11 Febbraio 1858
Tutto è
iniziato così …
Bernadette,
nacque a Lourdes
il 7 gennaio 1844. Era la prima di sei figli dei coniugi Soubirous. In origine mugnai, i genitori di Bernadette si
erano impoveriti nel tempo e si erano ridotti ad una vita di stenti,
guadagnando appena il necessario per sfamare i figlioletti. I Soubirous furono
costretti più volte a traslocare in abitazioni sempre più modeste, finché un
lontano parente concesse loro a titolo gratuito un edificio di sua proprietà
(conosciuto da tutti come il “cachot”, cioè il“carcere”) che un tempo era stato una prigione ed era stato
ritenuto troppo malsano per ospitare dei detenuti. Si trattava di un
ambiente umido e squallido; il proprietario, Andrea Sajous, lo descriveva così: “La
camera era oscura e malsana. Nel cortile
c’era del letame che rendeva il luogo puzzolente e infetto”. I coniugi
Soubirous coi loro sei bambini dovettero
adattarsi a vivere lì. Bernadette era una bambina gentile, fragile,
delicata. Fin da piccolissima aveva sofferto d’asma e avrebbe avuto bisogno di
cure mediche appropriate e di un’alimentazione sostanziosa, cose impossibili in
casa sua, nonostante l’amore e la buona volontà dei genitori. A 11 anni rischiò di morire di colera e la
malattia la lascerà per sempre cagionevole di salute. All’epoca delle apparizioni Bernadette aveva
quattordici anni, ma a detta di tutti ne
dimostrava non più di dieci o undici. Era praticamente analfabeta e per qualche tempo era stata pastorella e aveva
condotto al pascolo il piccolo gregge della sua balia, che era rimasta sempre
molto affezionata a lei e la trattava come una figlia. Poi, su sollecitazione
del parroco, era rientrata in famiglia per potersi preparare alla prima
comunione presso le suore di Lourdes. Nell’istruzione religiosa incontrava
molte difficoltà poiché non sapeva quasi
leggere; le suore, oltre alla dottrina, cercarono quindi di insegnarle
anche i primi rudimenti della scrittura. Nel febbraio del 1858 ebbero inizio le apparizioni
della Madonna, che si conclusero il 16 luglio dello stesso anno. Bernadette non
si inorgoglì mai dell’eccezionale esperienza di cui era stata protagonista.
Acconsentì di buon grado a tutti gli interrogatori cui fu sottoposta da parte
delle autorità religiose e civili, accettò di ripetere con semplicità la sua
storia a centinaia e centinaia di visitatori e devoti. La sua breve esistenza (morì a soli 35 anni) trascorse nell’umile accettazione della sofferenza
fisica, come generosa risposta all’invito dell’Immacolata di sacrificarsi per
il riscatto di tante anime che vivono nel peccato. Dopo la conclusione
delle apparizioni ricominciò le lezioni di lettura e catechismo, fece la
Prima Comunione. Per alcuni anni Bernadette visse a Lourdes presso le
suore, svolgendo con gioia l’umile
mansione di cuciniera e condividendo la vita di preghiera delle monache. Intanto
nel 1862 le apparizioni vennero ufficialmente riconosciute e ben presto fu
eretta anche la Chiesa chiesta dalla Madonna. Nel 1866, su
suggerimento del Vescovo di Nevers che era devoto di Lourdes, Bernadette fu
accolta come novizia nella Congregazione
delle Suore dell’Ospizio; l’anno
dopo ci fu la professione religiosa. Alla professione religiosa assunse il nome
di suor Maria Bernarda. Dapprima svolse le mansioni d’infermiera all’interno del convento, poi sacrestana,
finché l’aggravarsi del male non la costrinse
a letto, per nove anni. La salute della giovane declinava sempre più:
l’asma, di cui aveva sempre sofferto, non le dava tregua; reumatismi articolari molto dolorosi e terribili sbocchi di sangue in
più occasioni fecero temere per la sua vita. A queste sofferenze fisiche si
aggiunse il dolore per la morte precoce
di entrambi i genitori. I quindici anni di vita conventuale furono un vero Calvario di sofferenza. Le stesse
superiori la trattavano con freddezza, per
un disegno provvidenziale che preclude alle anime elette la comprensione e
spesso anche la benevolenza delle anime mediocri. Come la Madonna le
aveva preannunciato, non era prevista
per lei felicità in questo mondo. Bernadette morì santamente il 16 aprile
1879. Fu beatificata nel 1925 e proclamata Santa l’8 dicembre 1933. Durante il
processo del 20 agosto 1908, dopo trent’anni e cinque mesi dalla sua morte, fu
riesumata la salma e la si ritrovò
incorrotta, aveva gli occhi chiusi e le labbra semiaperte atteggianti al
sorriso. Il corpo di Bernadette venne posto in un sarcofago in oro e vetro
ed esposto al pubblico nella Cappella di Santa Bernadette a Nevers, dove può
essere visitato ancor oggi.
Quest'anno ricorre la 33.ma GIORNATA MONDIALE DEL MALATO. Fu San Giovanni Paolo II ad istituirla, nella ricorrenza dell’apparizione della Madonna a Lourdes. Gesù, con il suo amore misericordioso, permette di cogliere anche nell’infermità, per quanto dolorosa e difficile da comprendere, un’opportunità d’incontro con il Signore.
Chi assiste un malato è un "angelo di speranza". La speranza non delude (Rm 5,5) e ci rende forti nella tribolazione con un evidente richiamo al tema giubilare. Malati e medici, infermieri e familiari, amici e sacerdoti, religiosi e religiose sono tutti “angeli di speranza”, tutti “messaggeri di Dio”, in ogni luogo in cui si trovano: famiglie, ambulatori, case di cura, cliniche, ospedali.
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