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San Giovanni Maria Vianney
-Curato d’Ars-
"Ho visto Dio in un uomo”.
Il santo Curato d'Ars, il patrono dei sacerdoti
C’è sempre
qualcosa di nuovo da dire su San Giovanni Maria Vianney (1786-1859), che è stato uno dei più grandi santi del XIX
secolo. La sua vita presenta così tante diverse sfaccettature che c’è
sempre una nuova lezione che possiamo trarne. Nei primi decenni del XIX secolo
è un seminarista povero, povero non solo di beni ma d’intelligenza: la sua
mente è piccola. Deve fare uno sforzo
straordinario per seguire gli studi in seminario ed è bocciato per due volte
all’esame finale. Le sue deficienze
intellettuali preoccupano molto i superiori: lo si deve ordinare sacerdote?
Finalmente, a trent’anni ce la fa per un pelo a passare l’esame, ed è ordinato.
Il vescovo manda questo sacerdote, poco dotato, in un paesino, il villaggio di
Ars. Qui inizia una vita sacerdotale che, contro ogni attesa, illuminerà con la
sua luce prima tutta l’Europa, poi tutto il mondo. Pio XI lo canonizzerà nel
1925 e sarà proclamato patrono di tutti
i parroci cattolici. Benché negli anni del seminario non avesse mostrato
nessuna delle qualità naturali che caratterizzano un sacerdote eccezionale,
diventa un magnifico prete, uno straordinario apostolo, un confessore di raro
discernimento e un predicatore di profonda influenza sulle anime. Che cos’era
successo perché quel seminarista un po’
ottuso diventasse un sacerdote così straordinario ed efficiente? Risponde Santa Teresa di Lisieux (1873-1897): “Per
l’amore non c’è nulla d’impossibile”. Quello che la santa vuole dire è che chi veramente ama Dio, otterrà sempre i mezzi per compiere l’opera cui la Divina
Provvidenza lo chiama. Questo si applica perfettamente a San Giovanni Maria
Vianney.
Siamo di fronte a un predicatore straordinario. Si prepara
le prediche meglio che può, poi se le studia. Ma quando le espone, parla con tanta convinzione, con tanto
ardente amore per Dio, con parole così benedette che la grazia di questi
sermoni si comunica e tocca tutti coloro che li ascoltano. Non ha una voce forte, e a quel tempo non ci
sono microfoni, il che significa che le folle che si radunano ad Ars per
ascoltarlo e riempiono la chiesa e anche il sagrato spesso non riescono a
sentirlo. E tuttavia le cronache riferiscono di conversioni anche fra coloro che sentono qualche frase ma non la
predica nella sua interezza. E perfino fra persone che non sentono una
parola: basta loro vederlo. Nella sua opera fondamentale “L’anima di ogni apostolato”, il benedettino don Jean-Baptiste Chautard (1858-1935) riferisce questo episodio
significativo. Un avvocato anticlericale va ad Ars sperando di ridere a spese di “quell’ignorante del
parroco”. Ma torna a casa convertito. Agli amici che gli chiedono: “Ma dunque
che cos’hai visto ad Ars?”, risponde:” Ho
visto Dio in un uomo”. Cioè: la
presenza di Dio si vedeva in San Giovanni Maria Vianney. Chiunque poteva accorgersi che Dio era con
lui, anzi era in lui.
È anche un martire
del confessionale: ci passa ore e ore confessando e consigliando. Non ci
rendiamo conto di quale martirio sia passare lunghe ore a sentire le
sciocchezze morali che le persone commettono ogni giorno. In confessionale, segue il consiglio di sant’Alfonso Maria
de’ Liguori (1696-1787), il quale
raccomanda ai confessori di non avere fretta, di essere pazienti, di
considerare ogni penitente come se fosse l’unica persona da ascoltare quel
giorno e di aiutarlo a vincere i suoi peccati uno per uno. Così San
Giovanni Maria Vianney sfida in battaglia tutti i peccati, insiste sulla
pratica delle virtù, consiglia il buon comportamento, e spesso nega le assoluzioni. Se non percepisce una seria volontà
di correggersi, nega l’assoluzione al penitente. Questo santo straordinario passa tutta la sua giornata in Chiesa: sul
pulpito, in confessionale o all’altare. Si potrebbe pensare che alla sera,
tornato a casa, possa almeno godersi il meritato riposo. Niente affatto:
comincia una nuova lotta, questa volta
contro il Diavolo. Per decenni quasi ogni
notte combatte il Diavolo – che chiama Grappino – che ogni notte lo assale fisicamente e lo tormenta con rumori assordanti e
ingiurie. Nelle notti precedenti alla confessione di un peccatore
particolarmente dominato dal Demonio, quest’ultimo si scatena particolarmente
contro il Santo. Una volta dà perfino fuoco
al suo materasso. In risposta, San Giovanni Maria Vianney ricorre sempre di
più alla penitenza e alla preghiera per ottenere
da Dio le grazie necessarie a convertire i peccatori. È molto bello meditare su come la Divina Provvidenza, per
accrescere ancora il suo apostolato, gli conceda
il dono dei miracoli. In effetti, ne compie molti. Ma si guarda bene dall’attribuirli a se stesso. Costruisce nella
sua chiesa un altare dedicato a Santa
Filomena vergine e martire (secondo la tradizione 291-304, ma incertezze
sui dati storici hanno portato alla sua rimozione dal calendario dei santi),
cui attribuisce tutti i suoi miracoli. Si racconta di un fatto straordinario
che rivela il suo dono di leggere nelle
anime, quello che tecnicamente si chiama il discernimento degli spiriti.
Questo fatto è riferito da una sua penitente, una giovane che apparteneva alle
Figlie di Maria. Va a confessarsi dal Curato d’Ars. Appena s’inginocchia, il Santo comincia a raccontarle la storia
della sua vita.
04 Agosto 2023
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