martedì 31 marzo 2015

Via Crucis

Quattordicesima stazione

GESU' NEL SEPOLCRO

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo
Perché con la sua santa croce hai redento il mondo

"Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie." (Mt 27, 62-66)

Credere

Lettore: Avvolto nel lenzuolo funerario, la “Sindone”, il corpo martoriato di Gesù entra lentamente, per le mani pietose e amorose di Giuseppe d’Arimatea, nel sepolcro scavato nella roccia. Nelle ore di silenzio che seguiranno, Cristo sarà veramente come tutti gli uomini che entrano nel grembo oscuro della morte, della fine. Eppure c’è già in quel crepuscolo del Venerdì santo un fremito. “Splendevano ormai le luci del sabato” - afferma san Luca - dalle finestre delle case di Gerusalemme.
È l’attesa di un’alba diversa, quella che tra non molte ore, trascorso il sabato, apparirà davanti ai nostri occhi di discepoli di Cristo. In quell’aurora, sulla strada delle tombe, ci verrà incontro l’angelo e ci dirà: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui! È risuscitato!”. E sulla strada del ritorno alle nostre case sarà allora il Risorto ad accostarsi al nostro fianco, camminando con noi, varcando le nostre soglie, la nostra storia quotidiana, togliendo i grossi macigni che ci chiudono come sepolcri, facendoci scoprire che il sepolcro non è stata la sua ultima tappa e neanche la nostra.

Preghiamo: 
Non si spenga mai, o Dio, nel nostro cuore la ferma speranza di essere con Gesù dopo la passione accolta con fede; associa i tuoi fedeli al tuo Figlio redentore che, vincendo la morte, ha ridonato al mondo la vita del cielo. Amen.

Chi sono i Santi?

Sono coloro che passano la loro vita nel silenzio, nelle pene, nel nascondersi nel lavoro quotidiano e nel sacrificio, offerti a Cristo Gesù Crocifisso, in un letto di dolore, in una strada solitaria, in una tristezza sconfinata, in un chiostro, in una cella.
Santi sono i bambini che non sono mai nati, o che sono nati e immediatamente hanno dovuto subire la prepotenza del mondo, magari proprio di chi li aveva generati; sono i bambini che senza colpe, patiscono più degli adulti per tutto quello che gli adulti vogliono, contro la volontà dei bambini.
Santi sono i vecchi che dopo una vita di durezze, sacrifici, tribolazioni, vivono gli ultimi tempi della loro esistenza da soli, dimenticati anche dal proprio sangue.
Nessuno di loro sarà dimenticato, come non sarà dimenticato neppure chi con indifferenza, ha voltato le spalle alle mani tese ed agli occhi in lacrime. 


Preghiera finale

Beati quelli che sanno ridere di se stessi: non finiranno mai di divertirsi.
Beati quelli che sanno distinguere un ciottolo da una montagna:  eviteranno tanti fastidi.
Beati quelli che sanno ascoltare e tacere: impareranno molte cose nuove.
Beati quelli che sono attenti alle richieste degli altri: saranno dispensatori di gioia.
Beati sarete voi se saprete guardare con attenzione le piccole cose e serenamente quelle importanti: andrete lontano nella vita.
Beati voi se saprete apprezzare un sorriso e dimenticare uno sgarbo: il vostro cammino sarà sempre pieno di sole.
Beati voi se saprete interpretare con benevolenza gli atteggiamenti degli altri anche contro le apparenze: sarete giudicati ingenui ma questo è il prezzo dell’amore.
Beati quelli che pensano prima di agire e pregano prima di pensare: eviteranno tante stupidaggini.
Beati soprattutto voi che sapete riconoscere il Signore in tutti coloro che incontrate: avete trovato la vera luce e la vera pace.

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