lunedì 4 dicembre 2023

San Giovanni Damasceno




Considerato l’ultimo dei Padri orientali e proclamato dottore della Chiesa, san Giovanni Damasceno (c. 676-749) è stato definito il «San Tommaso dell’Oriente». Fu autore di pagine sublimi sulla Beata Vergine e capace di confutare l’allora diffusa iconoclastia, difendendo il culto delle sacre immagini con una profonda teologia fondata sull'Incarnazione. Giovanni nacque in una famiglia di origine araba attorno all’anno 680 nella città siriana di Damasco (da qui il suo soprannome)e fu battezzato nella sua infanzia. Suo padre cercò per lui un tutore erudito che lo istruisse. Più tardi un monaco chiamato Cosmo gli insegnò grammatica, logica, aritmetica, geometria e teologia. Successe a suo padre nel suo ruolo di responsabile economico del califfato. A corte poteva condurre liberamente una vita cristiana ed era noto per le sue virtù, in particolare per la sua umiltà. Ma ben presto, insoddisfatto da quella vita, scelse la vocazione monastica, distribuendo tutti i suoi beni ai poveri ed entrando nel monastero di San Saba, vicino a Gerusalemme, attorno all’anno 700. Senza allontanarsi mai dal monastero, si dedicò all’ascesi e all’attività letteraria, compilando ed ordinando gli scritti di altri autori, senza disdegnare però l’attività pastorale, della quale danno testimonianza le sue numerose omelie. San Giovanni trascorse l’intera sua vita sotto il governo di un califfo maomettano, e ciò origina lo strano caso di un Padre della Chiesa cristiana protetto dalle reazioni di un imperatore eretico, i cui errori poteva attaccare impunemente, per il fatto di vivere sotto un governo mussulmano. Così, con questa libertà, attraverso tre “Discorsi”, poté controbattere l’imperatore di Costantinopoli Leone l’Isaurico, che aveva ordinato che fosse proibito il culto alle immagini. Questi discorsi furono anche il motivo principale della riabilitazione e canonizzazione di Giovanni stesso da parte dei Padri Ortodossi convocati al secondo Concilio di Nicea (787). Un altro trattato importante dell’autore è “La fede ortodossa”, considerato nelle questioni teologiche come la massima autorità in teologia tra i greci, e che divenne per le scuole orientali quello che la Summa di San Tommaso d’Aquino è per l’Occidente. Fu proclamato Dottore della Chiesa nel 1890 da Papa Leone XIII.
Nella sua dottrina mariana il Damasceno tratta i temi comuni che la fede cristiana proclama sulla Madre di Dio: la Sua verginità perpetua, la Sua predestinazione, le figure dell’Antico Testamento che si riferiscono a Lei. I suoi scritti sull’Assunzione di Maria hanno avuto particolare importanza. Infatti, Papa Pio XII cita S. Giovanni Damasceno nella Bolla “Munificentissimus Deus” come un testimone della Tradizione che difende questo dogma mariano. Secondo lui tutto il concepimento e la nascita di Maria sono stati toccati dalla grazia, esenti da ogni peccato. Ella è il nuovo cielo che Dio si è creato per nascere da esso: “È un cielo (Maria) molto più sorprendente del primo, poiché Colui che nel primo cielo creò il sole, è sorto in questo secondo cielo, come un Sole di Giustizia” (Omelia sulla Natività di Maria, 3).

Le sue tre omelie sulla Dormizione della Madonna rivelano l’importanza eccezionale che la dottrina del Damasceno ha avuto per lo sviluppo del dogma dell’Assunzione. Afferma esplicitamente la verità dell’Assunzione corporea di Maria in Cielo: “Quantunque la Tua anima santissima e beata si sia separata dal Tuo corpo felicissimo e immacolato, secondo le esigenze della natura, e quest’ultimo sia stato portato in sepoltura come tutti gli altri corpi, esso tuttavia non rimase nel dominio della morte né fu preda della corruzione. Infatti come la Sua verginità rimase intatta nel momento in cui partorì, così il Suo corpo, anche dopo la morte, fu preservato dalla distruzione e fu trasferito in una dimora migliore e più divina, non soggetto alla morte, ma che dura per tutti i secoli dei secoli” (Omelia I sulla Dormizione).
La riflessione del santo si incentra sulla realtà trasformante dell’Incarnazione, che illumina sul retto rapporto tra uomo e materia. «In altri tempi Dio non era mai stato rappresentato in immagine, essendo incorporeo e senza volto. Ma poiché ora Dio è stato visto nella carne ed è vissuto tra gli uomini, io rappresento ciò che è visibile in Dio. […] Io non cesserò perciò di venerare la materia attraverso la quale mi è giunta la salvezza». E continua con gli esempi, che aiutano a distinguere tra cose profane e cose sante: «Non è forse materia il legno della croce tre volte beata? L’altare salvifico che ci dispensa il pane di vita non è materia? E, prima di ogni altra cosa, non sono materia la carne e il sangue del mio Signore? O devi sopprimere il carattere sacro di tutto questo, o devi concedere alla tradizione della Chiesa la venerazione delle immagini di Dio e quella degli amici di Dio che sono santificati dal nome che portano».
Il Damasceno attribuisce a Maria un ruolo eccezionale come Mediatrice nel progetto salvifico: “Attraverso di Lei, la lunga contesa con il Creatore è stata cancellata. Attraverso di Lei, la riconciliazione tra noi e Lui è stata ratificata. Grazia e pace ci sono state date in modo tale che gli uomini e gli angeli sono uniti nello stesso coro, e noi, che eravamo degni di disprezzo, siamo diventati figli di Dio. Da Lei abbiamo vendemmiato l’uva della vita; da Lei abbiamo raccolto il seme dell’immortalità. Per noi Ella divenne Mediatrice di tutte le benedizioni; in Lei Dio si fece uomo e l’uomo si fece Dio” (Omelia II sulla Dormizione, 10). Per concludere, S. Giovanni Damasceno ci invita ad avere una grande devozione a Maria, perché attraverso di Lei riceveremo il Suo Figlio divino: “Se ci asteniamo decisamente dai vizi passati e amiamo con tutto il cuore le virtù prendendole per compagne, Maria visiterà frequentemente i Suoi servi, portandosi dietro tutti i beni; e si farà accompagnare da Cristo, Figlio Suo, Re e Signore dell’universo, il quale dimorerà nei nostri cuori”.

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