mercoledì 12 giugno 2013

Educatori si diventa!

Parrocchia Maria SS. delle Grazie
 Corleone
Aprile/Giugno 2013

Percorso di Crescita e Formazione

“Educatori si diventa”

“Educatore,
se tu rallenti  essi si perderanno,
se ti scoraggi essi si fiaccheranno,
se ti siedi essi si coricheranno,
se tu dubiti essi si disperderanno,
se tu vai innanzi essi ti supereranno,
se tu doni la tua mano,
essi doneranno la vita,
se tu preghi essi saranno santi.
Che tu sia sempre l’educatore che non rallenta,
che non si scoraggia, che non dubita,
ma va innanzi, dona la mano, prega”.
San Giovanni Bosco. 

Rispondere ad un invito così importante, quello cioè di accompagnare i fanciulli verso una via, anzi la Via che conduce alla fonte della gioia, quella vera, che certamente il mondo non dà, è, per ciascuno di noi un compito molto arduo e denso di responsabilità. Ma, se mi soffermo un attimo sulla qualità della risposta che io sono chiamato a dare, mi accorgo che questa non può essere vacillante, incerta e ancora peggio confusa, ma deve necessariamente possedere il germe della stabilità, della certezza o sicurezza, e soprattutto deve essere chiara e in linea con il tempo storico che stiamo vivendo. I bambini, chi li conosce bene, in realtà chiedono soprattutto che l’altro, colui che è chiamato ad educare, sappia coniugare bene tutte queste cose amalgamandole con amore. Quando dentro di noi sentiamo il bisogno di accompagnare nella crescita un gruppo di bambini, o di ragazzi, ci chiediamo spesso se siamo all’altezza, se possediamo le qualità necessarie per permettere ai bambini e ai ragazzi di riflettere su temi importanti,  da cui dipendono le scelte, il benessere psicologico e ogni tipo di esperienza. Siamo consapevoli che le nostre certezze e/o incertezze diventeranno anche le certezze dei bambini che ci vengono affidati. Sicuramente dietro un bisogno così nobile di prendersi cura dei più piccoli si nasconde una personalità altruista e desiderosa di fare agli altri del bene, di “dare” più che di “ricevere”. Io educatore sono chiamato a testimoniare un Incontro, quello che in me ha provocato un cambiamento. Grazie a quell’Incontro ho iniziato a dare priorità alle cose importanti, che salvano, ad abbandonare modalità e atteggiamenti egoistici e orientati al proprio tornaconto per assumere una condizione di uomo nuovo, libero da paure e preconcetti. Comunico libertà insieme ad appartenenza, due cose che costituiscono le parti di una stessa condizione quella in cui vive la persona che ha ricevuto il dono di incontrare Dio nel suo percorso di vita.  Educare è comunicare. Ha inizio con la parola ed è la parola stessa che, in primis arriva all’altro. La comunicazione è il canale attraverso il quale ciascuno lascia passare ciò che è, come stà e tutta la sfera delle proprie emozioni. Dietro il “sapere” c’è sempre un “io”che lo accompagna. La comunicazione è efficace quando il messaggio che io voglio intenzionalmente fare arrivare segue  delle regole essenziali, ricordiamo le 12 barriere della Comunicazione di Thomas Gordon ( non ordina o comanda, non minaccia, non offre soluzioni gratuite, non cerca di persuadere, non giudica non critica, non ridicolizza, non etichetta, non offende ecc,)  che rispettano la libertà e la diversità dell’altro. La personalità di ognuno di noi è un complesso di esperienze passate, presenti e di prospettive future, che s’intersecano tra di loro a volte in maniera poco chiara. Non è infatti raro che, a volte,soprattutto nei periodi di forte stanchezza, ci  sentiamo disorientati e incapaci di scegliere un percorso da seguire senza interruzioni. L’atteggiamento in questi casi spesso è quello di andare avanti comunque, fiduciosi che passerà!   La consapevolezza di essere fragili e di avere bisogno gli uni degli altri, di confrontarsi e di allargare i propri orizzonti ci permette di comunicare a chi ci sta accanto gli atteggiamenti di base che un educatore deve possedere, cioè l’umiltà e la voglia di migliorasi sempre!!
Come Maria.

Maria Cristina Siino

























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