Quattordicesima
stazione
GESU'
NEL SEPOLCRO
Ti adoriamo Cristo e ti
benediciamo
Perché con la sua santa
croce hai redento il mondo
"Il giorno seguente, quello dopo la
Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei,
dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo,
disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. Ordina dunque che la tomba venga vigilata
fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi
dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe
peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e
assicurate la sorveglianza come meglio credete». Essi andarono e, per rendere
sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie." (Mt 27, 62-66)
Credere
Lettore:
Avvolto nel lenzuolo funerario, la “Sindone”,
il corpo martoriato di Gesù entra lentamente, per le mani pietose e amorose di
Giuseppe d’Arimatea, nel sepolcro scavato nella roccia. Nelle ore di silenzio
che seguiranno, Cristo sarà veramente come tutti gli uomini che entrano nel
grembo oscuro della morte, della fine. Eppure c’è già in quel crepuscolo del
Venerdì santo un fremito. “Splendevano ormai le luci del sabato” - afferma san
Luca - dalle finestre delle case di Gerusalemme.
È
l’attesa di un’alba diversa, quella che tra non molte ore, trascorso il sabato,
apparirà davanti ai nostri occhi di discepoli di Cristo. In quell’aurora, sulla
strada delle tombe, ci verrà incontro l’angelo e ci dirà: “Perché cercate tra i
morti colui che è vivo? Non è qui! È risuscitato!”. E sulla strada del ritorno
alle nostre case sarà allora il Risorto ad accostarsi al nostro fianco,
camminando con noi, varcando le nostre soglie, la nostra storia quotidiana,
togliendo i grossi macigni che ci chiudono come sepolcri, facendoci scoprire
che il sepolcro non è stata la sua ultima tappa e neanche la nostra.
Preghiamo:
Non si spenga
mai, o Dio, nel nostro cuore la ferma speranza di essere con Gesù dopo la
passione accolta con fede; associa i tuoi fedeli al tuo Figlio redentore che,
vincendo la morte, ha ridonato al mondo la vita del cielo. Amen.
Chi sono i Santi?
Sono coloro che passano la
loro vita nel silenzio, nelle pene, nel nascondersi nel lavoro quotidiano e nel
sacrificio, offerti a Cristo Gesù Crocifisso, in un letto di dolore, in una
strada solitaria, in una tristezza sconfinata, in un chiostro, in una cella.
Santi
sono i bambini che non sono mai nati, o che sono nati e immediatamente hanno
dovuto subire la prepotenza del mondo, magari proprio di chi li aveva generati;
sono i bambini che senza colpe, patiscono più degli adulti per tutto quello che
gli adulti vogliono, contro la volontà dei bambini.
Santi
sono i vecchi che dopo una vita di durezze, sacrifici, tribolazioni, vivono gli
ultimi tempi della loro esistenza da soli, dimenticati anche dal proprio
sangue.
Nessuno
di loro sarà dimenticato, come non sarà dimenticato neppure chi con
indifferenza, ha voltato le spalle alle mani tese ed agli occhi in lacrime.
Preghiera finale
Beati
quelli che sanno ridere di se stessi: non finiranno mai di divertirsi.
Beati quelli che sanno
distinguere un ciottolo da una montagna:
eviteranno tanti fastidi.
Beati quelli che sanno
ascoltare e tacere: impareranno molte cose nuove.
Beati quelli che sono
attenti alle richieste degli altri: saranno dispensatori di gioia.
Beati sarete voi se saprete
guardare con attenzione le piccole cose e serenamente quelle importanti:
andrete lontano nella vita.
Beati voi se saprete
apprezzare un sorriso e dimenticare uno sgarbo: il vostro cammino sarà sempre
pieno di sole.
Beati voi se saprete
interpretare con benevolenza gli atteggiamenti degli altri anche contro le
apparenze: sarete giudicati ingenui ma questo è il prezzo dell’amore.
Beati quelli che pensano
prima di agire e pregano prima di pensare: eviteranno tante stupidaggini.
Beati soprattutto voi che
sapete riconoscere il Signore in tutti coloro che incontrate: avete trovato la
vera luce e la vera pace.
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