mercoledì 8 novembre 2023

Santa Elisabetta della Trinità


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«Portiamo dentro di noi il paradiso, poiché colui che illumina i santi con la visione celeste si concede a noi nella fede e nel mistero alla stessa maniera. Sento di aver trovato il paradiso sulla terra, poiché il paradiso è Dio e Dio è nella mia anima. Il giorno che ho capito questo è entrata in me una luce, perciò voglio sussurrare questo segreto a tutti quelli che amo, affinché anch'essi, in qualsiasi circostanza si trovino, s'innalzino sempre più verso Dio».💛

Elisabetta Catez nasce il 18 luglio del 1880 vicino a Bourges (Francia). Tre anni dopo nasce la sorella Margherita (Guite). Nel 1887 muoiono sia il nonno che il padre e le due bambine rimangono sotto le cure della madre, donna di grande rettitudine ed energica. Anche la piccola Elisabetta ha un carattere molto determinato, le sue arrabbiature infantili sono terribili. Però sin dalla giovane età cerca di vincere il suo temperamento. Alla morte del padre traslocano vicino alle Carmelitane Scalze di Dijon. Il suono delle campane del monastero e l’orto delle monache esercitano un grande fascino su Elisabetta. Il giorno della sua prima Comunione, il 19 aprile 1891, è fondamentale per lei: sente che Gesù ha riempito la sua vita. Nel pomeriggio visita per la prima volta il Carmelo e la priora le spiega il significato del suo nome. In ebraico, Elisabetta significa “la casa di Dio”. La piccola è profondamente colpita da queste parole. Da quel momento in poi si propone di essere la dimora di Dio in tutta la vita, pregando di più, controllando il suo temperamento e dimenticando se stessa. Nonostante la sua viva intelligenza, la giovane Elisabetta riceve una scarsa cultura generale, ma dimostra di possedere delle notevoli qualità musicali; infatti vince un Primo premio di pianoforte a soli 13 anni. Ha un’anima sensibile alla musica e alle bellezze della natura che la riportano sempre a Dio e nelle quali vede riflessa l’armonia del Creatore.💛

Elisabetta desidera essere Carmelitana, ma sua madre glielo proibisce fino ai 21 anni. Leggendo santa Teresa si scopre in grande sintonia con lei. Comprende che la contemplazione è lasciare che Dio operi in noi, che la mortificazione dev’essere interiore e che l’amicizia significa anteporre ai propri interessi quelli dell’altra persona. L’aiuta anche la lettura della Storia di un anima, dove la giovane Teresa di Liesiux, morta da poco, la incoraggia nel cammino della fiducia in Dio. Il 2 agosto 1901, la postulante entra nel Carmelo di Dijon con il nome di Elisabetta della Trinità. La Madre Germana è la priora, maestra ed infine sua ammiratrice e discepola. Elisabetta trascorre una vita completamente ordinaria, una vita di fede, senza rivelazioni né estasi, tuttavia l’attenzione di tutta la comunità è subito attratta dalla fedeltà e dal donarsi della giovane religiosa. Da parte sua, Elisabetta, s’immerge nella lettura e nell’approfondimento della Scrittura principalmente di san Paolo e di San Giovanni della Croce, grazie al quale trova il cammino interiore e matura nella fede. Leggendo san Paolo scopre un’intensa chiamata ad essere “Laudem gloriae”, “Lode della Gloria di Dio” Trinità in ogni momento della sua vita, vivendo in costante rendimento di grazie. Alla fine della vita, si identifica a tal punto da firmare alcune lettere con il nome “Laudem Gloriae”. Nella Quaresima del 1905, Elisabetta entra nell’infermeria del monastero e, dopo una penosa e lunga malattia, muore il 9 novembre 1906. Le sue ultime parole sono: “Vado alla luce, all’amore, alla vita”. La sua biografia e i suoi scritti hanno avuto una sorprendente diffusione: i Diari, le Lettere, le Poesie (riflesso della sua anima), alcune Preghiere, tra le quali è celebre l’”Elevazione alla Santissima Trinità”, "Il cielo nella fede", (dove incoraggia sua sorella Guite, sposa e madre, a vivere il cielo sulla terra adorando Dio in fede e amore), "La grandezza della nostra vocazione", "l’Ultimo ritiro", e "Lasciati amare" (dedicato alla priora).💛



                            Conosciamola meglio . . . attraverso una delle sue lettere💛

Dalle Lettere di S. Elisabetta della Trinità

Lettera 110: alla Signora Contessa De Sourdon del 25–7–1902

"Carissima signora,
la sua buona lunga lettera mi ha procurato un gran dolore perché sento la profonda tristezza della sua anima. Ho pregato molto per lei nella comunione col Verbo della vita [1Gv 1,1], colui che è venuto a portare il conforto per tutti i dolori e che, nella vigilia della sua Passione, in quel discorso dopo la Cena in cui effonde tutta la sua anima, diceva, parlando ai suoi: «Padre voglio che abbiano in sé la pienezza della mia gioia» [Gv 17,13]
L’abbandono, ecco, cara signora, ciò che ci affida a Dio. Io sono molto giovane, ma mi sembra di avere qualche volta sofferto tanto. Allora, quando tutto s’ingarbugliava, quando il presente era così doloroso e l’avvenire mi appariva ancor più scuro, chiudevo gli occhi e mi abbandonavo come un bambino nelle braccia di quel Padre che è nei cieli.
Cara signora, consenta a questa piccola carmelitana che l’ama tanto di dirle qualche cosa da parte sua. Sono le parole che il Maestro indirizzava a S. Caterina da Siena: «Pensa a me, io penserò a te». Guardiamo troppo a noi stessi, vorremmo vedere e comprendere e non abbiamo abbastanza fiducia in Colui che ci avvolge nel suo amore. Non bisogna arrestarsi davanti alla croce e guardarla in se stessa, ma raccogliendosi nella luminosità della fede, bisogna salire più in alto e pensare che essa è lo strumento che obbedisce all’amore di Dio… Una cosa sola è necessaria; Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta [Lc 10,42]. Questa parte migliore che sembra essere il mio privilegio in questa tanta amata solitudine del Carmelo, è offerta da Dio ad ogni anima di battezzato. Egli gliel’offre, cara signora, in mezzo alle sue sollecitudini e preoccupazioni materne e creda che tutta la sua volontà è di condurla sempre più lontano in Lui.
Si abbandoni a Lui con tutte le sue preoccupazioni e poiché mi considera un buon avvocato alla corte del Re, le chiedo di confidarmi tutto quanto le sta a cuore. Può immaginare se la causa sarà patrocinata caldamente! Quando la cara mamma mi confidava le sue sollecitudini per la mia Guite, le dicevo di non pensarci, che ci avrei pensato io per lei, e lei vede che il buon Dio ha pensato per me. Vuole che rivolga anche a lei la stessa preghiera? ha risposto di sì, vero? Ieri ho visto la mia mamma felice che riconosceva ora quanto Dio è buono. Anche lei un giorno vedrà tutto rischiarato ed illuminarsi!
Sento la sua anima perduta nell’infinito di Dio, in faccia a quell’oceano che lo riflette così bene agli occhi dell’anima affamata di Lui! Addio, cara signora, avvolgo nella mia preghiera Maria Luisa e Framboise e, se è d’accordo, le dò appuntamento in Colui che è tutto, chiedendogli di farle sentire le dolcezze della sua presenza e della sua divina intimità."💛
Sr Elisabetta della Trinità



Elevazione alla SSma Trinità
Mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per stabilirmi in Te, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell’eternità; che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da Te, mio Immutabile, ma che ogni istante mi immerga sempre più nella profondità del tuo mistero! Pacifica la mia anima, rendila tuo cielo, la tua prediletta dimora e il luogo del tuo riposo. Che qui io non ti lasci mai solo, ma tutta io vi sia, vigile e attiva nella mia fede, immersa nella adorazione, pienamente abbandonata alla tua azione creatrice.💛

O amato mio Gesù, crocifisso per amore, vorrei essere una sposa del tuo Cuore, vorrei coprirti di gloria, vorrei amarti… fino a morirne!… Ma sento la mia impotenza e ti prego di rivestirmi di Te, di identificare tutti i movimenti della mia anima a quelli dell’anima tua, di sommergermi, d’invadermi, di sostituirti a me, affinché la mia vita non sia che un riflesso della Tua Vita.💛

Vieni in me come Adoratore, come Riparatore e come Salvatore.
O Verbo eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarti, voglio rendermi docilissima ad ogni tuo insegnamento, per imparare tutto da Te; e poi, nelle notti dello spirito, nel vuoto, nell’impotenza, voglio fissarti sempre e restare sotto il tuo grande splendore. O mio Astro adorato, affascinami, perché io non possa più sottrarmi alla tua irradiazione.💛

O Fuoco consumatore, Spirito d’amore, discendi sopra di me, perché si faccia nell’anima quasi un’incarnazione del Verbo! Che io Gli sia un prolungamento d’umanità in cui egli possa rinnovare tutto il Suo mistero. E Tu, o Padre, chinati verso la tua povera, piccola creatura, coprila della tua ombra e non guardare in essa che il Figlio amato nel quale hai posto le tue compiacenze.💛

O miei Tre, mio Tutto, Beatitudine mia, Solitudine infinita, Immensità in cui mi perdo, mi consegno a Voi come ad una preda. Seppellitevi in me perchè io mi seppellisca in Voi, in attesa di venire a contemplare nella vostra luce l’abisso delle vostre grandezze.💛

Amen💛




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