Parrocchia
Maria SS. delle Grazie
Corleone
Aprile/Giugno 2013
Percorso di Crescita e Formazione
“Educatori si diventa”
“Educatore,
se tu
rallenti essi si
perderanno,
se ti
scoraggi essi si fiaccheranno,
se ti
siedi essi si coricheranno,
se tu
dubiti essi si disperderanno,
se tu vai
innanzi essi ti supereranno,
se tu
doni la tua mano,
essi
doneranno la vita,
se tu
preghi essi saranno santi.
Che tu
sia sempre l’educatore che non rallenta,
che non
si scoraggia, che non dubita,
ma va
innanzi, dona la mano, prega”.
San
Giovanni Bosco.
Rispondere
ad un invito così importante, quello cioè di accompagnare i fanciulli verso una
via, anzi la Via che conduce alla fonte della gioia, quella vera, che
certamente il mondo non dà, è, per ciascuno di noi un compito molto arduo e
denso di responsabilità. Ma, se mi soffermo un attimo sulla qualità della risposta che io sono chiamato
a dare, mi accorgo che questa non
può essere vacillante, incerta e ancora peggio confusa, ma deve necessariamente
possedere il germe della stabilità,
della certezza o sicurezza, e soprattutto deve essere chiara e in linea con il tempo storico che stiamo
vivendo. I bambini, chi li conosce bene, in realtà chiedono soprattutto che
l’altro, colui che è chiamato ad educare, sappia
coniugare bene tutte queste cose amalgamandole
con amore. Quando dentro di noi sentiamo il bisogno di accompagnare nella
crescita un gruppo di bambini, o di ragazzi, ci chiediamo spesso se siamo
all’altezza, se possediamo le qualità necessarie per permettere ai bambini e ai
ragazzi di riflettere su temi importanti,
da cui dipendono le scelte, il benessere psicologico e ogni tipo di
esperienza. Siamo consapevoli che le
nostre certezze e/o incertezze diventeranno anche le certezze dei bambini che
ci vengono affidati. Sicuramente dietro un bisogno così nobile di prendersi
cura dei più piccoli si nasconde una personalità altruista e desiderosa di fare
agli altri del bene, di “dare” più che
di “ricevere”. Io educatore sono
chiamato a testimoniare un Incontro, quello che in me ha provocato un
cambiamento. Grazie a quell’Incontro ho iniziato a dare priorità alle cose importanti, che salvano, ad abbandonare modalità e atteggiamenti egoistici e orientati al
proprio tornaconto per assumere una condizione di uomo nuovo, libero da paure e
preconcetti. Comunico libertà insieme ad
appartenenza, due cose che costituiscono le parti di una stessa condizione
quella in cui vive la persona che ha ricevuto il dono di incontrare Dio nel suo percorso di vita. Educare è comunicare. Ha inizio con la parola ed è la
parola stessa che, in primis arriva all’altro. La comunicazione è il canale
attraverso il quale ciascuno lascia passare ciò che è, come stà e tutta la
sfera delle proprie emozioni. Dietro il “sapere” c’è sempre un “io”che lo
accompagna. La comunicazione è efficace quando il messaggio che io
voglio intenzionalmente fare arrivare segue
delle regole essenziali, ricordiamo le 12 barriere della Comunicazione
di Thomas Gordon ( non ordina o comanda, non minaccia, non offre soluzioni
gratuite, non cerca di persuadere, non giudica non critica, non ridicolizza,
non etichetta, non offende ecc,) che rispettano
la libertà e la diversità dell’altro. La personalità di ognuno di noi è un
complesso di esperienze passate, presenti e di prospettive future, che
s’intersecano tra di loro a volte in maniera poco chiara. Non è infatti raro
che, a volte,soprattutto nei periodi di forte stanchezza, ci sentiamo disorientati e incapaci di scegliere
un percorso da seguire senza interruzioni. L’atteggiamento in questi casi
spesso è quello di andare avanti comunque, fiduciosi che passerà! La consapevolezza di essere fragili e
di avere bisogno gli uni degli altri, di confrontarsi e di allargare i propri
orizzonti ci permette di comunicare a chi ci sta accanto gli atteggiamenti di
base che un educatore deve possedere, cioè l’umiltà e la voglia di
migliorasi sempre!!
Come Maria.
Maria Cristina Siino
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