lunedì 8 luglio 2013

Percorso di crescita e formazione Educatori

Percorso di crescita e formazione per Educatori
“Educatori si diventa”
“Date loro voi stessi da mangiare” Lc 9,13
Dal “ chi sono io?” al “cosa ho da dare? ”
1°Incontro
Martedì 30 Aprile 2013 ore 20.30
Presentazione
Maria Cristina Siino
Premessa.
Ringrazio affettuosamente Fra Giuseppe per l’invito ad essere qui con voi stasera, segno di stima e fiducia che ricambio con l’unico modo possibile, condividere con voi  semplicemente la mia esperienza. In verità credo che non esiste conoscenza più immediata se non quella che raccontiamo dopo averla vissuta.Quando Fra Giuseppe mi propone un percorso di accompagnamento per gli Educatori impegnati in Parrocchia, non ho esitato a dire subito “si”.
Si,  perché condividere è un verbo che mi piace tanto, e farlo da facilitatore,  allo scopo di riflettere per crescere insieme, è una attitudine che con gli anni cerco sempre di perfezionare, esercitandola quando è possibile, non tenendola nel cassetto!!!Da questa disponibilità ad ora è trascorso un po’ di tempo e questo mi ha permesso di pregarci intensamente, prerogativa indispensabile per ogni cosa, e soprattutto per chi è chiamato ad accompagnare. Tante volte e in diverse occasioni di formazione, qui in parrocchia ho sottolineato l’importanza che ha per me, e quanto lo sento efficace, coniugare scienza e fede.Iniziare per me  un percorso di crescita e formazione per Educatori presuppone da parte mia innanzitutto l’ essere consapevole della responsabilità (che mi assumo nel portarlo avanti), dell’attenzione e dell’impegno che occorrono perché il Progetto di Dio, e non il mio, vada a buon fine.Responsabilità ed Impegno sono le coordinate su cui si poggia l’intero percorso. E’ chiaro che la mia intenzionalità a fare quello che sto facendo si muove anche dalla passione o cardìa così come qualche sera fa l’ha chiamata Fra Giuseppe!!
Qualche mese fa, nel tentativo di riordinare la libreria,la mia attenzione fù attratta da  un piccolo opuscoletto curato dai frati cappuccini di Modica,
Questo opuscoletto s’intitola “ Date loro voi stessi da mangiare” ed è rivolto proprio agli educatori.Inizio allora a presentare questo itinerario di crescita e formazione condividendo con voi la riflessione che è venuta fuori dopo aver letto l’opuscoletto. In una prospettiva d’insieme, non esiste differenza tra l’essere educatore a scuola, in azienda, in fabbrica, in famiglia o in chiesa, sempre educatori si è!!! Proprio perché educatore si diventa dopo l’avere accolto l’invito chiaro di Gesù. Nelle piccole e brevi parole Gesù, in un brano del Vangelo dove possiamo fare tantissime riflessioni, “date voi stessi da mangiare ….”ci invita, serenamente, a prendere noi stessi l’iniziativa,  ad avere fiducia in noi e a muoverci per “andare verso” la folla. E’ una bella provocazione che,  fatta da Gesù che ci conosce bene,  ci dice tanto.
Questa fiducia DA DOVE NASCE? 
Nasce solo dalla consapevolezza che io so chi sono  ( CONOSCERE Sé STESSI) e cosa ho da dare ( CONOSCERE LE MIE CAPACITA’)  alla folla.  
Altrimenti mi blocco. Io stesso posso diventare cibo  se lo voglio,  in virtù del mandato che mi è stato dato da Lui.
Ma per diventare cibo devo avere fatto l’esperienza di mè stesso  come cibo!!! Devo cioè saperlo!!
Lui si fida di me, e io? Mi fido di me, o credo che per sfamare la folla debba avere solo il pane materiale? Se ci riflettiamo sopra,  in realtà anche i discepoli,  a quest’invito di dare loro stessi da mangiare rispondono di avere solo 5 pani e 2 pesci.Il loro è ancora un ragionamento materialista. Si basa solo su un cibo materiale. Non pensano che avrebbero anche potuto “dare altro”  alla folla, come ad es. una parola di conforto, una abbraccio a qualcuno, un solo bicchiere d’acqua ecc.Quello che spesso facciamo anche noi se ci riflettiamo:  non sappiamo le cose e ci sentiamo incapaci di educare, come se il nostro operato si possa definire in proporzione a quanto  siamo capaci di dare e non a cosa e come  siamo capaci di dare!!!!
La risposta che i discepoli danno a Gesù è dettata non solo dallo sbigottimento o stupore, ma anche dalla fretta di trovare una soluzione per rispondere alla richiesta del Maestro. Si saranno certamente  sentiti confusi, scioccati da una richiesta così impegnativa,  tanto che, qualcuno di loro propone di andare nel villaggio vicino a comprare viveri per tutti.  In realtà la frase che Gesù dice ai discepoli la dice ancora oggi a noi.
Riflessione.
Se il Signore ci chiama a “sfamare la folla” ci  da  anche gli strumenti necessari; a noi è richiesta solo una condizione iniziale. Credere.Credere in me grazie alla certezza che Dio mi ha già arricchito dei suoi doni, con il Battesimo, e, quando mi ha scelto mi ha chiesto solo di fidarmi di Lui. Quei doni non aspettano altro che “venire fuori” essere evidenziati, adattati con la formazione specifica e messi al SERVIZIO.
Credere che” tutto posso in Lui che mi da forza”;  credere  che,  se facciamo esperienza di abbandono, senza rimanere legati al materialismo, Lui si muoverà a “pietà dei suoi servi”, cioè si muoverà in nostro aiuto. Credere in noi stessi non nelle nostre sole povere forze, ma in virtù della nostra adesione a Lui!!   CREDERE IN FEDE è allora il PREREQUISITO su cui si fonda un percorso permanente di formazione per diventare educatori.  Il risultato della fiducia in noi stessi che ci viene dalla fiducia in Dio si esprime nel brano evangelico “ tutti mangiarono e si sfamarono …. portarono via 12 ceste piene di pani e di pesci”. 
 Modello di riferimento
Come ogni buona formazione vuole, avere un modello a cui fare riferimento è indispensabile, non solo perché costituisce lo sfondo sul quale ci muoveremo nel nostro cammino, ma anche perché ci fornisce l’imprinting, cioè l’impronta A chi ha dato Gesù per prima il Mandato come Educatore?
L’ha ricevuto Maria, proprio da Gesù prima di morire in croce.  A Lei,  tutti noi, siamo stati affidati nella crescita spirituale, così come un bambino cresce grazie alle cure amorevoli della sua mamma.
Coniugare scienza e fede non è difficile!!!
La mia esperienza di formazione mi ha permesso di poter mettere in relazione la pedagogia di Dio con quella che ci viene dalla Psicologia Umanistica.    Autori di spessore come Rogers, Maslow e Gordon, psicologi che si sono occupati dell’educazione, con il loro originale modello, si sposano molto bene con quello, originario, a cui noi facciamo riferimento e di cui non possiamo discostarci.     Studiandoli, negli anni, mi sono accorta che in realtà questi Autori dicono cose ( anche se con un linguaggio chiaramente diverso) che s’incontrano bene con ciò che ci insegna la Parola di Dio.
Scopo della Psicologia Umanistica in fondo altro non è che le persone possano crescere migliorare e cambiare. Come? Lavorando su di sé!!
 Metodologia
Il percorso di crescita si propone l’obiettivo fondamentale di accrescere la consapevolezza dell’essere Educatori in ciascuno di noi. Durante ciascun incontro, verrà affrontato un tema che ci permetterà di leggerlo nella sua totalità.
Cioè non solo dal punto di vista teorico ma anche umano ed esperienziale, avvalendoci degli Efficaci modelli  di riferimento di cui parlavamo prima.
Al termine di ciascun incontro ciascuno scriverà la caratteristica dominante  che per lui deve avere l’Educatore, fino a completarne il Decalogo.

 Obiettivi
Conoscere sé stessi ( motivazione, progettualità, intenzionalità)
Conoscere le proprie potenzialità/attitudini attraverso un percorso di orientamento in gruppo
Condividere domande, paure, dubbi e perplessità in una logica comunitaria di auto- mutuo-aiuto in gruppo.


“ Nessuno educa nessuno,
nessuno si educa da solo;
gli uomini si educano insieme
con la loro presenza nel mondo”
P.Freire
Grazie!!!

Maria Cristina Siino

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