La vita di S. Maria Goretti è stata illuminata dalla fede, dalla speranza e dalla carità.
Non ha fatto grandi gesta, ma è stata fedele al suo dovere quotidiano ed ella
ci conferma ancora oggi che ciò che ha detto Gesù è sempre vero ed attuale: «Chi è fedele nelle piccole cose lo è anche
nelle grandi» (Lc 16, 10). Così Maria nella prova più grande, aiutata dalla
grazia soprannaturale, non ha voluto offendere il suo Redentore. Ella, con la sua famiglia, ha anche molto
da insegnare a tutti, specialmente ai genitori, che hanno la responsabilità
della salvezza delle anime dei loro figli. San Carlo Borromeo diceva: «Allevare, educare i figli, vuol dire
condurli a Gesù». Tutti i genitori, come fecero i genitori di Maria,
dovremmo insegnare ai figli a pregare, ad aver e conservare il timor di Dio,
ricordandosi che esso è un dono dello Spirito Santo. Nell'antifona della
Comunione della Messa per la Santa (il 6 luglio), leggiamo: «Il timore del Signore è il suo tesoro» (Is
33,6).Dio è sempre stato al primo posto nella
vita di Maria ed Egli ha orientato verso di Lui tutta sua vita. Qualsiasi
tentativo di raccontare la vita della Santa escludendo questo valore è una
manipolazione che non tiene conto della verità e della storia. La fede di Maria si è manifestata nel
quotidiano, nelle faccende concrete della vita, nell'accettazione del dolore e
della gioia, nel servizio degli altri, nell'abbandono alla Provvidenza,
nell'amore alla Vergine e alla Santa Eucaristia. Sulla tomba di Marietta
avvennero guarigioni prodigiose, la Chiesa quindi prese in esame la
documentazione presentata dal passionista P Mauro Liberati e il 31 maggio 1935
iniziò il Processo canonico ad Albano Laziale. Il 25 marzo 1945 Pio XII
riconobbe l'autenticità del suo martirio. Il 27 aprile 1947 fu dichiarata
beata. Maria
Goretti che dovette così giovane, dodicenne, lasciare questa terra, è un frutto maturo del focolare domestico,
ove si prega, ove i figli sono educati nel timore di Dio, nell'ubbidienza verso
i genitori, nell'amore della verità, nella compostezza e nella illibatezza; ove
essi fin da fanciulli si abituano a contentarsi di poco, ad essere ben presto
di aiuto nella fattoria. . . La nostra Beata fu una forte!!!. Ella sapeva e
comprendeva, e precisamente perciò preferì morire. Non aveva ancora compiuto
dodici anni, quando cadde martire. . . No, non è un'anima piccola e debole, è un'eroina, che sotto la stretta del
ferro del suo uccisore, non pensa alla
sua sofferenza, ma alla bruttezza del peccato, che risolutamente
respinge.
L' accaduto
Il 5 luglio 1902 i Serenelli ed i Goretti erano intenti alla sbaccellatura delle fave secche e Maria seduta sul pianerottolo che guardava l’aia, rammendava una camicia del giovane Alessandro. Ad un certo punto questi lasciò il lavoro e con un pretesto si avviò alla casa; giunto sul pianerottolo invitò Maria ad entrare dentro, ma lei non si mosse, allora la prese per un braccio e con una certa forza la trascinò dentro la cucina che era la prima stanza dove s’entrava. Il racconto è dello stesso Alessandro Serenelli, fatto al Tribunale Ecclesiastico; Maria Goretti capì le sue intenzioni e prese a dirgli: “No, no, Dio non vuole, se fai questo vai all’inferno”. Ancora una volta respinto, il giovane andò su tutte le furie e preso un punteruolo che aveva con sé, cominciò a colpirla; Maria lo rimproverava e si divincolava e lui ormai cieco nel suo furore, prese a colpirla con violenza sulla pancia e lei ancora diceva: “Che fai Alessandro? Tu così vai all’inferno…”, quando vide le chiazze di sangue sulle sue vesti, la lasciò, ma capì di averla ferita mortalmente. Le grida della ragazza a malapena sentite dagli altri, fecero accorrere la madre, che la trovò in una pozza di sangue, fu trasportata nell’ospedale di Orsenico di Nettuno, dove a seguito della copiosa perdita di sangue e della sopravvenuta peritonite provocata dalle 14 ferite del punteruolo, i medici non riuscirono a salvarla. Ancora viva e cosciente, perdonò al suo assassino, dicendo all’affranta madre che l’assisteva: “Per amore di Gesù gli perdono; voglio che venga con me in Paradiso”; fu iscritta sul letto di morte tra le Figlie di Maria, ricevé gli ultimi Sacramenti e spirò il giorno dopo, il 6 luglio 1902.
È il simbolo della purezza difesa al costo della vita dopo il tentativo di stupro. Morì a 12 anni, fu beatificata nel 1947 e proclamata santa nel 1950 da papa Pio XII. Il suo assassino, Alessandro Serenelli, fu condannato a 30 anni di prigione. Si pentì e si convertì solo dopo aver sognato Maria che gli diceva avrebbe raggiunto il Paradiso. Quando fu scarcerato dopo 27 anni chiese perdono alla madre della ragazza.
Si festeggia con grande
attenzione e devozione il 6 Luglio
PROTETTRICE DELLE VITTIME DI STUPRO
Attualmente, secondo un’idea di Papa Benedetto XVI ora valutata anche da Papa Francesco, si sta pensando di associare Maria Goretti a Santa Dinfna come protettrice delle vittime di stupro.
La vicenda di Dinfna, martire irlandese morta in Belgio nel VII secolo, è analoga a quella di Maria Goretti e Santa Scorese.
06 Luglio 2023
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