Visualizzazione post con etichetta Il Sacramento del MatrimonioIn cammino verso il cielo. Tante domande una risposta I Santi: conoscerli per crescere: preghiera Riflettiamo su con Cristina. Mostra tutti i post
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venerdì 13 gennaio 2023

Percorso di fede in preparazione al Sacramento del Matrimonio

"IL DIALOGO NELLA COPPIA, LINGUAGGIO DELL'AMORE "

( . . . . quando ci dobbiamo preoccupare . . . . )

"Favo di miele sono
 le parole gentili, 
dolcezza per l’anima 
e refrigerio per il corpo "
_ Proverbi 16,23-24 _

Venerdì 13 Gennaio 2023
Quinto incontro
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PREMESSA Saper COMUNICARE è sinonimo di AMARE l’altro, entrando in RELAZIONE attraverso tutto sé stessi, mettendo in comune le proprie emozioni, i pensieri, i sentimenti e i progetti in una parola comunicare amore. Senza comunicazione non si può amare nè essere amati. Comunicando ci si ri-conosce e ci si apprezza reciprocamente… chi non sa comunicare ha difficoltà anche nell’amare e nell’essere amato/a, nel comprendere e nell’essere compreso/a. La comunicazione sentimentale, alimenta e sostiene l’amore, proietta la coppia verso una progressiva e coinvolgente “COMUNIONE COMPLETA”. Senza dialogo non c’è RELAZIONE.
In psicoterapia parliamo in quest’ultimo caso d’INTERRUZIONE DI CONTATTO. Nella coppia, se ciò accade è sintomo di crisi, un campanellino d’allarme da non sottovalutare che dovrebbe farci correre subito al riparo. Dalla qualità della nostra comunicazione ci accorgiamo come e quanto ci amiamo!!! Occorre che entrambi i partner abbiano raggiunto adeguati livelli di consapevolezza, insieme ad amorevoli e tolleranti capacità comunicative. Non dimentichiamo però che io amo l’altro non solo perché comunico con lui/lei ma anche perché lo ascolto. Purtroppo dobbiamo essere obiettivi nell'affermare all'unanimità che la comunicazione tra di noi spesso è complessa, difficile e non lineare. Assistiamo nella realtà ad un’ampia varietà di situazioni relazionali, fatte di solide intese ma anche di dolorosi conflitti; purtroppo non sempre i rapporti di coppia sono rose e fiori. La comunicazione non è quello che diciamo, bensì quello che arriva all'altro. Che lo si voglia o no in qualsiasi momento, anche quando si è fermi e in silenzio, comunichiamo qualcosa. Come? Con il linguaggio del corpo. Dove? Nel CONTESTO della RELAZIONE di COPPIA.
Ma perchè spesso non ci capiamo?

Affrontare questo argomento iniziando dal comprendere il perchè spesso non ci incontriamo credo sia più urgente rispetto a tutto il resto. Quando la comunicazione è inefficace???Quali sono le cause???
Il dialogo è inefficace quando rimane solo comunicazione (non c'è scambio). Il dialogo risulta inefficace quando diventa solo un mezzo per scaricare le nostre ansie e paure, o conflitti interiori sull’altra persona. A questo proposito è bene evidenziare che ogni problema interiore e quindi ogni disturbo psicologico di una certa rilevanza, influenza in modo rilevante la comunicazione e quindi il nostro rapporto con gli altri, specie con le persone a noi più vicine.
La comunicazione è inefficace quando il messaggio che l’emittente invia al ricevente è inficiato dalle cosiddette Barriere Comunicative che gravano negativamente sulla relazione comunicativa tra le persone fino ad arrivare al blocco comunicativo. T. Gordon ne individua 12. Noi le sintetizziamo in tre aree:
la comunicazione Direttiva ( dare ordini, comandare), quella che pontifica ( detta regole, giudica, etichetta, emargina, offendee quella auto centrata nella quale emerge solo l’io messo sul piedistallo mentre l’altro è sempre in una posizione inferiore.
Nel primo tipo di comunicazione il rischio è che l’altro abbia reazioni contrarie e oppositive. Nel secondo il rischio è di "subire" un tipo di violenza che a lungo andare può portare ad ammalarsi. Mentre se ci riconosciamo nella terza tipologia la nostra relazione sarà asimmetrica e destinata a finire ( in una sola parola l'altro “si stanca e se ne và”!).
Ci accorgiamo dei nostri limiti comunicativi solo quando abbiamo la possibilità di rifletterci sopra, mettendo in relazione il nostro modo con queste tre tipologie. Allora chiediamoci insieme: com’è la mia modalità comunicativa? A quale categoria appartiene? In genere crea scambio o infastidisce? Ci sono alcune barriere comunicative sulle quali devo lavorare? Se si, quali? Nella mia esperienza professionale ho avuto modo di trovare molte conferme di quanto è importante saper comunicare bene!! Desiderare di comunicare bene è, non solo espressione di grande umiltà, ma, soprattutto un DOVERE verso gli altri, proprio perché questo comportamento è quello che usiamo di più e segna, spesso le relazioni: con il nostro modo di comunicare, infatti, possiamo o EDIFICARE o DISTRUGGERE. Ho appreso, grazie all’esperienza che, comunicare, è cosa molto difficile e richiede sempre aggiustamenti!! In effetti se ci pensiamo la comunicazione è il mezzo più diretto attraverso cui ciascuno di noi entra in RELAZIONE con l’altro!!

DIALOGO = COMUNIONE
Rivediamo insieme l’etimologia della parola Comunicare: la stessa parola sintetizza in sé gli aspetti del mettere in comune e di partecipare agli altri un esperienza. Di contro, una mancata comunicazione è l’equivalente di una mancata comunione!!!Difficilmente le parole che una persona usa solitamente possono essere “recitate”; la quotidianità e la spontaneità spesso inconsapevolmente, svelano il nostro Sé!! Non possiamo mentire sempre!!! Il linguaggio abituale è spesso il nostro cartellino di riconoscimento. Se una persona, quando parla, si esprime sempre con il “tu” e, quasi mai con l’”io, questo modo di stare nella relazione spesso cela una difficoltà a guardare prima sé stesso. E’ più facile, in realtà, additare o fare ricadere la colpa, piuttosto che assumersi la responsabilità anche solo del proprio punto di vista!

Maschile e femminile. Diversità e complementarietà nella coppia

Gli uomini danno alle parole un significato letterale. Le donne danno alle parole un significato relazionale. Una donna dice al proprio compagno: “Non mi porti mai fuori a cena”. In realtà vuole dire che le piacerebbe che lui la portasse fuori a cena per stare un po’ insieme. Invece il suo compagno risponde: “Ma cosa dici? Ci siamo stati il mese scorso!” Inoltre le donne danno sempre consigli, siamo generalmente chiacchierone. Invece gli uomini solitamente parlano meno e detestano i consigli da loro non richiesti. Tutto di noi è comunicazione ma spesso entrambi commettiamo degli errori di cui non siamo consapevoli.
Il MATRIMONIO è essenzialmente COMUNICAZIONE: attraverso l’arte di comunicare con tutto noi stessi teniamo vivo il nostro amore e rendiamo dinamica e significativa la nostra relazione di coppia.

Gli ERRORI VERBALI
( assolutamente da non fare!!!!)

  • Usare spesso parole che svalorizzano o colpevolizzano il nostro lui/lei ( “tu non capisci niente … è inutile parlare con te …. sei un …. ecc. )
  • Usare parole egocentriche ( “non mi ascolti mai … non mi dai le attenzioni che merito … il tuo lavoro viene prima di me ecc. ) In questo caso mettiamo l’IO prima del NOI
  • Usare parole per generalizzare e assolutizzare su tutti gli argomenti di discussione senza scendere nei particolare della nostra personale esperienza (“ è così che si fa …. tutti la pensano alla stessa maniera … è sempre lo stesso …. ecc.)
  • Usare spesso parole tipo “va tutto bene” o del tipo “dico e non dico” che nascondono la paura di dirsi le cose come realmente le stiamo vivendo, in piena sincerità.
  • Usare parole e comportamenti non verbali che disorientano o confondono. Dire ad es. due cose diverse tipo “ come sei bella … insieme a quanto sei ingrassata!!!” Oppure esprimere verbalmente due emozioni o valutazioni contrapposti
  • Usare parole per mettere fretta per sottovalutare quello che l’altro ci sta dicendo. Peggio ancora è mostrarsi indifferente.
  • Parlare al posto dell’altro e decidere al suo posto
  • Il falso silenzio ( i “non detti”) sono o i cosiddetti “segreti” che ci teniamo dentro. La poca trasparenza.
  • ERRORE non comunicare all'altro i sentimenti e le paure ( come sto, cosa sento. . .)


FOTOGRAFARE LA PROPRIA INTERIORITA'
E' più facile raccontare ciò che pensiamo piuttosto che quello che stiamo vivendo dentro di noi stessi. Non siamo abituati a dire quello che si prova dentro !!!E' pur vero che nessuno c'è lo insegna e spesso siamo educati a portare tutto o quasi su un piano razionale, ideologico. I sentimenti sono una parte importante della nostra vita. Non dovremmo trascurarli mai!!! La condivisione di essi è fondamentale, anche di quelli negativi. I sentimenti ci dicono molto di come stiamo in questo momento nella coppia. Sono come le spie dell’olio o della benzina sul cruscotto della macchina, ci avvertono su quello che va o non va, i nostri bisogni che in coppia non sono solo corporei ma anche relazionali. Dire i propri sentimenti non è "essere sentimentali" o fare del sentimentalismo !!! E’ invece fotografare il proprio animo; dire il proprio vissuto in modo chiaro e vivo. Le quattro categorie dei sentimenti sui quali potremmo riflettere sono:
  • rabbia ( es. quando hai fatto quel sorpasso io ho provato una reazione di collera dentro me) ;
  • paura ( es. quando ieri ritardavi ho provato angoscia e paura);
  • tristezza ( es. quando ieri sera abbiamo avuto l'ultima discussione su … mi sono addormentata triste;
  • gioia ( es. quando a sorpresa mi hai telefonato, ho provato una gioia straordinaria.
Comunicare i propri sentimenti e' alla base di ogni buona relazione, ma siamo in un momento storico di utilizzo eccessivo di immagini al posto delle parole. Le parole in amore vengono date per scontate e, spesso, non ritenute indispensabili per la costruzione di una coppia. In realtà, le parole rappresentano un collante per il legame d’amore, mai farne a meno!!! La capacità di verbalizzare o meno le emozioni provate, in realtà, non dipende dal noi ma dalla famiglia d’origine. Da come ogni partner è stato educato, amato, accudito, nutrito, e dagli eventuali traumi subiti.
L’amore è un insieme di azioni, ha bisogno di fatti e di parole. Di pelle e di sensi. Di promesse e di futuro. Perché l'amore accade mentre amare è cio' che viene fatto per renderlo vivo.
Per concludere vi invitiamo adesso a vedere in quali di queste trappole/errori vi ritrovate più facilmente nel vostro modo di comunicare. Parlatene tra di voi per alcuni minuti evitando di accusarvi reciprocamente ma cercando di trovare un punto d’incontro per poi condividerlo nel grande gruppo.


Maria Cristina Siino

domenica 28 febbraio 2021

Discernimento Vocazionale del Matrimonio

🤙Scrivete un commento🤙al n. 3271965476

IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO

come risposta ad una 

VOCAZIONE a due!!!

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L’uomo è per natura e per vocazione un essere religioso. Da Dio viene e a Dio ritorna; è creato per vivere in comunione con Dio, nel quale trova la propria felicità. Per tanto tempo e in maniera troppo rigida si è associato il termine VOCAZIONE solo alla vita sacerdotale/monacale. Per lungo tempo all’interno della vita della Chiesa la vita coniugale è stata considerata quasi inferiore a quella dei religiosi e dei sacerdoti. Ordine e Matrimonio non erano pensati come sacramenti in relazione tra di loro, né tantomeno riconosciuti come complementari.  Altra conseguenza/lacuna fu il non aver mai pensato il Matrimonio come pienamente inserito all’interno della vita ecclesiale al pari delle altre vocazioni. In questo senso la dimensione sacramentale che lo caratterizzava era letta ad un livello secondario ed inferiore rispetto agli altri sacramenti, come se fosse, tra i sacramenti, quello “meno sacramento” degli altri. In passato infatti era impensabile usare il significato profondo del termine VOCAZIONE al  SACRAMENTO del MATRIMONIO. E' grazie a San Giovanni Paolo 2,  nell'Enciclica da Lui scritta, Familiaris Consortio , nel paragrafo riguardante "Il disegno di Dio sul Matrimonio e sulla Famiglia" che, il termine VOCAZIONE ha cominciato ad essere esteso anche al Sacramento del matrimonio. Il principio cardine della Sua santa intuizione ( di San Giovanni Paolo 2)  è che, all’origine di ogni autentica chiamata, e nel nostro caso la CHIAMATA AL MATRIMONIO,  vi è sempre il Signore che CHIAMA e invita alla Sua sequela. Cambia solo il MODO.  La chiesa non fa altro che  manifestare nella diversità e nella molteplicità delle vocazioni la ricchezza dello Spirito che distribuisce liberamente i suoi doni, secondo un progetto divino.  La vita consacrata dai sacramenti è sempre allora una risposta ad una chiamata di Dio. Una tale vocazione, infatti, non si può costruire da soli, nessuno di noi ne è capace; la si riceve solo da Dio. Questo è il significato proprio della parola vocazione che significa “CHIAMATA”. Vocazione al matrimonio significa anche vocazione a essere pie­namente uomo e donna. Creando l'uomo a sua immagine e somiglianza, Dio iscrive nell'umanità dell'uomo e della donna la vocazione ( cominciamo a pensare alla vocazione di essere mamma per la donna e papà per l'uomo), e quindi la capacità e la responsabilità dell'amore vicendevole attraverso la comunione. Dio ci sta chiaramente dicendo : “Seguimi nella via del matrimonio”. A NOI ci chiede solo di rispondere con il "Si", preferibilmente CONSAPEVOLE!!!È Lui che deve indicarmi la via da percorrere per seguirlo. In un primo momento forse non appare subito chiaro il rapporto tra seguire Gesù e sposare una persona. Nella vocazione di un religioso, di una religiosa, di un sacerdote sembra più evidente la scelta esclusiva di Dio: non si sposano proprio perché riservano il loro interesse  interamente a Lui. Esiste una complementarietà tra la vocazione sacerdotale e quella matrimoniale, come stati di vita che concorrono, ognuno con un carisma proprio, alla vita della Chiesa. Non è meno vero che, chi si sposa ama Dio in modo altrettanto deciso, solo che lo ama nella persona che Dio gli dà come marito o moglieL' AMORE è la VOCAZIONE di ogni essere umano: tutti siamo votati ad amare!!! Fondare il matrimonio sulla vocazione signi­fica allora  riconoscergli la capacità insita nell' Amore del DONO DI SE':  chi ama si dona nella gioia e nel dolore nella salute e nella malattia...per sempre!!! Che cos'è che diventa sacramento nel matrimonio? È la vita a due, la relazione. Questo è il sacramento! Quella grazia che gli sposi ricevono e viene espressa e assunta dentro questa relazionalità. Per mantenere vivo il sacramento allora io devo mantenere viva la relazione. Gli sposi celebrano il loro sacramento del Matrimonio in tre altari, perché tre sono le dimensione della persona.
1° Altare = Eucaristia
 L’eucaristia è l’altare del nostro SÌ al Signore, l’occasione di ricevere una Parola di Vita Eterna, d’ottenere la forza e il discernimento dello Spirito Santo, di riconoscere il nostro matrimonio come Vocazione.

2° Altare = Mensa
Spesso solo a tavola si riesce a stare tutti insieme!!! Il pasto è davvero l’occasione per esprimersi, dialogare ed ascoltare. È eccessiva l’invasione della tv e degli smartphone. La tavola è l’occasione d’oro davvero per dialogare. La mensa è anche l’altare dove s’impara ad accogliere i NO, le rinunce, il non tutto è possibile, dove si cresce nell’umiltà, far capire ai il senso delle cose, trasmettere le proprie convinzioni, ascoltare i problemi e scambiare idee. 

2° Altare = Talamo Nunziale
Il terzo altare è il talamo nuziale, ovvero il letto matrimoniale dove i due diventano UNA COSA SOLA. Il corpo è fondamentale nel matrimonio cristiano. Gli sposi sono fatti di anima e corpo, infatti, e cercano la comunione dell’anima e del corpo, tanto che il sacramento non si compie perfettamente, realizzandosi, finché non c’è il primo rapporto fisico tra gli sposi. Non si può vivere pienamente il matrimonio senza sviluppare tutte le manifestazioni, anche corporee, che trasmettono l’amore. Così, non si può essere sposi felici senza sviluppare la tenerezza e l’accoglienza nelle parole, nelle carezze, negli abbracci, nei baci e nell’amplesso fisico. La camera nuziale e il talamo sono quindi il luogo ove si manifesta corporalmente, venendone santificata, l’unione intima e piena dei cuori.

PROMESSA
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La CHIAMATA al Matrimonio è fondata su una promessa; se vogliamo capire meglio lo possiamo anche considerare un contratto di DONAZIONE, dove c’è uno che dona e l’altro che riceve e viceversa. In questo scambio reciproco s’incontrano due individualità che, con la loro diversità formano un NOI ( Noi inclusivo e no un Noi fusionale!!!) Attenzione però che questo NOI di cui stiamo parlando che nasce dal sacramento del matrimonio è diverso dal NOI che sperimentiamo nel periodo del FIDANZAMENTO!!!  Con il Matrimonio, all’interno del NOI ( RELAZIONE IO-TU) s'incarna  Gesù Vivo, che grazie al nostro  SI, rimane con noi PER SEMPRE. Ecco perché la coppia è l’immagine della TRINITA’. Ecco perchè diventa TABERNACOLO AMBULANTE!!! Stiamo parlando di un LUI e di una LEI in Dio, no con Dio!!! Dire che Dio è Trinità, significa anche dire che Dio è famiglia; Dio è essenzialmente, relazione; una straordinaria relazione d’amore, un oceano d’amore. La Trinità ( il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo) grazie al sacramento del Matrimonio prendono dimora al CENTRO della nostra COPPIA facendola diventare SACRAMENTO per tutti!!! Ecco perchè è necessario fare un discernimento vocazionale anche per quanta riguarda il Matrimonio, perchè questo mistero di cui stiamo parlando E' GRANDE e necessita di un tempo di riflessione nel quale maturare la consapevolezza che la nostra scelta di unirci in MATRIMONIO è quella che ci consentirà di PRENDERE CON NOI per sempre GESU' VIVO E VERO!!! Lui è fedele alla Sua promessa!!!E non se ne andrà mai!!! Ma purtroppo guardandoci  attorno  questa consapevolezza è stata raggiunta ???!!!!😐

 VOCAZIONE ALL'UNITÀ
                                                                        💏
L'espressione biblica una sola carne non è da inten­dersi nel significato restrittivo ed esclusivo di unione carnale tra gli sposi. Essa ha un significato moooolto più ampio e include tutti gli elementi che costituiscono il rapporto tra marito e moglie: corpo e anima, sentimenti, amore, solidarietà, così da formare un solo esse­re indivisibile. Nel disegno di Dio, perciò, il matrimonio è l'intima comunione d'amore e di vita tra marito e moglie che fa di essi una realtà nuova, stabile, indisso­lubile.
« Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne » (Gn 2,24). Già il termine stesso di coniugi significa camminare insieme verso un'unica direzione. Questa nuova condizione è la realizzazione concreta della Parola « Così che non sono più due, ma una carne sola » (Mt 19,6). Per capire meglio useremo due esempi diversi ma entrambi abbastanza significativi. 
  • L’esempio pratico è quello delle ruote di un automobile che, per camminare insieme verso un'unica direzione hanno bisogno di essere collegate da un asse che le tiene ben salde e allineate. Solo cosi l'automobile può mettersi in viaggio!!!
  • L'esempio concreto è quando il sacerdote, durante la Messa stende le mani sul pane e sul vino chiedendo a Dio di mandare il suo Spirito perchè avvenga la consacrazione nel Corpo e nel Sangue di Gesù. Nel matrimonio accade la stessa cosa: la coppia consacrata diventa essa stessa Sacramento, diventa UNO, come accade per il pane e il vino, perché da quel momento in poi “non sono più due ma una carne sola” (Mt19,6.) E’ il Mistero della Fede. Dividerla è come snaturarla.
Questo fanno tutti e 7 i Sacramenti: ci innestano in Dio. Non parliamo allora solamente di un semplice contratto, così come avviene nel matrimonio civile ( che è solo umano e si può sciogliere come avviene in qualsiasi altra forma di contratto), dove appunto manca tutto questo, ma di un Sacramento d’Amore Consacrato in Dio da Dio, qual è appunto il Matrimonio della coppia cristiana. Nel matrimonio cristiano l’uno coglie nell’altro la presenza di Dio e viceversa, e i due vivono l’amore scambievole. Non è solo un piacersi, uno stare bene insieme, un essere attratti reciprocamente. Ma per i coniugi cristiani c’è un di più. I due sono resi partecipi dell’UNITA' stessa di Dio, che è Amore Trinità: vivono del suo Amore, dell’unico amore.

VOCAZIONE ALL' INDISSOLUBILITÀ
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Il principio dell’indissolubilità del matrimonio è contenuto per intero nel seguente passo del Vangelo: «I Farisei andarono da lui per tentarlo e gli dissero: “È lecito all’uomo di ripudiare per qualunque motivo la propria moglie?” Egli rispose: “Non avete letto che il creatore, al principio, creò l’uomo maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà alla sua donna e i due saranno una sola carne. Non divida pertanto l’uomo quel che Dio ha congiunto”» (Mt., XIX, 8-6). E S. Paolo, facendo eco all’insegnamento del Signore, così si esprime: «A coloro che sono sposati ordino (non io, ma il Signore) che la moglie non si separi dal marito. E se è separata rimanga senza maritarsi o si riconcilii col marito. E l’uomo non ripudii la moglie»
Gli sposi, per la grazia del sacramento del matrimonio, sono “portatori”, “comunicatori” attivi dell'amore indissolubile di Dio. "L’uomo non osi separare ciò che Dio unisce”. Dal  momento del proprio "Si" l’uomo e la donna sono un’unica carne, uniti in un modo indissolubile. Il Signore evidenzia questo legame nel libro della Genesi: “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne” (Gen 2,23; cfr. Mt 19,4-9). Davanti a un mistero così profondo è interessante capire come viene recepita, oggi, questa unione indissolubile del matrimonio cattolico. Credo che a tutti sia capitato di imbattersi in situazioni nelle quali finisce una storia d’amore e di ascoltare la seguente espressione: “È finito tutto, per incompatibilità di carattere”. Questo accade perchè abbiamo smarrito l'esempio da imitare: come ci ama Gesù???E pertanto abbiamo la presunzione di amare secondo i modi convenzionali (il modo di amare che ci propinano i media!!!). Nonostante la convinzione di molti espressa e racchiusa nella giustificazione dell’incompatibilità, Gesu' ci da l'ESEMPIO: non cambia mai nei nostri confronti, non viene MAI meno nell’amore; non esaurisce la sua pazienza, ma ci ama sempre, donandoci la Sua Parola e la Sua grazia. Dio fa di tutto per ristabilire e rinsaldare la nostra comunione con Lui e tra di noi. Non si ferma neanche davanti al nostro peccato!!! Tornando alla questione iniziale dell’indissolubilità del matrimonio, allora, la questione va affrontata non solo dal punto di vista degli effetti legati al sacramento, ma anche in base alle condizioni precise da vivere affinché questa indissolubilità sia custodita. Prima di tutto, occorre sapere che, quando Dio agisce a favore dell’uomo, impegna Se stesso, è fedele alla Sua Parola e, per la forza creatrice della sua grazia, lascia nell’uomo  una traccia indelebile della sua azione divina. Nel matrimonio, Dio, attraverso il rito del consenso, è chiamato in causa; egli agisce perché s’impegna in “prima persona”, crea, trasforma, rinnova in modo incancellabile l’uomo, secondo quanto è insito nel sacramento stesso. Inoltre attraverso il Sacramento Dio ci fa DONO del Matrimonio, e quindi se lo stesso è un DONO ( alla stessa maniera che accade quando ci fa dono di un figlio!!!) vuol dire che a noi spetta solo riceverlo, curarlo e restituirlo ( come si fa coi TALENTI) alla fine della nostra vita come si fa con tutti i doni ricevuti. Guardando a ciò che accade oggi ai matrimoni possiamo constatare con amarezza che ne abbiamo fatto una proprietà privata che usiamo arbitrariamente a nostro piacere!!! Ci siamo dimenticati di CHI sta al CENTRO,  di Gesù Vivo in mezzo alla coppia!!! Ecco perchè l'indissolubilità non è un gioco da prendere sottogamba, perchè in realtà lasciarsi o sciogliere un matrimonio significa DISPREZZARE IL DONO.


VOCAZIONE ALLA FEDELTÀ
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Indissolubilità significa ancora fedeltà e dono reciproco degli sposi che devono prendere forza dall’Eucaristia e luce dalla Parola di Dio. L'amore coniugale esige dagli sposi, per sua stessa na­tura, una fedeltà inviolabile. È questa la conseguenza del dono di se stessi che gli sposi si fanno l'uno all'altro. L'amore, quando è vero e viene da Dio, vuole essere  PER SEMPRE e immancabilmente definitivo. Vivere l'amore con le regole che dà San Paolo: "L'amore è paziente, è benigno l'amore; non è invidioso l'amore, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode della ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L'amore non avrà mai fine" (1 Cor 13, 4-9). L’amore è SOLO UNO ( in ogni sorte)  e quando viene CONSACRATO rimane per sempre, non è scambiabile come si fa con i sentimenti!!!Qui ci sarebbe tanto da riflettere sul tema della Croce. In Familiaris Consortio n°13 leggiamo: "Gli sposi sono pertanto il richiamo permanente per la Chiesa di ciò che è accaduto sulla Croce". Non esistono matrimoni sani, ma matrimoni continuamente risanati, non esistono matrimoni vaccinati, ma esistono matrimoni continuamente guariti. La forza della Grazia che viene agli sposi dal sacramento del Matrimonio permette loro di vivere la loro condizione di vita come una conversione continuaGli sposi, proprio quando il loro amore diventa fragile ed esposto ai fallimenti, imparano a sperimentare la presenza dell’amore del Padre e perciò sperimentano che Dio li sostiene, li fa essere «due», rendendo «possibile l’impossibile». Questo è ciò che sono chiamati a testimoniare prima di tutto a loro stessi in quanto coppia: vivere in un amore debole, ma in cui si manifesta la pienezza dell’amore del Padre, un amore che dichiara che il fallire non è mai l’ultima parola, proprio come non lo è stata la morte di Cristo, sconfitta dalla Resurrezione. Pensate a una coppia che vive questa imitazione di Cristo Sposo, che va alla ricerca di quanto Cristo ha amato l'umanità unendola a Sè e come ha espresso, nel suo percorso di vita, questa dimensione di unione. L'ha espressa fino a dare totalmente Se stesso sulla croce.  Gli sposi sono il richiamo permanente di ciò che è accaduto sulla croce, cioè nella loro carne esprimono la pienezza del mistero pasquale, la pienezza del donarsi l'uno all'altro nella totalità dell'amore. Sono la Pasqua espressa nel tempo, sono la Pasqua espressa tutti i giorni nella carne, nel vissuto di uomo e di donna. Ci sono alcuni padri della Chiesa che chiamano la croce il letto nuziale: la CROCE è il luogo dove Gesù ha SPOSATO l'UMANITA'.
In ogni  Sacramento, e anche nel MATRIMONIO si continua a vedere Cristo che salva l'uomo nella sua realtà VOCAZIONALE  di uomo e di donna. 


VOCAZIONE ALLA MINISTERIALITA'
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Cristo mostra il Suo Amore al mondo attraverso il nostro amore, attraverso il MODO con cui NOI ci amiamo!!! Quindi l’amore nella coppia non è fine solo a sé, ma è un segno evidente dell’Amore di Dio per l’Umanità. Gli sposi cristiani in virtù del Sacramento del matrimonio che hanno ricevuto hanno il dovere di annunciare il Vangelo ( dimensione profetica), soprattutto con la propria testimonianza di amore sponsale. Sono essi stessi un ANNUNCIO: sono profezia e incarnazione del Signore perché vivono questo Amore nella loro carne donandosi completamente l’uno all’altro in maniera totale, come fa Dio. Essi sono Parola di Dio vissuta e annunciata!!!Quanto potenziale di talenti non utilizzato nella Chiesa!!!Spesso si lavora nella chiesa da soli senza il coniuge  dimenticando di esssere CORPO. E come respirare con un solo polmone!!!È ministero degli sposi INSIEME trasmettere la memoria della fede in Gesù da una generazione all’altra, nel quotidiano feriale, nel lavoro, nelle relazioni familiari e amicali. E’ per ciascuno di noi l’invito di Pietro: “Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio” (1 Pt 4,10). Nella chiesa si chiama ministero qualsiasi servizio, che sia riconosciuto e 'affidato', quindi che abbia una certa ufficialità e stabilità. In forza del sacramento, gli sposi sono consacrati per essere ministri di santificazione ( ognuno di noi è strumento di santificazione per l'altro) in primis  della PROPRIA famiglia e poi della  Chiesa tutta. Sposi e sacerdoti, teologia nuziale e spiritualità sacerdotale, sono strettamente collegati tra loro, sono tra loro complementari, nell'esprimere concretamente la stessa missione. La "consacrazione" non è una realtà che si chiude nell'ambito sponsale. Essa è il punto d'inizio di una "missione" che viene da Dio” e che va oltre le mura domestiche. E’ vero che il matrimonio è già sacro nella sua semplice dimensione umana, ma Cristo gli infonde una sacramentalità tutta particolare già con  la preghiera di benedizione, considerata un’epiclesi, pronunciata dal celebrante con l’imposizione delle mani sugli sposi. Effusione dello Spirito Santo che suggella il legame nuziale cristiano, conferendo allo stesso l'invio nel mondo. E’ Lui il sigillo della loro alleanza, la sorgente sempre offerta del loro amore, la forza in cui si rinnoverà la loro fedeltà. I coniugi compiono il loro ministero e impegnano i loro carismi, oltre che nella testimonianza di una vita condotta nello Spirito, nell'educazione cristiana dei figli, e in modo privilegiato nel camminare con loro nell'itinerario dell'iniziazione cristiana.




GLI  SPOSI COME MINISTRI EDUCATIVI???
S'INTRAVEDE  ALL'ORIZZONTE  UNA NUOVA SFIDA:
 LA  VOCAZIONE  ALL' EDUCAZIONE!!!

Maria Cristina Siino.