domenica 25 dicembre 2022

BUON NATALE 2022



Tu scendi dalle stelle . . . 
o Re del cielo



Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo. (2 volte)
O Bambino mio divino, io ti vedo qui tremar;
o Dio beato! E quanto ti costò l’avermi amato! (2 volte)

A te, che sei del mondo il Creatore,
mancano panni e foco, o mio Signore. (2 volte)
Caro eletto pargoletto, quanto questa povertà
più m’innamora, giacché ti fece amor povero ancora. (2 volte)

Tu lasci il bel gioir del divin seno,
per venire a penar su questo fieno. * (2 volte)
Dolce amore del mio core, dove amore ti trasportò?
O Gesù mio, perché tanto patir? Per amor mio! (2 volte)

Ma se fu tuo voler il tuo patire,
perché vuoi pianger poi, perché vagire? (2 volte)
Mio Gesù, t’intendo sì! Ah, mio Signore!
Tu piangi non per duol, ma per amore. (2 volte)

Tu piangi per vederti da me ingrato
dopo sì grande amor, sì poco amato!
O diletto – del mio petto,
se già un tempo fu così, or te sol bramo
Caro non pianger più, ch’io t’amo e t’amo (2 volte)

Tu dormi, Ninno mio, ma intanto il core
non dorme, no ma veglia a tutte l’ore
Deh, mio bello e puro Agnello
a che pensi? dimmi tu. O amore immenso,
un dì morir per te, rispondi, io penso. (2 volte)

Dunque a morire per me, tu pensi, o Dio
ed altro, fuor di te, amar poss’io? **
O Maria, speranza mia,
s’io poc’amo il tuo Gesù, non ti sdegnare
amalo tu per me, s’io nol so amare! (2 volte)


Natale è arrivato, ed è una festa di gioia, sia per i cristiani che per i non cristiani: Gesù è venuto per tutti! Davanti ad una canzone simile, chi può offendersi? Anche i non credenti, anche gli atei, anche chi professa altre religioni, anche chi ce l'ha a morte con la Chiesa per la sua corruzione si commuove profondamente quando scopre di avere un figlio, o una figlia. Di essere diventato padre, o madre. La gioia che traspira da questo canto vibra anche nel cuore del nuovo padre o della nuova madre: chi mai si può offendere davanti alla notizia di un bambino che nasce? Per i cristiani quel Bambino è Dio, per gli altri no, ma in tutti i casi è un bimbo che nasce, e nessuno si offende mai per la venuta di un nuovo bambino, o di una nuova bambina, al mondo: da quel momento il mondo è più ricco di prima. Chi si può offendere per il Natale, che significa nascita?

Ma questo comportamento non è una novità: a Betlemme nessuno aveva nè spazio, nè tempo, nè voglia per accogliere Giuseppe e Maria che stava aspettando il Bambino. Esattamente come oggi nelle scuole, negli ospedali, negli edifici pubblici dove dicono che non c'è posto per il Presepe perchè potrebbe urtare la sensibilità dei non credenti. E non si può dire una canzone come questa perchè qualcuno potrebbe rimanere offeso.

Al suo posto, tristi feste di passaggio dall'Autunno all'Inverno, retorici richiami al Dio massonico di pura luce intellettuale che non è mai stato bambino e resta pura idea senza riscaldare mai nessuno. Soprattutto, fare delle feste vuote che non richiamano un vero impegno ad amare, che rimandano ad un triste richiamo ad astratti Valori con la maiuscola, che non sanno nulla della carne vera, viva e palpitante di un vero bambino in carne ed ossa. E così anche oggi, come allora, il Bambino, coi suoi genitori, è gettato al "freddo e al gelo" fuori da lì, perchè disturba. E, oggi come allora, nasce in una stalla, lontano dal centro di Betlemme, dove accadono cose ben più importanti della banale nascita di un marmocchio. Cose così importanti che adesso, 2000 e più anni dopo, nessuno si ricorda di cosa fossero. Il Bambino nasce lontano da tutti, ma non da chi ha il cuore umile e aperto, come i pastori. Allora che bello sarebbe se tutti diventassimo "pastori"!!!

Un bambino fragile, indifeso, incapace persino di vivere da solo, che fastidio dà? Evidentemente ne dà molto in coloro che governano dentro quei freddi edifici e luoghi pubblici spesso anche di ordine ecclesiastico che hanno rifiutato il calore dell'accoglienza. L'importante è che ciascuno di noi non faccia come loro e accolga il Bambino: per chi crede, perchè riconosce in lui Dio, e chi non crede perchè riconosca il meraviglioso mistero della nascita di un bimbo e lo accolga. Qualunque bimbo che nasce è già orizzonte, segno di speranza che salva il mondo.



Buon Vero Natale a tutti!

È questo il canto che identifica il Natale. Da sempre. Da quando bambini sentivamo questa melodia che interpretava al meglio il paesaggio e l'atmosfera natalizia. Voce di campane, desiderio di presepe, coltre bianca di neve, incanto di cose che ci staccano dalla realtà. Uno dei più famosi brani natalizi, “Tu scendi dalle stelle”, deriva da un motivo intitolato “Quanno nascette Ninno”, scritto in napoletano nel 1754 da sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Tu Scendi dalla Stelle” in realtà deriva dal meno noto canto sacro accennato prima (“Quanno nascette Ninno”) scritto a Santa Maria dei Monti a Scala, dove l’instancabile Don Alfonso, nel 1731, ridotto allo stremo delle forze, fu sollecitato dai suoi superiori a prendersi un periodo di riposo. Qui, stando a contatto con pecore e pastori in un’atmosfera idilliaca, compose il celebre testo e non fu un caso che lo scrisse in dialetto napoletano. Lo fece proprio per quegli incolti fedeli, affinché anche loro potessero comprenderne il significato, d’altra parte il prete abituato al contatto con i poveri, ne conosceva anche i limiti. Solo successivamente, Sant’Alfonso compose poi “Tu scendi dalle stelle”, come versione in lingua italiana della prima ed originale composizione in dialetto. Il brano si compone di ben ventisette strofe, in realtà pare che nel corso dei secoli ci siano stati diversi cambiamenti apportati alla versione originale. Si tratta di un emozionante racconto sulla nascita del bambino Gesù; in Italiano il titolo si traduce con “Quando nacque il bambino” che in napoletano è semplicemente il “ninno”, derivante, a seconda delle interpretazioni, dalla parola greca neanìas, piuttosto che dallo spagnolo niño. Fu scritto in lingua napoletana. E fu una grande novità per l’epoca: il primo testo di un canto religioso, scritto in lingua partenopea. In origine, il canto si chiamava “Per la nascita di Gesù”, così fu pubblicato nel 1816. Ma la storia non finisce qui a Terlizzi dicono che Tu Scendi dalle stelle sia addirittura un plagio, derivi da un canto pastorale, una canzone popolare cantata dai pastori abruzzesi e molisani, si chiamava la Pastorella. 
Perchè conoscere è bello!!!

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