mercoledì 14 agosto 2013

San Massimiliano Maria Kolbe



RICORDATEVI DELL'AMORE
San Massimiliano Maria Kolbe

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N.16670😓

Massimiliano Maria Kolbe nacque il 7 gennaio 1894 a Zdunska-Wola in Polonia, da genitori ferventi cristiani; il suo nome al battesimo fu quello di Raimondo. Papà Giulio, operaio tessile era un patriota che non sopportava la divisione della Polonia di allora in tre parti, dominate da Russia, Germania ed Austria; dei cinque figli avuti, rimasero in vita solo tre, Francesco, Raimondo e Giuseppe. A causa delle scarse risorse finanziarie solo il primogenito poté frequentare la scuola, mentre Raimondo cercò di imparare qualcosa tramite un prete e poi con il farmacista del paese; nella zona austriaca, a Leopoli, si stabilirono i francescani, i quali conosciuti i Kolbe, proposero ai genitori di accogliere nel loro collegio i primi due fratelli più grandi; essi consci che nella zona russa dove risiedevano non avrebbero potuto dare un indirizzo e una formazione intellettuale e cristiana ai propri figli, a causa del regime imperante, accondiscesero; anzi liberi ormai della cura dei figli, il 9 luglio 1908, decisero di entrare loro stessi in convento, Giulio nei Terziari francescani di Cracovia, ma morì ucciso non si sa bene se dai tedeschi o dai russi, per il suo patriottismo, mentre la madre Maria divenne francescana a Leopoli. Anche il terzo figlio Giuseppe dopo un periodo in un pensionamento benedettino, entrò fra i francescani. I due fratelli Francesco e Raimondo dal collegio passarono entrambi nel noviziato francescano, ma il primo, in seguito ne uscì dedicandosi alla carriera militare, prendendo parte alla Prima Guerra Mondiale e scomparendo in un campo di concentramento.

Massimiliano invece entra nell'ordine dei francescani svolgendo un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz dove è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Qui offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Muore pronunciando “Ave Maria” il 14 agosto dopo due settimane di torture. Con il suo martirio, ha detto Giovanni Paolo II, egli ha riportato «la vittoria mediante l’amore e la fede, in un luogo costruito per la negazione della fede in Dio e nell’uomo. «Massimiliano non morì, ma “diede la vita... per il fratello”. V’era in questa morte, terribile dal punto di vista umano, tutta la definitiva grandezza dell’atto umano e della scelta umana: egli da sé si offrì alla morte per amore. E in questa sua morte umana c’era la trasparente testimonianza data a Cristo: la testimonianza data in Cristo alla dignità dell’uomo, alla santità della sua vita e alla forza salvifica della morte, nella quale si manifesta la potenza dell’amore.
Non è frequente trovare all’inizio della vita di molti santi e sante un intervento soprannaturale, un “imput” di origine divina che segnerà, guiderà e sosterrà la loro azione. Lo troviamo nella vita di Don Bosco col famoso sogno dei nove anni (che poi lo accompagnerà anche in seguito). Nella vita di San Francesco quando in una visione sentì la sua missione: “Va’ e ricostruisci la mia Chiesa”, nella vita di Santa Giovanna d’Arco con le sue “voci” che le tracciavano il compito da realizzare nella vita. Naturalmente non dimentichiamo Maria di Nazaret e l’Annunciazione: l’intervento divino più decisivo e più “creativo” della storia. C’è qualcosa di simile anche nella vita di Massimiliano Kolbe. 

Il senso autentico del suo destino umano sembrò segnato in una esperienza mistica che ebbe all’età di circa dieci anni. Si trovava nella chiesa parrocchiale di san Matteo, a Pabianice. Al piccolo Massimiliano apparve la Beata Vergine Maria che teneva in mano due corone, una bianca e l’altra rossa. Non raccontò mai a nessuno di questa visione, eccetto che a sua madre. 

La Madonna aveva chiesto a suo figlio di scegliere la corona bianca della purezza oppure quella rossa del martirio. Il ragazzo invece con prontezza le scelse tutte e due. Intraprendeva così con quella scelta un cammino che sarebbe durato tutta la vita. Questo episodio fu raccontato dalla madre sotto giuramento. Una “milizia” per convertire gli altri e... santificare se stessi. Massimiliano nacque presso Lodz, in Polonia l’8 gennaio 1894 da Giulio e Maria.

Nel 1907 insieme al fratello maggiore Francesco, Massimiliano entrò in prova nella casa dei Francescani a Leopoli, e nel settembre del 1910 indossò l’abito religioso. Dopo il noviziato fu inviato a Roma per gli studi filosofici e teologici. Rimase nella Città Eterna ben sei anni. Qui venne ordinato sacerdote il 28 aprile 1918. Dobbiamo segnalare una sua iniziativa importante cominciata il 17 ottobre del 1917: la fondazione dell’associazione “La milizia di Maria Immacolata” il cui fine era: “Procurare la conversione dei peccatori, degli eretici, scismatici, infedeli, e specialmente dei massoni, e la santificazione di se stessi e di tutti sotto il patrocinio della B.V. Maria Immacolata e mediatrice”. 
Così scrisse lo stesso MassimilianoTornato in Polonia si ammalò di tisi e fu costretto a passare quattro anni in un sanatorio. Pur con salute malferma continuò la sua attività. La fondazione dell’associazione “La milizia di Maria Immacolata” del 1917 era solo l’inizio delle sue opere religiose ed editoriali. Nel gennaio del 1922 fondò la rivista mariana dal titolo “Il cavaliere dell’Immacolata”. Le difficoltà non si fecero attendere. Di duplice specie. Non basta dire che sono opere di Dio e della Madonna. Vanno finanziate. E i debiti chi li avrebbe pagati? Come si vede una questione non di alta spiritualità, ma molto terra terra. Lo dissero apertamente a padre Kolbe. E qui abbiamo la prima reazione da... santo, che ha fede nella Provvidenza e in ciò che sta facendo per amore di Dio e della Madonna, non certo per la propria carriera. La stessa reazione che furono di Don Bosco (quando cominciò a costruire la grande basilica di Maria Ausiliatrice a Torino-Valdocco), o del Cottolengo. Anche lui non si scompose e attese (dandosi da fare) la Provvidenza. 

Che arrivò con puntualità e con precisione. Aveva appena finito di celebrare la messa quando vide sull’altare una borsa con la scritta. “Alla mia cara mamma, l’Immacolata”. Nessuno ci avrebbe scommesso una lira. Ma conteneva tutto il denaro necessario per pagare le spese già sostenute. Ecco la potenza dei soldi anche in campo ecclesiale. Tutte le obiezioni dei superiori si sciolsero come neve al sole. Capirono subito. E lasciarono fare, visto che aveva risolto “bene” la prima grana contabile. 

Da quel giorno depositò vicino all’altare una scatola con un’immagine, incollata sopra, del Cottolengo, l’autentico maestro della fiducia nella Provvidenza. Con questa iniziativa egli poneva le fondamenta delle future “Città dell’Immacolata”.  Anche in questa opera c’era un tocco di straordinario, proveniente dalla grande fiducia in Maria Immacolata. Ritornato dal sanatorio di Zakopane, si mise alla ricerca di un terreno alla periferia di Varsavia dove costruire la prima “Città dell’Immacolata”. Il terreno adatto fu trovato ma apparteneva al conte Lubecki. Padre Kolbe vi collocò una statua dell’Immacolata. Il prezzo però era proibitivo. Parlò direttamente col conte spiegandogli che cosa intendeva fare con quella terra. Gli arrivò un no gentile

Finito il colloquio il conte gli chiese che cosa doveva fare di quella statua. Kolbe gli rispose semplicemente di lasciarla al suo posto. Questi capì che quel terreno non apparteneva più a lui ma a padre Kolbe, o meglio a Maria Immacolata. Nacque così la prima “Città di Maria”. Una iniziativa che ha certamente dello straordinario, anche per lo sviluppo successivo in tutto il mondo. 

Il suo ideale era uno solo: conquistare a Dio “per mezzo di Maria” un’anima dopo l’altra. Come muore un santo nell’inferno di Auschwitz. Ai suoi scrittori collaboratori lui raccomandava: “Combattere il male secondo lo spirito della Milizia Mariana significa combattere con l’amore nei confronti di tutti gli esseri umani, compresi i meno buoni. Significa dar rilievo al bene, in modo tale da renderlo irresistibile, invece di diffondere il male attraverso la sua descrizione. Quando si presenta l’occasione di attirare l’attenzione della società o dell’autorità su qualche misfatto, bisogna farlo con amore verso la persona in causa, e con delicatezza.

Ma la sua salute diminuiva e politicamente la situazione in Europa precipitava. La guerra scoppiò il primo settembre del 1939. La prima vittima della furia nazista fu proprio la Polonia..
Il 17 febbraio 1941 fu arrestato e imprigionato e poi il 28 maggio trasferito ad Auschwitz divenendo il N. 16.670. Essendo sacerdote cattolico fu messo insieme ad ebrei ed usato per i lavori più umilianti. Uno dei compiti era il trasporto dei cadaveri ai forni crematori. 


Padre Kolbe lo compiva con dignità e solennità: per lui era un vero atto di liturgia. Il fatto non passò inosservato, come pure quello di non lamentarsi mai. Un giorno però un prigioniero fuggì dal campo. La rappresaglia contemplava la morte di altri dieci prigionieri. Uno di questi prescelti per la rappresaglia, terrorizzato, chiese di essere risparmiato perché aveva moglie e figli. E ci fu a questo punto il grande gesto di santità: l’amore allo stato eroico. Kolbe dimostrò l’amore più grande possibile morendo per un suo prossimo, che non era un amico ma semplicemente un compagno di sventura. Si fece avanti affermando, tra lo stupore generale, che voleva morire lui al posto di quel padre di famiglia. La sua fine si compì dopo una lunga agonia nella “cella della fame” con una iniezione di acido muriatico. Nel porgere il braccio al suo aguzzino mormorò “Ave Maria”. Le sue ultime parole. Fu proclamato Santo nel 1982.


Preghiera a San Massimiliano Maria Kolbe per la famiglia

San Massimiliano, 
dopo aver speso le tue energie per l’annuncio del Vangelo 
a tutti gli uomini sotto la guida di Maria, ad Auschwitz 
hai offerto la tua vita affinché una famiglia non fosse privata dello sposo e del padre. 
Per il tuo eroico martirio di carità, insegnaci
 che la famiglia è un dono per il quale vale la pena sacrificare noi stessi.

Tu hai trovato in Maria la fonte alla quale
 attingere le grazie per essere un coraggioso e fedele discepolo di Gesù. Aiutaci ad accoglierla come nostra Madre per
 sperimentare la forza della sua intercessione nel cammino della vita. Sii con noi, San Massimiliano, e prega 
per le necessità della nostra famiglia.
Amen.


14 Agosto 2022

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