“La perfezione non esiste”
"...di questo voglio parlarvi oggi,
di adolescenti allo specchio
e della ricerca della perfezione."
Quando parliamo di perfezionismo ci riferiamo a quella tendenza di raggiungere la perfezione, ovviamente ideale, in quanto non esiste. Il fatto che la perfezione non esista, non significa che non dobbiamo applicarci per cercare di raggiungere risultati sempre migliori. Crescere con l’ossessione dell’apparenza ed il non sentirsi mai abbastanza è estremamente dannoso ed è connesso a vissuti di profonda insicurezza e scarsa autostima. La paura del giudizio e la conseguente paura di sentirsi escluse ed emarginate, soprattutto dai coetanei, è alla base della messa in atto di comportamenti rischiosi per la salute, come restrizioni alimentari, diete ferree, sport eccessivo fino ad arrivare in casi estremi a sviluppare veri e propri disturbi dell’alimentazione.
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Dare il meglio di se stessi è importante, ma non si deve mai perdere l’aspetto ludico, del piacere e del divertimento, nonché quello umano della vita, soprattutto quando parliamo di bambini e adolescenti in fase di sviluppo. Devono imparare a sbagliare e a ricavare qualcosa di utile dai propri errori. Fare tutto bene, secondo dei criteri imposti dall’esterno non aiuta a crescere perché non fa vivere il senso profondo delle cose, non permette di entrare in relazione con l’ambiente e con le persone, spoglia la vita degli aspetti emotivi a favore di un risultato, di un numero o di una posizione. Proprio il modello femminile attuale promosso e sponsorizzato dai mass media ,è basato sugli ideali di perfezione e bellezza del corpo. Questa eccessiva attenzione per l’estetica, unita a fattori molto più profondi hanno provocato il diffondersi , specialmente nella popolazione di adolescenti, di una costellazione di sintomi che vengono definiti disturbi del comportamento alimentare ( DCA).
I più conosciuti sono l’anoressia e la bulimia nervosa ma nell’ultimo periodo sono stati classificati anche una nuova tipologia denominata “ Binge Eating Disorder”.
Il perfezionismo sembra un problema molto frequente e in aumento soprattutto in questa fase storica e purtroppo, è presente fin dalla prima infanzia, a partire dai primi anni di vita. I più piccoli non sentono solo la pressione sociale, dei familiari, delle loro aspettative, dell’ambiente scolastico o degli amici, ma anche quella social. Basta fare un giro nei vari social media che troviamo tutorial su come fare qualsiasi cosa “perfetta”. Vuoi fare una festa perfetta? Vuoi fare il regalo perfetto ecc… una ricerca della perfezione anche nelle nostre attività quotidiane, come se non si potesse più fare qualcosa di “normale”. Nella vetrina della rete sembrano tutto bravi in qualcosa, tutti capaci, tutti talenti, macchine da like.
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A volte credo non esistano più bambini “normali”. Ascolto prettamente genitori che sottolineano di quanto i figli siano bravi e talentuosi in tutto ciò che fanno; difficilmente li sento orgogliosi di ciò che sono i loro bambini.
A cosa può portare questa ricerca del perfezionismo?
Il perfezionismo non deve essere scambiato con la capacità di mettersi in gioco e di migliorarsi: è un DOVER fare alla perfezione, non un VOLER.
Spesso il perfezionismo nasce dalle pressioni familiari, da aspettative troppo elevate che i genitori riversano nei confronti dei loro figli. Si origina anche dalla paura di sbagliare, del giudizio e della valutazione di chi ci sta intorno.
Questa ricerca della perfezione non favorisce il piacere di fare le cose e può generare insoddisfazione. Un bambino o un adolescente non riescono a godersi i risultati ottenuti, pensano di non aver fatto abbastanza anche quando hanno fatto tutto bene. “Potevo fare meglio”, “Qui non è proprio perfetto”, “ Non è andata come volevo”.
L’adolescenza è il periodo dei cambiamenti per antonomasia. I ragazzi e le ragazze devono fare i conti con un corpo che cambia velocemente e l’aspetto estetico diventa per loro un elemento fondamentale per essere accettati dal mondo circostante e da sé stessi. L’adolescenza è il periodo più arduo da affrontare per ciascun ragazzo, costretto a fare i conti col corpo che cambia e che, spesso, non è conforme a quei canoni di bellezza e perfezione proposti da web e social e che, ad onore del vero, non hanno alcun motivo per essere invidiati, visto che ognuno è unico e, perciò tanto speciale.
Senza dubbio fare i conti col corpo che cambia, oltretutto così velocemente, non può non essere a dir poco “traumatico”.
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Ed è per questo che l’aspetto estetico diviene l’elemento fondamentale per essere accettato dal mondo circostante e finanche da se stessi.
Non a caso è difficile che un adolescente che si guarda allo specchio si ritenga soddisfatto da quel che vede. Perché ciascuno è portato a focalizzarsi solamente sui difetti e su aspetti che vorrebbe cambiare e migliorare.
E, a dirla tutta, se ciò è vero per gli adolescenti, va altresì aggiunto che noi adulti non siamo da meno… Mai soddisfatti!
Va d’altro canto considerato che gli adolescenti, più in particolare, desiderano cambiare per adeguarsi a modelli proposti da web e social, unicamente incentrati sull’estetica e, dunque, sulla sola bellezza esteriore. Canoni di bellezza che, spesso – fin troppo spesso! – sono impostati su modelli a dir poco “irraggiungibili”.
E, del resto, la costante esposizione a foto ed immagini di corpi perfetti e magri non avrebbe potuto non influenzare negativamente la soddisfazione verso il proprio aspetto estetico, al contempo aumentando la frustrazione per non riuscire a raggiungere quegli stessi standard e, invero, quei modelli del tutto ideali!
Difficilmente un adolescente che si guarda allo specchio sarà soddisfatto da ciò che vede.
Sono portati a focalizzarsi solamente su quelli che considerano difetti e su quello che vorrebbero cambiare di se stessi.
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Soprattutto cambiare per adeguarsi a modelli social proposti incentrati sulla bellezza e nello specifico su determinati canoni di bellezza troppo spesso irraggiungibili.
La costante esposizione a foto e immagini di corpi “perfetti” e magri, influenza negativamente la soddisfazione verso il proprio aspetto estetico. Ed aumenta anche la frustrazione per non riuscire a raggiungere quegli standard e quei modelli ideali.
Innegabile, quindi, che web e social siano giunti a rivestire un ruolo fondamentale, oltre ad un peso incisivo nella vita della maggior parte degli adolescenti: a confermarlo sono i dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza che evidenziano come 6 adolescenti su 10 ritengano la donna magra maggiormente accettata e riconosciuta da un punto di vista sociale.
Ecco perché, a fronte di tanti e tali preconcetti, è normale che si continuino a ricercare corpi perfetti e magri, oltretutto inseguendo modelli che si riferiscono solo ed esclusivamente ai social. Magari al solo fine di ottenere il maggiori numero possibile di like e follower!
E, in effetti, il 55% degli adolescenti dai 14 ai 19 anni si sente influenzato dai modelli lanciati da blogger ed influencer. Non pochi, inoltre, sono coloro che confidano che vedere corpi magri e perfetti in TV e su internet gli fa desiderare di divenire altrettanto perfetti e, perciò, di patire non poco non riuscendovi.
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E quel che è peggio è che 3 ragazzi su 10, tra gli 11 e i 18 anni, sono arrivati ad utilizzare profili fake, proprio al fine di sentirsi accettati e non essere “bullizzati”, vergognandosi loro in primis del proprio aspetto fisico. Un ulteriore allarmante dato ha, poi, fatto emergere che il 40% degli adolescenti ha aperto il proprio profilo prima dei 12 anni; mentre oltre l’80% lo ha aperto all’età di 14… Anche se sarebbe vietato! Certo è che accettare il proprio corpo è un percorso lungo: una storia d’amore con se stessi che non deve dipendere dal parere esterno.
Per questo occorre lavorare in un’ottica di prevenzione, avviando percorsi educativi sia per i ragazzi che per i bambini, andando ben oltre mere nozioni teoriche.
Un percorso che spetta, al tempo stesso, alle famiglie e alle scuole, improntato su attività educative volte ad insegnare l’amore per se stessi, rimettendo il corpo al centro, non solo per come appare ma anche per come si sente, per tutti i segnali che ci invia.
Perché insegnare agli adolescenti, fin da bambini, a sviluppare un’idea di benessere a 360° non dipende solo da peso, muscoli o ventre.
Non a caso, ognuno ha un’immagine unica e diversa da costudire e coltivare, come un tesoro prezioso da proteggere e non certo da uniformare ad insulsi cliché, proposti – ma, invero, imposti – da ancor più insulse mode… esclusivamente estetiche!
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