Percorso di crescita e formazione
per Educatori
“Educatori si diventa”
“Date loro voi
stessi da mangiare” Lc 9,13
Dal “ chi sono io?” al “cosa ho da dare? ”
1°Incontro
Martedì 30 Aprile 2013
ore 20.30
Presentazione
Maria Cristina Siino
Ringrazio affettuosamente Fra
Giuseppe per l’invito ad essere qui con voi stasera, segno di stima e fiducia
che ricambio con l’unico modo possibile, condividere con voi semplicemente la mia esperienza. In verità
credo che non esiste conoscenza più immediata se non quella che raccontiamo
dopo averla vissuta.Quando Fra Giuseppe mi propone un
percorso di accompagnamento per gli Educatori impegnati in Parrocchia, non ho
esitato a dire subito “si”.
Si, perché condividere
è un verbo che mi piace tanto, e farlo da facilitatore, allo scopo di
riflettere per crescere insieme, è una attitudine che con gli anni cerco sempre
di perfezionare, esercitandola quando è possibile, non tenendola nel
cassetto!!!Da
questa disponibilità ad ora è trascorso un po’ di tempo e questo mi ha permesso
di pregarci intensamente, prerogativa
indispensabile per ogni cosa, e soprattutto per chi è chiamato ad accompagnare.
Tante volte e in diverse occasioni di formazione, qui in parrocchia ho
sottolineato l’importanza che ha per me, e quanto lo sento efficace, coniugare scienza e fede.Iniziare per me un percorso di crescita e formazione per Educatori
presuppone da parte mia innanzitutto l’ essere consapevole della responsabilità (che mi assumo nel portarlo
avanti), dell’attenzione e dell’impegno che occorrono perché il
Progetto di Dio, e non il mio, vada a buon fine.Responsabilità
ed Impegno sono le coordinate su cui si poggia l’intero percorso. E’ chiaro
che la mia intenzionalità a fare quello che sto facendo si muove anche dalla passione o cardìa così come qualche
sera fa l’ha chiamata Fra Giuseppe!!
Qualche mese fa, nel
tentativo di riordinare la libreria,la mia attenzione fù attratta da un piccolo opuscoletto curato dai frati
cappuccini di Modica,
Questo
opuscoletto s’intitola “ Date loro voi stessi da mangiare” ed è
rivolto proprio agli educatori.Inizio
allora a presentare questo itinerario di crescita e formazione condividendo con
voi la riflessione che è venuta fuori dopo aver letto l’opuscoletto. In una
prospettiva d’insieme, non esiste differenza tra l’essere educatore a scuola,
in azienda, in fabbrica, in famiglia o in chiesa, sempre educatori si è!!!
Proprio perché educatore si diventa
dopo l’avere accolto l’invito chiaro di Gesù. Nelle piccole e brevi parole
Gesù, in un brano del Vangelo dove possiamo fare tantissime riflessioni, “date voi stessi da mangiare ….”ci invita, serenamente, a prendere noi stessi
l’iniziativa, ad avere fiducia in noi e
a muoverci per “andare verso” la
folla. E’ una bella provocazione che, fatta da Gesù che ci conosce bene, ci dice tanto.
Questa fiducia DA DOVE NASCE?
Nasce
solo dalla consapevolezza che io so chi sono ( CONOSCERE Sé STESSI) e cosa ho da dare (
CONOSCERE LE MIE CAPACITA’) alla
folla.
Altrimenti
mi blocco. Io stesso posso diventare cibo se lo voglio, in virtù del mandato che mi è stato dato da
Lui.
Ma per diventare cibo devo avere
fatto l’esperienza di mè stesso come cibo!!! Devo cioè saperlo!!
Lui si fida di me, e io? Mi fido di me, o credo che per sfamare
la folla debba avere solo il pane materiale? Se ci riflettiamo sopra, in realtà anche i discepoli, a quest’invito di dare loro stessi da mangiare rispondono
di avere solo 5 pani e 2 pesci.Il loro è ancora un ragionamento materialista. Si basa solo
su un cibo materiale. Non pensano che avrebbero anche potuto “dare
altro” alla folla, come ad es.
una parola di conforto, una abbraccio a qualcuno, un solo bicchiere d’acqua
ecc.Quello che spesso facciamo anche
noi se ci riflettiamo: non sappiamo le
cose e ci sentiamo incapaci di educare, come se il nostro operato si possa
definire in proporzione a quanto siamo capaci di dare e non a cosa e come siamo capaci di dare!!!!
La risposta che i discepoli danno
a Gesù è dettata non solo dallo sbigottimento o stupore, ma anche dalla fretta
di trovare una soluzione per rispondere alla richiesta del Maestro. Si saranno
certamente sentiti confusi, scioccati da
una richiesta così impegnativa, tanto
che, qualcuno di loro propone di andare nel villaggio vicino a comprare viveri
per tutti. In realtà la frase che Gesù
dice ai discepoli la dice ancora oggi a noi.
Riflessione.
Se il Signore ci chiama a “sfamare la folla” ci da anche gli strumenti necessari; a noi è richiesta solo
una condizione iniziale. Credere.Credere in me
grazie alla certezza che Dio mi ha già arricchito dei suoi doni, con il
Battesimo, e, quando mi ha scelto mi ha chiesto solo di fidarmi di Lui. Quei doni non aspettano altro che “venire fuori” essere evidenziati,
adattati con la formazione specifica e messi al SERVIZIO.
Credere che” tutto posso in Lui che mi da forza”; credere che, se
facciamo esperienza di abbandono, senza rimanere legati al materialismo, Lui si
muoverà a “pietà dei suoi servi”,
cioè si muoverà in nostro aiuto. Credere
in noi stessi non nelle nostre sole povere forze, ma in virtù della nostra
adesione a Lui!! CREDERE IN FEDE è allora il PREREQUISITO
su cui si fonda un percorso permanente di formazione per diventare
educatori. Il risultato della fiducia in noi stessi che ci viene dalla
fiducia in Dio si esprime nel brano evangelico “ tutti mangiarono e si
sfamarono …. portarono via 12 ceste piene di pani e di pesci”.
Modello di riferimento
Come ogni buona formazione vuole,
avere un modello a cui fare riferimento è indispensabile, non solo perché
costituisce lo sfondo sul quale ci muoveremo nel nostro cammino, ma anche
perché ci fornisce l’imprinting,
cioè l’impronta A chi ha dato Gesù per prima il Mandato come Educatore?
L’ha ricevuto Maria, proprio da Gesù prima di morire in croce. A Lei, tutti noi, siamo stati affidati nella crescita spirituale, così come un
bambino cresce grazie alle cure amorevoli della sua mamma.
Coniugare scienza e fede non è
difficile!!!
La mia esperienza di formazione mi ha
permesso di poter mettere in relazione la pedagogia di Dio con quella che ci
viene dalla Psicologia Umanistica. Autori
di spessore come Rogers, Maslow e Gordon, psicologi che si sono occupati
dell’educazione, con il loro originale modello, si sposano molto bene con
quello, originario, a cui noi facciamo riferimento e di cui non possiamo
discostarci. Studiandoli, negli anni,
mi sono accorta che in realtà questi Autori dicono cose ( anche se con un linguaggio chiaramente diverso) che
s’incontrano bene con ciò che ci insegna la Parola di Dio.
Scopo della Psicologia Umanistica in fondo altro non è che
le persone possano crescere migliorare e cambiare. Come? Lavorando su di
sé!!
Metodologia
Il percorso di crescita si propone
l’obiettivo fondamentale di accrescere la consapevolezza dell’essere Educatori
in ciascuno di noi. Durante ciascun incontro, verrà affrontato un tema
che ci permetterà di leggerlo nella sua totalità.
Cioè non solo dal punto di vista
teorico ma anche umano ed esperienziale, avvalendoci degli Efficaci modelli di riferimento di cui parlavamo prima.
Al termine di ciascun incontro ciascuno
scriverà la caratteristica dominante che
per lui deve avere l’Educatore, fino a completarne il Decalogo.
Obiettivi
Conoscere
sé stessi ( motivazione, progettualità, intenzionalità)
Conoscere le proprie potenzialità/attitudini
attraverso un percorso di orientamento in gruppo
Condividere
domande, paure, dubbi e perplessità in una logica comunitaria di auto-
mutuo-aiuto in gruppo.
“ Nessuno educa nessuno,
nessuno si educa da solo;
gli uomini si educano insieme
con la loro presenza nel mondo”
P.Freire
Grazie!!!
Maria Cristina Siino
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