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Percorso "Idea! "
....sulla scia di Carlo Acutis
Venerdi' 07 Maggio  2021, ore 20,30
Piattaforma Google Meet
      2°Incontro      
" Dare voce al silenzio. . ."
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 Seconda parte 
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- Il coraggio di essere se stessi. -
( L'incontro tra l'Io ideale e l'Io reale )
Premessa
L’interesse principale che sta alla base di questo lavoro che faremo insieme, con il preziosissimo aiuto del beato Carlo, Ã¨ quello di suscitare in ciascuno di noi (me compresa) la piena consapevolezza di sè. Chiaramente inizio io a fare in modo che il mio messaggio sia coerente con quello che faccio in concreto, con i valori che incarno. Altrimenti sarei poco credibile!!! In una parola cerco di essere sempre e comunque ME STESSA!!!Non è semplice trovare il coraggio di essere se stessi in un mondo di maschere, in una società che rincorre e applaude le apparenze, le omologazioni ecc. ( vedi l'ideologia del Gender ).
L'esperienza maturata negli anni, nonchè i miei studi, mi hanno dimostrato che la conoscenza di sé è indispensabile e prioritaria ( non è secondaria a nulla!!!)  per percorrere l'itinerario della vita; è anche vero che tale conoscenza non è mai piena: spesso rimane un mistero anche a se stessi ma l'incontro della scorsa volta, sulla scia di Carlo Acutis, ci ha fornito le coordinate, che ci permetteranno di andare avanti verso la scoperta della nostra originalità. Credo che oramai abbiamo tutti compreso quanto questa benedetta conoscenza di sè stessi Ã¨ utile, ma non necessariamente per soddisfare soltanto un bisogno egoistico di sapere chi sono, ma per riuscire a vivere nel mondo insieme agli altri in modo autentico e vero!!! 
Iniziamo allora ascoltando una storia semplice ma tanto ricca di verità!!!
"Uno scatolone pieno d’oro"
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"Un mendicante se ne stava seduto sul ciglio di una strada da più di trent’anni. Un giorno passò uno sconosciuto. “Hai qualche spicciolo?” mormorò il mendicante, tendendo meccanicamente il vecchio berretto da baseball. “Non ho niente da darti”, disse lo sconosciuto, che poi domandò: “Su che cosa stai seduto?”. “E’ solo un vecchio scatolone. Ci sto seduto sopra da sempre”, rispose il mendicante. “Ci hai mai guardato dentro?” chiese lo sconosciuto. “No”, disse il mendicante, “a che scopo? Non c’è niente dentro”. “Dacci un’occhiata”, insistette lo sconosciuto. Il mendicante riuscì ad aprire lo scatolone. Con meraviglia, incredulità ed euforia vide che lo scatolone era colmo d’oro.!!!!"
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Stasera anch'io voglio dire a me stessa e a voi di "guardare dentro". Non dentro un qualsiasi scatolone, come nella storia di prima, ma in qualcosa di ancor più vicino: dentro di noi. Domanda.
Tu hai mai guardato dentro lo "scatolone" sul quale sei seduto da una vita? Prova a dare una sbirciata e  allora ogni cosa acquisterà un nuovo significato, vero e coerente con te stesso!!!
In modo simile al mendicante della storia,  spesso non siamo consapevoli di essere seduti sopra uno scatolone colmo d’oro e le nostre qualità più preziose rimangono inesplorate. 
Già ai tempi di Platone, più di 2000 anni fa, gli antichi greci avevano intuito che c’era qualcosa di speciale dentro ogni individuo, qualcosa di magico che ci poteva dare la felicità. Questo qualcosa di magico era la propria “anima”. Uno dei tanti paradossi della società moderna secondo me è questo: si passa più tempo a scoprire come funziona il nostro nuovo smartphone  e le sue centinaia di funzioni, rispetto a quello dedicato a conoscere se stessi. 
Un famoso proverbio indiano dice cosi': "Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia."
Noi spesso non conosciamo quello che è in fondo al nostro cuore, nel profondo di noi stessi.
Questo è quanto ha poi scoperto il fondatore della psicanalisi, Sigmund Freud (1856-1939). Freud distingueva nell’essere umano una parte conscia e
una inconscia. Egli diceva che, come per un iceberg la parte che emerge dal mare è molto
più piccola rispetto alla grande massa di ghiaccio che è immersa nel mare, allo stesso modo
la coscienza di noi stessi è solo una piccola parte rispetto al nostro inconscio. Una simile
scoperta dimostra appunto quanto poco ci conosciamo. Gran parte del nostro essere rimane
sconosciuto a noi stessi.
Ma ecco una buona notizia! L’evangelista Giovanni nella parte iniziale del suo Vangelo, esattamente al capitolo 4 quando incontra la Samaritana al pozzo,  afferma, raccontandoci quell'incontro, che Gesù conosceva bene la storia di quella donna, nonostante non l'avesse mai vista prima!!!. Questo per dire che Gesù  conosce l’uomo meglio ancora di
quanto questi conosca se stesso. Per Gesù non esiste punta di iceberg che tenga, Lui vede tutto il nostro iceberg, cioè la nostra parte consapevole e quella inconscia!!!Qui incontriamo un punto fondamentale della nostra fede
cristiana che spesso trascuriamo: Gesù non è venuto soltanto per rivelare all’umanità chi è
Dio ma è anche venuto per rivelarci chi è l’uomo..! 
Chi siamo noi veramente lo
sa soltanto Lui, 
perché ........? ( proviamo a rispondere....)
Conoscere se stessi è faticoso e, in alcuni casi, un po’ doloroso, ma solamente così possiamo prendere in mano le redini della nostra vita!!! Carlo Acutis  l'ha fatto e ha realizzato l'obiettivo più importante, quello ciò di rimanere originale!!! Lui, Carlo nei suoi scritti ci ha svelato il suo segreto!!! E' rimasto originale sapete perchè? Perchè ha scelto di stare unito ad un Amico Vero, Speciale, Unico in grado di andare in profondità, di svelarne la sua essenza e di sostenerlo nel difficile cammino della vita: Gesù, che Carlo chiamava IL MIO MIGLIORE AMICO!!!
Cosa vuol dire conoscere se stessi?
( liberamente e naturalmente ognuno esprima la sua idea!!! )
Vuol dire sapersi fermare, nonostante il ritmo frenetico della vita quotidiana, ed imparare ad ascoltarsi, a leggere dei meandri della propria anima, colei che sa chi siamo, colei che cela i nostri desideri, colei che può indicare il cammino da percorrere. Anima, psiche, cuore, non importa qual è il nome che attribuisci al nucleo di fondo che ti caratterizza, purché tu possa fermarti e farne intima conoscenza. A volte crediamo di conoscerci, ma ciò che di noi vediamo è solo il riflesso di quello che gli altri pensano e dicono di noi. Se questo è perfettamente normale nell’infanzia, nell’età adulta è necessario fare i conti con ciò che siamo davvero, guardando cosa si cela veramente dentro di noi o rischieremo di agire per compiacere gli altri, regalando a loro la nostra vita, diventando un insieme indistinto: FOTOCOPIE!!!.
«Scopri chi sei e non avere paura di esserlo»
Mahatma Gandhi.
Conosci te stesso?
Cosa vedi quando ti guardi allo specchio? 
Sei contento di ciò che vedi, non solo a livello fisico, oppure ti piacerebbe essere una persona completamente diversa? (Proviamo a rispondere in qualunque maniera possibile!!!)
La più grande avventura che intraprenderai nella tua vita è capire realmente chi sei. Le persone che conoscono sè stessi hanno MOLTI vantaggi;  sono più brave a riconoscere i propri limiti, sono in grado di valutare gli altri più accuratamente, sono capaci di predire con maggior accuratezza il comportamento delle altre persone e sono consapevoli che le loro percezioni sugli altri richiedano revisioni periodiche, in una sola parola sono UMILI. 
Avete mai sentito parlare del complesso di Aristotele? La principale caratteristica di chi ha un complesso è non esserne consapevole. Si manifesta in quelle persone che giudicano dall'alto in basso, credono di sentirsi sempre migliori, nel giusto e con arroganza e presunzione di sapere sempre la verità: in realtà NON CONOSCONO Sè STESSI!!! Se solo conoscessero veramente sè stessi non si comporterebbero certamente in questo modo!!!Negli adolescenti, così come in qualsiasi persona affetta dal complesso di Aristotele, il problema di fondo è una grande insicurezza. Il desiderio di avere ragione e di imporre il proprio punto di vista agli altri non è altro che un segnale arrogante che cela dubbio e incertezza. Queste persone vogliono calpestare altri modi di vedere la realtà perché li temono, credono che mettano in pericolo il loro punto di vista, per questo non lo tollerano.
Conoscere se stessi significa:
- Osservare ed essere consapevoli delle proprie reazioni emotive e stati d’animo
 - Essere consapevoli dei propri punti di forza e di debolezza
 - Essere consapevoli dei propri pensieri, pregiudizi ed abitudini
 - Essere consapevoli di come le emozioni influenzino i propri pensieri
 - Osservare ed essere consapevoli di come interagiamo con gli altri
 - Osservare come siamo influenzati da ciò che ci circonda
 - Essere consapevoli di cosa ci piace e cosa non ci piace fare
 
Maria Cristina Siino, psicoterapeuta






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