martedì 22 aprile 2025


"La speranza non è morta, 
la speranza è viva
 e avvolge la nostra vita per sempre!
 La speranza non delude"


Era il 13 marzo 2013 quando veniva eletto per la prima volta un Pontefice delle Americhe e gesuita. Sceglieva di chiamarsi "Francesco", in omaggio al Santo di Assisi. I viaggi, la lotta alla pedofilia, la coabitazione con Benedetto XVI, le posizioni su aborto e omosessuali, i ricoveri al Gemelli e la morte avvenuta il 21 aprile 2025 a 88 anni. I suoi 12 anni di pontificato ci lasciano l’immagine di un Papa sobrio, nei costumi e nei modi. In apparenza rivoluzionario su alcune posizioni, come quelle sulla comunità Lgbtq, non è però arrivato a stravolgere i dogmi della Chiesa su grandi temi. Quattro le encicliche di Papa Francesco. La prima, Lumen fidei, è arrivata soltanto pochi mesi dopo la sua elezione, nel luglio 2013. Dedicata alla fede come dono divino, da cullare e rafforzare, ha preceduto Laudato si’ (2015). Al centro un grande tema dell’attualità: l’ambiente e la sua tutela. Poi, nell’ottobre 2020, è arrivata Fratelli tutti, una considerazione sui temi della fraternità e dell’amicizia sociale. Nell'ottobre del 2024 viene pubblicata Dilexit nos, sull’amore umano e divino e sulla devozione al cuore di Gesù rivolta a “un mondo che sembra aver perso il cuore”

 
21 Aprile 2025 ore 07:35

Sin dai suoi primi giorni di pontificato l'attenzione di Papa Francesco è stata rivolta agli ultimi: “Questo vi chiedo: di essere pastori con 'l'odore delle pecore', pastori in mezzo al proprio gregge, e pescatori di uomini". Si è rivolto così al clero di Roma nella sua prima messa crismale.

Nel corso del suo pontificato si è più volte scagliato contro la pedofilia, definita "una mostruosità". "Un prete non può continuare a essere prete se è un molestatore. Non può. Perché sia malato o un criminale, non lo so. Il sacerdote esiste per dirigere gli uomini a Dio e non per distruggere gli uomini in nome di Dio. Tolleranza zero. E deve continuare a essere così", ha dichiarato. Un punto ribadito anche durante il viaggio in Lussemburgo del 2024: "La Chiesa deve chiedere scusa".

"Chi fa la guerra dimentica l'umanità", aveva commentato all'indomani dell'invasione russa. "La guerra non parte dalla gente, non guarda la vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto l'interesse di parte e i poteri. Si affida alla logica diabolica e diversa delle armi che è la più lontana dalla volontà di Dio. E si distanzia dalla gente comune che vuole la pace, perché in ogni conflitto la gente comune è la vera vittima che paga sulla propria pelle le follie della guerra". "Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo!", ha scritto Francesco nel messaggio Urbi et Orbi per la Pasqua. "L'esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo"

Si era inoltre detto disponibile a un incontro con Vladimir Putin. "Gli parlerei chiaramente come parlo in pubblico. È un uomo colto. Il secondo giorno della guerra sono stato all'ambasciata di Russia presso la Santa Sede a dire che ero disposto ad andare a Mosca a patto che Putin mi lasciasse una finestrina per negoziare. Mi scrisse Lavrov dicendo grazie ma non è il momento. Putin sa che sono a disposizione. Ma lì ci sono interessi imperiali, non solo dell'impero russo, ma degli imperi di altre parti".

Più volte nel corso del suo pontificato, Papa Francesco si era espresso contro i fabbricanti di armi: "I corrotti, coloro che fanno la tratta degli schiavi e i fabbricanti di armi che sono mercanti di morte dovranno rendere conto a Dio", aveva dichiarato già nel 2014. Un tema che tornerà spesso nel corso degli anni successivi.

Nel 2013 Papa Francesco aprì per la prima volta alla comunità Lgbtq+: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”. E qualche anno dopo, ne 2018, parlò con il cileno Juan Carlos Cruz. Quest’ultimo disse a El Pais di aver riferito al Pontefice della propria omosessualità e aggiunse che Francesco aveva così commentato: “È Dio che ti ha fatto così, e lui ti ama".

Evocativa l'immagine di Papa Francesco, da solo in una piazza San Pietro deserta, che prega durante i giorni dell'epidemia da Covid-19. "Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripeti ancora: "Voi non abbiate paura. E noi, insieme a Pietro, gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi”, le parole del Santo Padre durante il momento di preghiera per la fine della pandemia il 27 marzo 2020.

Gran parte del pontificato di Papa Francesco è stato vissuto in convivenza con il Papa Emerito, Benedetto XVI, che si era dimesso dal soglio pontificio il 28 febbraio 2013. "Siamo qui con il profumo della gratitudine e l'unguento della speranza per dimostrargli, ancora una volta, che l'amore non si perde”, così Bergoglio ha omaggiato Joseph Ratzinger al suo funerale, tenutosi il 5 gennaio 2023.

"Ogni volta che entro in un posto come questo mi domando; perché loro e non io?". Queste sono state le parole di Francesco lo scorso 17 aprile all'uscita dal carcere romano di Regina Coeli per le celebrazioni del Giovedì Santo. Il Santo Padre ha dedicato gran parte del suo pontificato alle carceri e alla cura dei carcerati, come dimostra l'apertura di una Porta Santa, il 26 dicembre 2024, presso il carcere di Rebibbia.

L'attenzione del Santo Padre si è spesso rivolta agli anziani, un tema tornato spesso negli anni: "Un popolo che non custodisce i nonni e non li tratta bene è un popolo che non ha futuro! Perché non ha futuro? Perché perde la memoria, e si strappa dalle proprie radici", ha dichiarato nel 2014.

Al pari degli anziani, anche i bambini sono stati un tema ricorrente: "I bambini e i nonni sono la speranza di un popolo. I bambini, i giovani perché lo porteranno avanti, porteranno avanti questo popolo; e i nonni perché hanno la saggezza della storia, sono la memoria di un popolo". Lo stesso vale anche per l'educazione: "Educare è un atto d'amore, è dare vita".

Papa Francesco è stato anche il primo Papa che si è concentrato sull'ecologia, a cui ha dedicato anche un'enciclica dal titolo Laudato sì. "Coltivare e custodire il creato è un’indicazione di Dio data non solo all'inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile per tutti", ha dichiarato pochi mesi dopo la sua elezione, nel giugno del 2013.

In questi dodici anni di pontificato, non sono mancate anche le frasi di vicinanza nei confronti dei migranti. "Sentiamoci in cammino insieme a loro, l'incontro con i migranti è l'incontro con Cristo", aveva dichiarato a giugno 2024, in occasione della 110ª Giornata Mondiale del Migrante e rifugiato.

Il Papa ha spesso parlato di salute, ironizzando spesso anche sulla propria. "Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore", ha dichiarato il Santo Padre.

Il Santo Padre ha spesso parlato anche dei dissidi nella Chiesa, non facendo mai mancare la sua visione di come dovrebbe essere. "Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri", aveva dichiarato in un'intervista a La Civiltà Cattolica del 19 agosto 2013.

Tra gli ultimi atti di Papa Francesco, l'apertura della Porta Santa per l'anno giubilare. "La speranza non è morta, la speranza è viva e avvolge la nostra vita per sempre! La speranza non delude".
Il suo ultimo desiderio per l'umanità e per noi cristiani è quello di essere strumenti di pace e di riconciliazione nel mondo".

“Grazie Papa Francesco

per il cammino di strada fatto insieme a noi . . .

continueremo a costruire ponti come ci hai indicato,

attingendo ogni giorno al Vangelo

per fare la nostra parte nel rendere

il mondo un po’ migliore come ci hai insegnato anche tu."

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