Natale in tempo di Pandemia
🌻🌲🌹Dio ha vinto il mondo e la Sua luce vince le tenebre.
Gesù è nato di notte. La notte ha tanti significati. Fa paura, il buio della notte ha bisogno di vincere la paura del buio stordendosi e distraendosi, vincendo l'angoscia e la cupezza della vita. Siamo da quasi un anno dentro un buio che non finisce mai. Tenebre che ricoprono tutta la terra e gli spiragli di luce talvolta sono dei miraggi. L'angoscia ci assale e il buio della notte quest'anno lo troviamo più vero.
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La pandemia ci ha fatto piombare in fitte tenebre. Coltiviamo l'attesa e alimentiamo la speranza. Se la pandemia ci ha fatto piombare in fitte tenebre, coltiviamo l'attesa e alimentiamo la speranza. Dio ha vinto il mondo e la sua luce vince le tenebre.
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E' nel buio che apprezziamo di più la luce. Eravamo abituati a rompere le tenebre con le luci artificiali, ma questo buio come riusciremo a vincerlo? Gli Angeli ripetono anche oggi. "Non temete, vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il Popolo. Oggi nella città di Davide è nato per noi un Salvatore, che è il Cristo Signore". In queste notti possiamo spegnere le luci e lasciare accesa solo una piccola luce ........... in fondo al nostro 💓
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"Ritroviamo fiducia nel figlio di Dio, che è nato per noi"
Un Natale inusuale, strano e per certi versi triste. In questa celebrazioni natalizia portiamo il peso e l’angustia delle conseguenze e dei danni, provocati dalla pandemia del Coronavirus: i morti, i malati, le sofferenze, le ristrettezze economiche in milioni di famiglie, la disoccupazione e la prospettiva di un tempo prolungato di crisi sanitaria, economica e sociale incombente.
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In questo Natale non abbiamo nemmeno la possibilità di incontrarci, consolarci a vicenda manifestarci sentimenti di affetto e di sostegno vicendevole: obbligati alla quarantena, alla clausura nelle case.
Gli anziani nelle abitazioni o nelle case di riposo soli e trascurati per timore dei contagi, i giovani e le ragazze, lontani dalla scuola e privati delle allegre compagnie e degli incontri e dei riti di socializzazione, i bambini costretti ulteriormente a trovare svago e rifugio nei giochi elettronici in solitudine e non nella chiassosa e gioiosa comitiva della strada, dell’oratorio, dei luoghi sportivi.
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Nell’eucarestia del Natale sappiamo che il Signore non si dimentica dell’umanità. Ci viene ripetuto e rinnovato il Vangelo, la lieta notizia che Dio è in mezzo a noi: "Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore .Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia".
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La supplica e l’invocazione devono rafforzare la nostra fede e la speranza. Siamo uomini e donne di poca fede; cerchiamo la speranza solo nelle risorse umane, che sono fallaci e che purtroppo abbiamo inquinato.
Il Vangelo ci dice che la nostra forza e in Dio, che si è fatto bambino. In Dio è la radice di ogni speranza. Ma Dio affida la sua potenza all’uomo credente e fedele: Maria e Giuseppe, con la loro adesione, il loro fiat al Disegno di Dio e la quotidiana fedeltà alla Volontà di Dio, hanno collaborato a portare la speranza al mondo: Gesù salvatore di tutti. In ogni situazione, la più critica dobbiamo trovare, con la forza di Dio e l’aiuto dello Spirito Santo, la modalità di affrontare e risolvere le situazioni critiche.
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La scienza ha promesso un messia salvatore : il vaccino anti covid. Tutti lo attendono. Ma per quanto potrà contribuire ad alleviare sofferenze e disagi, provocati dalla pandemia, non basterà, non risolverà il problema. Noi sappiamo che Gesù è l’unico salvatore del mondo. Senza di lui, la sua accoglienza e l’adesione al suo vangelo, il mondo resterà sotto il giogo e la fragilità della precarietà e del peccato, coltiverà nel suo seno i germi della corruzione e invano potrà autorigenerarsi o auto salvarsi.
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Dagli allarmi di scienziati e per comune constatazione appare sempre più evidente che il nostro mondo, creato da Dio e affidato alla custodia dell’uomo, è stato deturpato ed è malato. Papa Francesco, nel suo magistero, sta cercando in vari modi e con parole le più diverse per indicare agli uomini le vie umane ed evangeliche che danno sostanza alla speranza degli uomini di vivere in pace e di salvarsi.
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“La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia. In molti luoghi del pianeta, gli anziani ricordano con nostalgia i paesaggi d’altri tempi, che ora appaiono sommersi da spazzatura”. Se non cambiano gli stili di vita, le abitudini e l’orgogliosa convinzione di un progresso all’infinito, di una libertà senza limiti, di egoismi temerari, l’umanità resterà sempre a rischio pandemia o di trasformazioni catastrofiche.
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L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano… Ogni aspirazione a curare e migliorare il mondo richiede di cambiare profondamente gli «stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono le società’.
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Il messaggio natalizio ci annuncia che Dio ha a cuore la vicinanza umana ed ogni uomo. Gesù ‘Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal Cielo’. Egli con la sua nascita porta all’umanità il grande messaggio che Dio si fa nostro fratelli e che gli uomini sono stati elevati alla condizione e dignità di figli di Dio. Tutti. “Fratelli tutti” come non si stanca di ripetere papa Francesco, riproponendo il paradigma umano e il messaggio evangelico. Il mondo esiste per tutti, perché tutti noi esseri umani nasciamo su questa terra con la stessa dignità.
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Da duemila anni un Bambino richiama al valore bello della vita e alla fraternità, in una convivialità di bellezza, di umanità, di pace, di contemplazione e di festa per donne e uomini, amati da Dio. Questo Natale, trascorso nella clausura della quarantena, è il tempo opportuno per rientrare in noi stessi, chiarire le coordinate della nostra esistenza umana e cristiana, mettere ordine alle priorità delle nostre scelte.
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Abbiamo l’opportunità di contemplare il mistero del natale, soffermandoci davanti al presepio, Il Bambino Gesù, il nostro salvatore, la nostra speranza, la nostra gioia, è l’Emmanuele, il Dio con noi, nel tempo della salute e della malattia, nella pandemia e nella guarigione, sempre.
Maria che, nella contemplazione, serbava nel suo cuore tutto ciò che accadeva, sa di essere in compagnia del Figlio di Dio e figlio suo e anche Giuseppe ha trascorso le sua esistenza nella contemplazione di quel figlio, che gli era stato affidato e che “vide crescere giorno dopo giorno ‘in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
CIO' DETTO......
NON SCORAGGIAMOCI
E , CON FIDUCIA,
ACCOGLIAMO IL NOSTRO SALVATORE!!!!
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