lunedì 4 marzo 2013


“ La pre-adolescenza oggi.
Ragazzi sospesi tra la tranquillità dell’infanzia
e le inquietudini dell’adolescenza ”

A cura di Maria Cristina Siino
Psicologo Psicoterapeuta

          La preadolescenza è un periodo della vita di tutti, nel quale accadono delle cose capaci di creare  uno sconvolgimento generale  nel  corpo  nel pensiero, e nel comportamento. Quest’età di “sospensione”, o di transizione,  segna il passaggio,  per il bambino,  dal mondo delle  fiabe al mondo reale, non più costellato da miti e idealizzazioni,  ma abitato da persone non sempre forti e valorosi, come nelle favole, ma spesso fragili,  imperfetti e confuse. E’ la fase del grande salto nella realtà,  dove i genitori,  per primi vengono spogliati dalle idealizzazioni precedenti : “ mio papà è un eroe!!”  è una frase che il bambino  non dice più!! Si deve a Blos la suddivisione dello sviluppo in questo specifico periodo (che coincide con la scuola media),  in preadolescenza, adolescenza e tarda adolescenza: ogni fase ha le proprie caratteristiche e contiene in se gli elementi precedenti a quella successiva.
Mentre l’adolescenza è l’età in bilico tra l’infanzia e l’età adulta, la preadolescenza è la fase di transizione tra l’infanzia e l’adolescenza. In questa fase inizia ad abbozzarsi il proprio  modo di essere, la propria IDENDITA’, per poi definirsi nella fase successiva,  quella adolescenziale (quando tutto procede bene!).
Il principale compito di sviluppo a cui il preadolescente è chiamato è la costruzione di una identità autonoma (che sia sua,  e non dei suoi genitori , o come se o come chi!!) che gli permetterà l’ingresso nel mondo degli adulti,  in una fase successiva,  durante l’adolescenza. Per fare questo, però, egli deve gradualmente abbandonare le sicurezze dell’infanzia, il gioco e la spensieratezza, per fare spazio al percorso che porta all’autonomia. I bambini/ragazzi sentono che in loro sta accadendo qualcosa di importante ma sono impreparati ad affrontarlo; disarmonia, movimenti goffi, impaccio, sono tutte sensazioni corporee che accompagnano la costruzione di una nuova immagine di sé ancora acerba. Lo sviluppo puberale ( per le bambine il menarca e per i maschetti lo spermarca ) ha un costo energetico molto alto: rimane poca energia da investire nella scuola. Può verificarsi un calo nel rendimento scolastico scarsa motivazione e difficoltà ad accettare le regole istituzionali.
E’, infatti, proprio  intorno agli 11/13 anni che inizia per i ragazzi la fatica di definire la propria identità da tanti punti di vista : identità caratteriale, sociale,  sessuale, relazionale, affettiva. Tutto questo non è  sicuramente indolore, in quanto caratterizzato da una profonda trasformazione. Ogni trasformazione porta inevitabilmente la sofferenza/inquietudine di dover lasciare dietro di se il vecchio,  e la novità di stare con ciò che sta nascendo ora.  Ecco perché nel gergo popolare i ragazzi in questa fase sono considerati “ne carne ne pesce” In realtà questa definizione è vera, per certi aspetti,  solo a metà,  in quanto, loro, i ragazzi,  hanno già una identità,  anche se ancora in fase di germoglio e da definire. La sofferenza,  di cui accennavo prima,  è relativa alla copresenza di forze opposte che spingono il ragazzo in due direzioni diverse : una che va verso la Dipendenza, e l’altra che va verso l’Autonomia. “ Tanto più io grido in faccia ai miei genitori che sono grande e non ho più bisogno di loro, più ne sento dopo il bisogno, ma non lo voglio ne ammettere ne dirglielo”!  La condizione che vive il ragazzo è quella di un’ambivalenza tale che non disorienta solo i genitori, che spesso non sanno cosa fare, ma anche lui in quanto oggi dice “ lasciami stare “ e domani “ mi hai lasciato solo,  perché?” Il ragazzo vive una sofferenza fisiologica che è inevitabilmente condizionata dal tipo di società nel quale oggi viviamo. Non facciamo letture unidirezionali,  come se il problema è solo del preadolescente o della famiglia. Sappiamo tutti di vivere all’ interno di un sistema sociale complesso dove coesistono elementi spesso antagonisti tra di loro come ad es. l’ordine e il disordine il certo e l’incerto la stabilità e la precarietà ecc.
Non è un caso che il famoso sociologo contemporaneo Baumann, definisca la società di oggi “liquida” e inaffidabile per tutte le trasformazioni che si susseguono così rapidamente da non permettere un adeguato adattamento. Questo è vero per noi adulti immaginiamo per un preadolescente!!! La liberalizzazione delle droghe e la legittimazione di tante realtà innaturali ( convivenze, separazioni, interventi scientifici per favorire la procreazione ecc.) ci porta inevitabilmente a perdere i confini tra ciò che è lecito e ciò che appartiene al mondo della devianza.  I giovani oggi, credo, e non solo io,  che siano vittime di questa enorme confusione!!  La mancanza di chiari punti di riferimento, la disorganizzazione nella famiglia e l’incoerenza spesso manifestata in maniera più o meno esplicita dalle varie agenzie educative contribuiscono ad aumentare quella sensazione di disorientamento che i preadolescenti hanno già di suo in questa fase. Loro, in realtà,  hanno bisogno di chiarezza e di verità;  in cambio ricevono messaggi contraddittori e bugia. Al disagio di chi sta costruendo, a piccoli passi, la propria identità e il proprio progetto di vita,  si somma,  per il giovane di oggi,  il disagio di non trovare sostegno nei principali punti di riferimento,  senza l’appoggio dei quali cresce la difficoltà di gestire l’inquietudine che questa fase comporta,  definita CRITICA, e non solo dagli psicologi!       
04/03/2013                                        E voi che pensate???
                                       Parliamone, se vi va!!!

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