giovedì 6 maggio 2021

San Domenico Savio

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IL SANTO BAMBINO PLASMATO DA DON BOSCO



La memoria liturgica del santo protettore di bambini e gestanti è fissata al 9 marzo, mentre i Salesiani e le diocesi piemontesi lo festeggiano il 6 maggio. 
Ancora bambino decise quale sarebbe stato il suo progetto di vita: vivere da vero cristiano e in questo fu decisivo l’incontro con don Bosco.
L’incontro tra i due santi avvenne nel cortile della casetta dei Becchi, il 2 ottobre 1854. Si parlarono a lungo, poi Domenico domandò: “Allora, che pensa di me? Mi porterà a Torino per studiare?”. Don Bosco, sapendo che la mamma del Savio era una sarta, rispose: “Mi pare che in te ci sia della buona stoffa… può servire a fare un bell’abito da regalare al Signore”. E Domenico: “Dunque io sono la stoffa. Lei ne sia il sarto, mi prenda con lei e farà un bell’abito per il Signore”. Poche settimane dopo, il 22 ottobre, il giovane approdava all’oratorio di Valdocco. Nell’ufficio di Don Bosco fece la sua prima traduzione dal latino. Sulla parete campeggiava il motto che il santo aveva fatto suo facendosi prete: "Da mihi animas, coetera tolle, dammi le anime prenditi il resto": “Ho capito”, commentò il ragazzo: “Qui si cercano anime per il Signore. Spero che anche la mia sarà del Signore”. L’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione di Maria, che Pio IX in quello stesso giorno proclamava solennemente come dogma di fede, Domenico – riferisce Don Bosco – “compiute le sacre funzioni in chiesa, col consiglio del confessore andò avanti all’altare di Maria, rinnovò le promesse fatte nella prima comunione, poi disse: ‘Maria, vi dono il mio cuore: fate che sia sempre vostro, Gesù e Maria, siate voi sempre gli amici miei! Ma per pietà, fatemi morire piuttosto che m’accada la disgrazia di commettere un solo peccato’”. Da quel momento, Don Bosco cominciò a osservare attentamente la condotta esemplare del giovane e a prendere nota degli episodi più significativi. La primavera successiva, precisamente il 24 giugno, cadeva l’onomastico di Don Bosco, il quale scherzosamente aveva chiesto ai suoi ragazzi – per “pagare la festa” – di indicare su un biglietto quale regalo desiderassero da lui. Domenico scrisse: “Mi aiuti a farmi santo”. 

Don Bosco gli indicò la “ricetta” giusta per la santità: allegria, osservare i doveri di studio e di preghiera, far del bene agli altri. Da quel momento fino alla morte Domenico si sforzò di essere esemplare in tutto: si notavano in lui una pietà profonda unita a una serena allegria; e un impegno speciale per venire in aiuto ai compagni, magari giocando con uno che era trascurato dagli altri, facendo ripetizione a chi ne aveva bisogno, o assistendo quelli malati. Circa un anno dopo, il Savio ebbe un’idea: formare un gruppo di ragazzi per far del bene insieme, una specie di società che chiamò Compagnia dell’Immacolata e che fu subito approvata da Don Bosco.
Quando Domenico Savio morì, Don Bosco era talmente convinto della sua santità che decise di pubblicarne subito la biografia. In effetti, questo ragazzo morto a poco più di quattordici anni aveva tutte le carte in regola per essere additato come modello ai giovani. 
Domenico nacque a Riva di Chieri, in provincia di Torino, il 2 aprile 1842. Il padre era un fabbro ferraio, la mamma una brava sarta. Due anni dopo, per motivi di lavoro, la famiglia si trasferì a Murialdo, a poca distanza da Castelnuovo d’Asti, paese natale di Don Bosco. Il cappellano Don Giovanni Battista Zucca, rimase colpito dalla precocità spirituale del ragazzino, tanto che decise di ammetterlo a 7 anni – cosa straordinaria per quei tempi – alla prima comunione. Quel giorno (era la domenica di Pasqua del 1849) su un foglietto conservato da lui in un libro di preghiere e trovato poi da Don Bosco, il piccolo Domenico scrisse testualmente: 
  • 1. Mi confesserò molto sovente e farò la comunione tutte le volte che il confessore mi darà licenza. 
  • 2.  Voglio santificare i giorni festivi. 
  • 3.  I miei amici saranno Gesù e Maria. 
  • 4. La morte si, ma non in peccato”
Questi propositi furono il suo programma di vita.

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