domenica 28 febbraio 2021

Discernimento Vocazionale del Matrimonio

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IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO

come risposta ad una 

VOCAZIONE a due!!!

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L’uomo è per natura e per vocazione un essere religioso. Da Dio viene e a Dio ritorna; è creato per vivere in comunione con Dio, nel quale trova la propria felicità. Per tanto tempo e in maniera troppo rigida si è associato il termine VOCAZIONE solo alla vita sacerdotale/monacale. Per lungo tempo all’interno della vita della Chiesa la vita coniugale è stata considerata quasi inferiore a quella dei religiosi e dei sacerdoti. Ordine e Matrimonio non erano pensati come sacramenti in relazione tra di loro, né tantomeno riconosciuti come complementari.  Altra conseguenza/lacuna fu il non aver mai pensato il Matrimonio come pienamente inserito all’interno della vita ecclesiale al pari delle altre vocazioni. In questo senso la dimensione sacramentale che lo caratterizzava era letta ad un livello secondario ed inferiore rispetto agli altri sacramenti, come se fosse, tra i sacramenti, quello “meno sacramento” degli altri. In passato infatti era impensabile usare il significato profondo del termine VOCAZIONE al  SACRAMENTO del MATRIMONIO. E' grazie a San Giovanni Paolo 2,  nell'Enciclica da Lui scritta, Familiaris Consortio , nel paragrafo riguardante "Il disegno di Dio sul Matrimonio e sulla Famiglia" che, il termine VOCAZIONE ha cominciato ad essere esteso anche al Sacramento del matrimonio. Il principio cardine della Sua santa intuizione ( di San Giovanni Paolo 2)  è che, all’origine di ogni autentica chiamata, e nel nostro caso la CHIAMATA AL MATRIMONIO,  vi è sempre il Signore che CHIAMA e invita alla Sua sequela. Cambia solo il MODO.  La chiesa non fa altro che  manifestare nella diversità e nella molteplicità delle vocazioni la ricchezza dello Spirito che distribuisce liberamente i suoi doni, secondo un progetto divino.  La vita consacrata dai sacramenti è sempre allora una risposta ad una chiamata di Dio. Una tale vocazione, infatti, non si può costruire da soli, nessuno di noi ne è capace; la si riceve solo da Dio. Questo è il significato proprio della parola vocazione che significa “CHIAMATA”. Vocazione al matrimonio significa anche vocazione a essere pie­namente uomo e donna. Creando l'uomo a sua immagine e somiglianza, Dio iscrive nell'umanità dell'uomo e della donna la vocazione ( cominciamo a pensare alla vocazione di essere mamma per la donna e papà per l'uomo), e quindi la capacità e la responsabilità dell'amore vicendevole attraverso la comunione. Dio ci sta chiaramente dicendo : “Seguimi nella via del matrimonio”. A NOI ci chiede solo di rispondere con il "Si", preferibilmente CONSAPEVOLE!!!È Lui che deve indicarmi la via da percorrere per seguirlo. In un primo momento forse non appare subito chiaro il rapporto tra seguire Gesù e sposare una persona. Nella vocazione di un religioso, di una religiosa, di un sacerdote sembra più evidente la scelta esclusiva di Dio: non si sposano proprio perché riservano il loro interesse  interamente a Lui. Esiste una complementarietà tra la vocazione sacerdotale e quella matrimoniale, come stati di vita che concorrono, ognuno con un carisma proprio, alla vita della Chiesa. Non è meno vero che, chi si sposa ama Dio in modo altrettanto deciso, solo che lo ama nella persona che Dio gli dà come marito o moglieL' AMORE è la VOCAZIONE di ogni essere umano: tutti siamo votati ad amare!!! Fondare il matrimonio sulla vocazione signi­fica allora  riconoscergli la capacità insita nell' Amore del DONO DI SE':  chi ama si dona nella gioia e nel dolore nella salute e nella malattia...per sempre!!! Che cos'è che diventa sacramento nel matrimonio? È la vita a due, la relazione. Questo è il sacramento! Quella grazia che gli sposi ricevono e viene espressa e assunta dentro questa relazionalità. Per mantenere vivo il sacramento allora io devo mantenere viva la relazione. Gli sposi celebrano il loro sacramento del Matrimonio in tre altari, perché tre sono le dimensione della persona.
1° Altare = Eucaristia
 L’eucaristia è l’altare del nostro SÌ al Signore, l’occasione di ricevere una Parola di Vita Eterna, d’ottenere la forza e il discernimento dello Spirito Santo, di riconoscere il nostro matrimonio come Vocazione.

2° Altare = Mensa
Spesso solo a tavola si riesce a stare tutti insieme!!! Il pasto è davvero l’occasione per esprimersi, dialogare ed ascoltare. È eccessiva l’invasione della tv e degli smartphone. La tavola è l’occasione d’oro davvero per dialogare. La mensa è anche l’altare dove s’impara ad accogliere i NO, le rinunce, il non tutto è possibile, dove si cresce nell’umiltà, far capire ai il senso delle cose, trasmettere le proprie convinzioni, ascoltare i problemi e scambiare idee. 

2° Altare = Talamo Nunziale
Il terzo altare è il talamo nuziale, ovvero il letto matrimoniale dove i due diventano UNA COSA SOLA. Il corpo è fondamentale nel matrimonio cristiano. Gli sposi sono fatti di anima e corpo, infatti, e cercano la comunione dell’anima e del corpo, tanto che il sacramento non si compie perfettamente, realizzandosi, finché non c’è il primo rapporto fisico tra gli sposi. Non si può vivere pienamente il matrimonio senza sviluppare tutte le manifestazioni, anche corporee, che trasmettono l’amore. Così, non si può essere sposi felici senza sviluppare la tenerezza e l’accoglienza nelle parole, nelle carezze, negli abbracci, nei baci e nell’amplesso fisico. La camera nuziale e il talamo sono quindi il luogo ove si manifesta corporalmente, venendone santificata, l’unione intima e piena dei cuori.

PROMESSA
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La CHIAMATA al Matrimonio è fondata su una promessa; se vogliamo capire meglio lo possiamo anche considerare un contratto di DONAZIONE, dove c’è uno che dona e l’altro che riceve e viceversa. In questo scambio reciproco s’incontrano due individualità che, con la loro diversità formano un NOI ( Noi inclusivo e no un Noi fusionale!!!) Attenzione però che questo NOI di cui stiamo parlando che nasce dal sacramento del matrimonio è diverso dal NOI che sperimentiamo nel periodo del FIDANZAMENTO!!!  Con il Matrimonio, all’interno del NOI ( RELAZIONE IO-TU) s'incarna  Gesù Vivo, che grazie al nostro  SI, rimane con noi PER SEMPRE. Ecco perché la coppia è l’immagine della TRINITA’. Ecco perchè diventa TABERNACOLO AMBULANTE!!! Stiamo parlando di un LUI e di una LEI in Dio, no con Dio!!! Dire che Dio è Trinità, significa anche dire che Dio è famiglia; Dio è essenzialmente, relazione; una straordinaria relazione d’amore, un oceano d’amore. La Trinità ( il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo) grazie al sacramento del Matrimonio prendono dimora al CENTRO della nostra COPPIA facendola diventare SACRAMENTO per tutti!!! Ecco perchè è necessario fare un discernimento vocazionale anche per quanta riguarda il Matrimonio, perchè questo mistero di cui stiamo parlando E' GRANDE e necessita di un tempo di riflessione nel quale maturare la consapevolezza che la nostra scelta di unirci in MATRIMONIO è quella che ci consentirà di PRENDERE CON NOI per sempre GESU' VIVO E VERO!!! Lui è fedele alla Sua promessa!!!E non se ne andrà mai!!! Ma purtroppo guardandoci  attorno  questa consapevolezza è stata raggiunta ???!!!!😐

 VOCAZIONE ALL'UNITÀ
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L'espressione biblica una sola carne non è da inten­dersi nel significato restrittivo ed esclusivo di unione carnale tra gli sposi. Essa ha un significato moooolto più ampio e include tutti gli elementi che costituiscono il rapporto tra marito e moglie: corpo e anima, sentimenti, amore, solidarietà, così da formare un solo esse­re indivisibile. Nel disegno di Dio, perciò, il matrimonio è l'intima comunione d'amore e di vita tra marito e moglie che fa di essi una realtà nuova, stabile, indisso­lubile.
« Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne » (Gn 2,24). Già il termine stesso di coniugi significa camminare insieme verso un'unica direzione. Questa nuova condizione è la realizzazione concreta della Parola « Così che non sono più due, ma una carne sola » (Mt 19,6). Per capire meglio useremo due esempi diversi ma entrambi abbastanza significativi. 
  • L’esempio pratico è quello delle ruote di un automobile che, per camminare insieme verso un'unica direzione hanno bisogno di essere collegate da un asse che le tiene ben salde e allineate. Solo cosi l'automobile può mettersi in viaggio!!!
  • L'esempio concreto è quando il sacerdote, durante la Messa stende le mani sul pane e sul vino chiedendo a Dio di mandare il suo Spirito perchè avvenga la consacrazione nel Corpo e nel Sangue di Gesù. Nel matrimonio accade la stessa cosa: la coppia consacrata diventa essa stessa Sacramento, diventa UNO, come accade per il pane e il vino, perché da quel momento in poi “non sono più due ma una carne sola” (Mt19,6.) E’ il Mistero della Fede. Dividerla è come snaturarla.
Questo fanno tutti e 7 i Sacramenti: ci innestano in Dio. Non parliamo allora solamente di un semplice contratto, così come avviene nel matrimonio civile ( che è solo umano e si può sciogliere come avviene in qualsiasi altra forma di contratto), dove appunto manca tutto questo, ma di un Sacramento d’Amore Consacrato in Dio da Dio, qual è appunto il Matrimonio della coppia cristiana. Nel matrimonio cristiano l’uno coglie nell’altro la presenza di Dio e viceversa, e i due vivono l’amore scambievole. Non è solo un piacersi, uno stare bene insieme, un essere attratti reciprocamente. Ma per i coniugi cristiani c’è un di più. I due sono resi partecipi dell’UNITA' stessa di Dio, che è Amore Trinità: vivono del suo Amore, dell’unico amore.

VOCAZIONE ALL' INDISSOLUBILITÀ
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Il principio dell’indissolubilità del matrimonio è contenuto per intero nel seguente passo del Vangelo: «I Farisei andarono da lui per tentarlo e gli dissero: “È lecito all’uomo di ripudiare per qualunque motivo la propria moglie?” Egli rispose: “Non avete letto che il creatore, al principio, creò l’uomo maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà alla sua donna e i due saranno una sola carne. Non divida pertanto l’uomo quel che Dio ha congiunto”» (Mt., XIX, 8-6). E S. Paolo, facendo eco all’insegnamento del Signore, così si esprime: «A coloro che sono sposati ordino (non io, ma il Signore) che la moglie non si separi dal marito. E se è separata rimanga senza maritarsi o si riconcilii col marito. E l’uomo non ripudii la moglie»
Gli sposi, per la grazia del sacramento del matrimonio, sono “portatori”, “comunicatori” attivi dell'amore indissolubile di Dio. "L’uomo non osi separare ciò che Dio unisce”. Dal  momento del proprio "Si" l’uomo e la donna sono un’unica carne, uniti in un modo indissolubile. Il Signore evidenzia questo legame nel libro della Genesi: “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne” (Gen 2,23; cfr. Mt 19,4-9). Davanti a un mistero così profondo è interessante capire come viene recepita, oggi, questa unione indissolubile del matrimonio cattolico. Credo che a tutti sia capitato di imbattersi in situazioni nelle quali finisce una storia d’amore e di ascoltare la seguente espressione: “È finito tutto, per incompatibilità di carattere”. Questo accade perchè abbiamo smarrito l'esempio da imitare: come ci ama Gesù???E pertanto abbiamo la presunzione di amare secondo i modi convenzionali (il modo di amare che ci propinano i media!!!). Nonostante la convinzione di molti espressa e racchiusa nella giustificazione dell’incompatibilità, Gesu' ci da l'ESEMPIO: non cambia mai nei nostri confronti, non viene MAI meno nell’amore; non esaurisce la sua pazienza, ma ci ama sempre, donandoci la Sua Parola e la Sua grazia. Dio fa di tutto per ristabilire e rinsaldare la nostra comunione con Lui e tra di noi. Non si ferma neanche davanti al nostro peccato!!! Tornando alla questione iniziale dell’indissolubilità del matrimonio, allora, la questione va affrontata non solo dal punto di vista degli effetti legati al sacramento, ma anche in base alle condizioni precise da vivere affinché questa indissolubilità sia custodita. Prima di tutto, occorre sapere che, quando Dio agisce a favore dell’uomo, impegna Se stesso, è fedele alla Sua Parola e, per la forza creatrice della sua grazia, lascia nell’uomo  una traccia indelebile della sua azione divina. Nel matrimonio, Dio, attraverso il rito del consenso, è chiamato in causa; egli agisce perché s’impegna in “prima persona”, crea, trasforma, rinnova in modo incancellabile l’uomo, secondo quanto è insito nel sacramento stesso. Inoltre attraverso il Sacramento Dio ci fa DONO del Matrimonio, e quindi se lo stesso è un DONO ( alla stessa maniera che accade quando ci fa dono di un figlio!!!) vuol dire che a noi spetta solo riceverlo, curarlo e restituirlo ( come si fa coi TALENTI) alla fine della nostra vita come si fa con tutti i doni ricevuti. Guardando a ciò che accade oggi ai matrimoni possiamo constatare con amarezza che ne abbiamo fatto una proprietà privata che usiamo arbitrariamente a nostro piacere!!! Ci siamo dimenticati di CHI sta al CENTRO,  di Gesù Vivo in mezzo alla coppia!!! Ecco perchè l'indissolubilità non è un gioco da prendere sottogamba, perchè in realtà lasciarsi o sciogliere un matrimonio significa DISPREZZARE IL DONO.


VOCAZIONE ALLA FEDELTÀ
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Indissolubilità significa ancora fedeltà e dono reciproco degli sposi che devono prendere forza dall’Eucaristia e luce dalla Parola di Dio. L'amore coniugale esige dagli sposi, per sua stessa na­tura, una fedeltà inviolabile. È questa la conseguenza del dono di se stessi che gli sposi si fanno l'uno all'altro. L'amore, quando è vero e viene da Dio, vuole essere  PER SEMPRE e immancabilmente definitivo. Vivere l'amore con le regole che dà San Paolo: "L'amore è paziente, è benigno l'amore; non è invidioso l'amore, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode della ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L'amore non avrà mai fine" (1 Cor 13, 4-9). L’amore è SOLO UNO ( in ogni sorte)  e quando viene CONSACRATO rimane per sempre, non è scambiabile come si fa con i sentimenti!!!Qui ci sarebbe tanto da riflettere sul tema della Croce. In Familiaris Consortio n°13 leggiamo: "Gli sposi sono pertanto il richiamo permanente per la Chiesa di ciò che è accaduto sulla Croce". Non esistono matrimoni sani, ma matrimoni continuamente risanati, non esistono matrimoni vaccinati, ma esistono matrimoni continuamente guariti. La forza della Grazia che viene agli sposi dal sacramento del Matrimonio permette loro di vivere la loro condizione di vita come una conversione continuaGli sposi, proprio quando il loro amore diventa fragile ed esposto ai fallimenti, imparano a sperimentare la presenza dell’amore del Padre e perciò sperimentano che Dio li sostiene, li fa essere «due», rendendo «possibile l’impossibile». Questo è ciò che sono chiamati a testimoniare prima di tutto a loro stessi in quanto coppia: vivere in un amore debole, ma in cui si manifesta la pienezza dell’amore del Padre, un amore che dichiara che il fallire non è mai l’ultima parola, proprio come non lo è stata la morte di Cristo, sconfitta dalla Resurrezione. Pensate a una coppia che vive questa imitazione di Cristo Sposo, che va alla ricerca di quanto Cristo ha amato l'umanità unendola a Sè e come ha espresso, nel suo percorso di vita, questa dimensione di unione. L'ha espressa fino a dare totalmente Se stesso sulla croce.  Gli sposi sono il richiamo permanente di ciò che è accaduto sulla croce, cioè nella loro carne esprimono la pienezza del mistero pasquale, la pienezza del donarsi l'uno all'altro nella totalità dell'amore. Sono la Pasqua espressa nel tempo, sono la Pasqua espressa tutti i giorni nella carne, nel vissuto di uomo e di donna. Ci sono alcuni padri della Chiesa che chiamano la croce il letto nuziale: la CROCE è il luogo dove Gesù ha SPOSATO l'UMANITA'.
In ogni  Sacramento, e anche nel MATRIMONIO si continua a vedere Cristo che salva l'uomo nella sua realtà VOCAZIONALE  di uomo e di donna. 


VOCAZIONE ALLA MINISTERIALITA'
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Cristo mostra il Suo Amore al mondo attraverso il nostro amore, attraverso il MODO con cui NOI ci amiamo!!! Quindi l’amore nella coppia non è fine solo a sé, ma è un segno evidente dell’Amore di Dio per l’Umanità. Gli sposi cristiani in virtù del Sacramento del matrimonio che hanno ricevuto hanno il dovere di annunciare il Vangelo ( dimensione profetica), soprattutto con la propria testimonianza di amore sponsale. Sono essi stessi un ANNUNCIO: sono profezia e incarnazione del Signore perché vivono questo Amore nella loro carne donandosi completamente l’uno all’altro in maniera totale, come fa Dio. Essi sono Parola di Dio vissuta e annunciata!!!Quanto potenziale di talenti non utilizzato nella Chiesa!!!Spesso si lavora nella chiesa da soli senza il coniuge  dimenticando di esssere CORPO. E come respirare con un solo polmone!!!È ministero degli sposi INSIEME trasmettere la memoria della fede in Gesù da una generazione all’altra, nel quotidiano feriale, nel lavoro, nelle relazioni familiari e amicali. E’ per ciascuno di noi l’invito di Pietro: “Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio” (1 Pt 4,10). Nella chiesa si chiama ministero qualsiasi servizio, che sia riconosciuto e 'affidato', quindi che abbia una certa ufficialità e stabilità. In forza del sacramento, gli sposi sono consacrati per essere ministri di santificazione ( ognuno di noi è strumento di santificazione per l'altro) in primis  della PROPRIA famiglia e poi della  Chiesa tutta. Sposi e sacerdoti, teologia nuziale e spiritualità sacerdotale, sono strettamente collegati tra loro, sono tra loro complementari, nell'esprimere concretamente la stessa missione. La "consacrazione" non è una realtà che si chiude nell'ambito sponsale. Essa è il punto d'inizio di una "missione" che viene da Dio” e che va oltre le mura domestiche. E’ vero che il matrimonio è già sacro nella sua semplice dimensione umana, ma Cristo gli infonde una sacramentalità tutta particolare già con  la preghiera di benedizione, considerata un’epiclesi, pronunciata dal celebrante con l’imposizione delle mani sugli sposi. Effusione dello Spirito Santo che suggella il legame nuziale cristiano, conferendo allo stesso l'invio nel mondo. E’ Lui il sigillo della loro alleanza, la sorgente sempre offerta del loro amore, la forza in cui si rinnoverà la loro fedeltà. I coniugi compiono il loro ministero e impegnano i loro carismi, oltre che nella testimonianza di una vita condotta nello Spirito, nell'educazione cristiana dei figli, e in modo privilegiato nel camminare con loro nell'itinerario dell'iniziazione cristiana.




GLI  SPOSI COME MINISTRI EDUCATIVI???
S'INTRAVEDE  ALL'ORIZZONTE  UNA NUOVA SFIDA:
 LA  VOCAZIONE  ALL' EDUCAZIONE!!!

Maria Cristina Siino.

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