sabato 18 settembre 2010

Un pensiero non mio... ma anche tuo!

"Non sei forse un ladro, afferma san Basilio, tu che delle ricchezze di cui hai ricevuto la gestione, ne fai cosa tua propria?... All’affamato appartiene il pane che tu conservi, all’uomo nudo il mantello che tieni nel baule, a chi va scalzo le scarpe che marciscono a casa tua, al bisognoso il denaro che tu tieni nascosto. Così tu commetti tante ingiustizie quanta è la gente cui potevi donare». Continua sant’Ambrogio: «E’ giusto perciò che, se rivendichi qualche cosa come privata di ciò che è stato dato in comune (la terra) al genere umano e persino a tutti gli animali, almeno tu ne distribuisca qualcosa ai poveri: sono partecipi del tuo diritto, non negare loro gli alimenti». Ciò che i Padri predicano riferendosi a casi della propria Chiesa ora investe popoli, nazioni, milioni di persone. Nazioni o gruppi multinazionali esercitano il controllo sulla ricchezza con una libertà indiscussa, continuano a fare della ricchezza la fonte della divisione e ad approfittare di queste divisioni per il loro dominio economico. I capitali si spostano da un paese all’altro dove migliore può essere l’incentivo al guadagno. Milioni di lavoratori rurali non hanno né diritto né possibilità di accedere a terre che pure sono loro, mentre grandi proprietari tengono incolte le loro terre in vista di un migliore sfruttamento o di una più grande sorgente di guadagno.

La donazione fatta per tacitare la coscienza e non per amicizia, non è vera donazione. Ogni decisione che non termini all’amore è sbagliata alla radice. Il farsi amici significa cercare nell’uso dei beni una realizzazione orizzontale, tra fratelli, e non verticale, dall’alto in basso. «Il denaro, simbolo delle cose, è strumento di divisione e di lotta; deve diventare strumento di comunione tra le persone, di amicizia, di uguaglianza, anziché veicolo di guerra e di discriminazione. Questo esige una comunità nella produzione, nella distribuzione, nel consumo. Ora la povertà di quelli che hanno dei beni e che non possono e non debbono spogliarsene, consiste nell’usarne per creare amicizia e comunicare tra gli uomini. Questo “fatevi amici” deve essere ripensato nel tempo e rinnovato continuamente nel contenuto» (A. Paoli).

Oggi sono in tanti che sanno come insegnare ad investire. Oggi sono in tanti che sanno cosa gli altri devono fare o dire. Oggi sono diventati tanti coloro che avendo messo mano ai privilegi si sono arricchiti facendo solo rumore. Il profeta Amos grida, mentre tutti stiamo bene e siamo alla ricerca di amicizie che ci accontentino. Buona domenica.

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