mercoledì 6 novembre 2013

Pastorale familiare, formazione e servizio

Parrocchia Maria SS delle Grazie
Corleone

Formazione operatori
Gruppo Famiglia Multiproblematica
2° Incontro
“La famiglia
di fronte alle varie forme di povertà.
Possibili letture e interventi”
Martedì 05/11/2013

Un ministero che focalizza la sua attenzione sulla problematicità della FAMIGLIA non può non  fermarsi in prima analisi a farsi più domande possibili (e a darsi anche delle risposte!!) rispetto ai significati che la parola povertà possiede al suo interno. Tutti credo conosciamo molto bene il significato di questa parola, ma non so se in realtà tutti ne abbiamo fatto nella vita più o meno esperienza. Questo per quando riguarda il significato economico che spontaneamente viene dato quando si parla di povertà. Ma se proviamo insieme ad andare oltre al significato comune ci accorgiamo che questa parola ci conduce inevitabilmente a guardare i problemi della famiglia con la lente d’ingrandimento. A noi operatori a sostegno della famiglia multiproblematica non può e non deve bastare la lettura sociologica, statistica o socio-demografica che in genere le varie agenzie educative, i mass media e la società tutta ci danno. Andiamo oltre!
POVERTA’ MATERIALE
Sappiamo tutti che la politica non funziona, che non c’è lavoro e futuro per i giovani, che a fatica oggi si arriva a fine mese ecc. ecc. Ma se ci facciamo caso solo poche agenzie e poche persone in realtà si muovono su questo terreno in maniera pratica e concreta. Sono diffuse le idee del tipo:  “ognuno pensa per sé” o “dobbiamo farci gli affari nostri”, “ci devono pensare le istituzioni” “ognuno piange i propri mali” ecc.
Anche se fa male riconoscerlo non solo c’è molta rigidità di pensiero tra la gente ma,  ancora oggi haimè ancora la società è divisa in due: i benestanti e i poveri. La cosa che fa però più pensare e preoccupare è che tra i cosiddetti benestanti è diffusa l’idea che oggi nessuno è più veramente povero, che il necessario non manca a nessuno che c’è la Caritas o la mensa e nessuno muore più di fame. Queste convinzioni servono certamente a mettere a tacere la propria coscienza ma lasciano il tempo che trovano quando nella realtà si vedono ( per chi ha occhi per vedere!) famiglie che non hanno una macchina perché non possono permettersela, famiglie con bambini piccoli che a piedi si muovono dalla periferia al paese per far fronte ai bisogni più diversi, giovani demotivati e tristi a cui mancano quei mezzi che la società di oggi ha oramai decretato come indispensabili (pc, telefonino, motorino, abbigliamento ideale per stare nel gruppo dei pari ecc) e pertanto rimangono drammaticamente esclusi ed emarginati, e tante ma proprio tante altre situazioni di disagio che tutt’altro dicono tranne che la povertà oggi non esiste più!!
INTERVENTI POSSIBILI SULLA POVERTA’ MATERIALE
Intanto parlarne credo possa costituire un intervento che mira a sensibilizzare prima noi stessi e poi le persone con cui veniamo in contatto quotidianamente, relativamente al fatto che  il problema c’è, si vede e attende risposte.
Continuare a mettere la testa sotto la sabbia non credo aiuti nessuno, anzi favorisce il diffondersi del problema e aumenta la rabbia Ogni caso mostra una storia unica e non ripetibile e per tanto un possibile intervento su questo tipo di povertà dovrebbe, a mio modestissimo parere, tenere conto delle priorità concrete e della nostra creatività/disponibilità a rispondervi. No all’indifferenza e alla falsa cecità!!Nonchè al bigottismo!! 
POVERTA’ SPIRITUALE
Muoversi all’interno delle famiglie multiproblematiche significa non solo osservare cosa manca in termini materiali ma soprattutto CHI manca a livello spirituale. Il male maggiore non è la mancanza dei beni materiali a cui si può porre rimedio grazie alla sensibilità e alla generosità dei fratelli, ma a noi ci deve più preoccupare quel tipo di povertà che non conosce, o conosce male l’amore infinito e misericordioso di Dio. Chi studia la famiglia sa che, quella multiproblematica, è molto più carente di formazione o iniziazione cristiana; per diverse ragioni anche comprensibilissime!! Poco e male si conoscono i comandamenti, raramente si mettono in pratica e solo una piccola parte partecipa alla vita di fede. La povertà spirituale è spesso causa prima di tutte le altre povertà. Facciamo degli esempi. Se si conoscesse realmente l’Amore misericordioso di Dio non ci sarebbero così tante resistenze a presentarsi ai sacerdoti, a confessare i più gravi peccati, come ad es. la prostituzione, i furti, le aggressioni ecc. Così anche il grande insegnamento della riconciliazione, se fosse veramente compreso, eviterebbe tante liti intrafamiliari e tante divisioni. Ecc, ecc, ecc. Interminabili gli esempi. L’inosservanza della Parola di Dio perché non si conosce o si conosce male genera stili di vita e comportamenti che possono diventare socialmente inaccettabili e causa primaria di esclusione sociale o di emarginazione. Pensiamo ad es. ad un giovane che dopo avere trascorso del tempo in prigione voglia reinserirsi nel tessuto sociale. Troverà molti ostacoli, e l’unica alternativa è quella di rientrare nel giro che in passato l’aveva fatto sbagliare. Anche questa è una realtà che affonda le sue radici in questo tipo di povertà. Gli esempi sono anche in questo caso interminabili.
INTERVENTI POSSIBILI SULLA POVERTA' SPIRITUALE
Su questo tipo di povertà che incombe sulla famiglia si possono credo proporre diverse iniziative che tengono conto certamente anche della motivazione ( molto scarsa!!). E’ chiaro che da parte di noi operatori è richiesta un attenzione maggiore verso questa falda così profonda perché ogni intervento possibile che non abbia solide fondamenta è come perso in partenza. Mi spiego. 
Andare a trovare una famiglia, mostrarsi disponibile e quant’altro, omettendo di comunicare loro la cosa più importante, quella appunto di ricordare che esistono dei modi/mezzi/strumenti molto  utili ed efficaci per superare la crisi ( fede, preghiera, ascolto della Parola di Dio, confessione, comunione, vita comunitaria ecc.) a poco servirà!
Ognuno di noi può essere, se lo vuole,  faro per l’altro durante la tempesta. Ma un faro per fare luce deve essere acceso!
Grazie!
Maria Cristina Siino








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