco; lottare contro il male a favore del bene. Gli ideali
propostici dal Vangelo (diametralmente opposti a quelli della nostra società),
anche applicando tutte le doti umane che sono sopra elencate, sono
irraggiungibili. Se vogliamo davvero vivere il Vangelo, dobbiamo anzitutto
essere umili e chiedere il Suo aiuto tramite il dono della Fortezza; esso ci
aiuta ad avere sempre il
coraggio dell'amore e del
perdono, della verità, di testimoniare
la nostra Fede, di avere sempre la fiducia in Dio e la forza per superare ogni paura nel fare il
bene.
“Gli affamati e gli assetati di giustizia in
senso biblico sono coloro che lottano per la realizzazione del progetto di Dio,
seguendo il loro intenso desiderio che questo si realizzi. Sono dunque quelli
che hanno bisogno più degli altri di ricevere e sfruttare il dono della
Fortezza per poter essere perseveranti nel fare il bene.”
5. Scienza - "Beati gli afflitti, perché saranno consolati"
5. Scienza - "Beati gli afflitti, perché saranno consolati"
Mentre nel nostro linguaggio "scienza" significa soprattutto
conoscenza umana di tipo tecnico e scientifico, supportata da ricerche,
approfondimenti, documentazioni, conoscenze sperimentali ecc. mediante la quale
si arriva a controllare e dominare il mondo, nel linguaggio biblico
"Scienza" è la capacità
di conoscere il mondo, senza dominarlo, ma, al contrario, riconoscendo Dio come
Creatore. Arriviamo a riconoscere
la presenza di Dio nelle realtà create, nella natura e nella storia. Succede così che di fronte ad un
paesaggio splendido ne gustiamo la bellezza, ma contemporaneamente contempliamo
il Creatore ancora più bello del creato e lo lodiamo perché origine di quella
bellezza. Anche lo studioso di biologia, scienze, fisica, psicologia arriva a
contemplare nei suoi studi la bellezza di colui che ha creato cellule, atomi,
psiche ecc..Scienza dunque è la luce per vedere nelle cose e nelle persone la
bellezza e la potenza di Dio, ma è anche, sempre in senso biblico, la conoscenza che scaturisce dall'amore (es.: mamme che intuiscono anche senza
sapere): il cuore che ama comprende più della mente. Con questo dono il cuore
si apre alla fiducia in Lui e accetta
anche ciò che non si capisce (prove,
dolore, tragedie…) “Gli
afflitti di cui parla la beatitudine non sono delle persone tristi, anzi, sono
delle persone che sono disposte ad affrontare la sofferenza pur di fare la Sua
volontà e perché cercano cose autentiche oltre le difficoltà temporanee”.
6. Pietà - "Beati i miti, perché erediteranno la terra"
Solitamente noi usiamo il termine pietà con connotazione negativa
(es.: "fa pietà!"). In realtà, in teologia è strettamente legato al
significato latino di "pietas", cioè l'amorosa relazione di legame
con la famiglia, con i genitori, con i figli. Il dono della Pietà, è quella
relazione famigliare con Dio Padre, relazione
di fiducia, affidamento, amore, umiltà e tenerezza. La tenerezza paterna di
Dio verso di noi, diventa in noi tenerezza
di figli verso di Lui e tenera e delicata attenzione concreta verso gli altri.
“Il nostro
cuore, invaso dalla bontà e dalla tenerezza di Dio, è guarito da ogni asprezza
di parole e di giudizio. La pietas verso il Padre comporta la pietas verso i
fratelli, per cui diventa capacità di buona relazione fraterna ed è quindi
connessa alla mitezza di coloro che non lottano per conquistare la terra ma la
ricevono in eredità, perché figli.”
7.Timor di Dio - "Beati i poveri in Spirito, perché di essi è il
regno dei cieli"
Timor di Dio non è affatto paura di Dio, ma è rispetto e stima verso di Lui
perché si è consapevoli della Sua mestà. Il timor di Dio implica dunque
valorizzazione di Dio: se ci può essere sfumatura di paura, questa è quella di
perdere Dio o di offenderlo. Ci
si sente piccoli dinnanzi a Lui, per cui si prova un rispettoso amore di figli; si riconosce con umiltà di dipendere
da Lui e dalla Sua volontà.
L'atteggiamento
del povero in spirito, è quello di riconoscere di valere poco di fronte a Dio e
di sapere che tutto quello che si ha, lo si ha perché lo si è ricevuto e non ci
si vanta come se fosse proprio. Il povero in Spirito nella sua semplicità si
affida solo a Dio, perché non si sente autonomo ed indipendente (es.: bambini,
i piccoli, coloro che spontaneamente chiedono aiuto, hanno bisogno degli altri
e che quindi sono più vicini di tutti al mistero della Comunione)
******
Nota: Solo l'ultima
Beatitudine non è stata finora presa in considerazione. Questa, "Beati i perseguitati a causa
della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli; Beati voi quando vi
insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro
di voi per causa mia", è
infatti considerata la più perfetta e non è associata ad un solo dono in
particolare; nelle grandi difficoltà, infatti, richiede la pratica di tutti i
doni.
I frutti dello Spirito
Sono atti virtuosi che l'anima, irradiata e sotto
l'influsso dei doni, compie abitualmente e con facilità. Sono presentati da S.
Paolo (Gal 5,22), solo a titolo d'esempio di ciò che possiamo fare dopo
aver ricevuto lo Spirito Santo. Sono: carità,
gioia,pace, pazienza,benevolenza,bontà,fedeltà,mitezza,dominio di sé.
Grazie!!!!
I frutti dello Spirito
Grazie!!!!
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