Quarta
stazione
GESU'
INCONTRA SUA MADRE
Ti adoriamo Cristo e ti
benediciamo
Perché con la sua santa
croce hai redento il mondo
"Ora a
Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che
aspettava il conforto di Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli
aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il
Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i
genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le
braccia e benedisse Dio: "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in
pace secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria
del tuo popolo Israele”. Poi parlò a Maria, sua madre: "Egli é qui per la
rovina e la resurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano
svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà
l'anima".
Certezza di essere amati da Dio
Guida:
Tra la folla
che segue Gesù come poteva non esservi sua Madre, anche se i Vangeli registrano
la sua presenza accanto al Figlio soltanto ai piedi della croce? Cosa avrà
fatto Maria per seguire Gesù! Come avrebbe voluto rialzarlo da terra, aiutarlo
a portare la croce! La scena rimanda al dolore di tante madri di figli oppressi
dai problemi più diversi. E quante volte le madri non possono fare nulla per
loro!Spesso
ci sentiamo trascurati da Dio, ma non è così: è al nostro fianco, come Maria
con Gesù. Questo il santo lo sa e vive con la certezza di essere amato da Dio.
L’amore
di una madre
Lettore: Era il nostro primo bambino
e aveva un anno quando il medico disse: “Leucemia!”.
Allora
è cominciata l’altalena delle speranze e delle delusioni, dei ricoveri in
ospedale e dei ritorni a casa. Dopo quattro anni il mio coraggio è crollato.
Non riuscivo più a sopportare la sua sofferenza, la mai, quella di mio marito.
Continuavo
a ripetere: “Se Dio fosse buono…”.
E non
sono più riuscita a pregare. Era impossibile. Quell’anno nostro figlio è morto.
Mentre
lo lavavo e lo vestivo per l’ultima volta, gli ripetevo: “Se Dio esiste, se è
buono, riconciliami con lui”. Ma per quanti sforzi facessi, non riuscivo ad
uscire dalle tenebre.
Poi un
giorno incontrai un prete straordinariamente buono e umano.
Ogni
volta che lo vedevo mi sembrava d’incontrare il Signore.
Piano
piano ricominciai a pregare: “Tu hai detto: chi cerca trova Signore, …spiegami
la sofferenza”. Ed ecco la risposta alla mia preghiera: si può amare qualcuno
alla follia, e ciò nonostante assistere alla sua sofferenza senza intervenire.
È il
ricordo di un episodio accaduto in ospedale che me l’ha fatto capire. Il nostro
bambino era steso con mani e piedi legati alle sbarre del lettino per
impedirgli di strappare via la trasfusione che doveva salvarlo. Appena ci vide
i suoi occhi s’illuminarono: ecco papà e mamma che vengono a liberarmi!
Invece
restammo lì un’ora intera, una lunga, interminabile ora, ascoltando i suoi
lamenti e le sue preghiere, senza fare nulla. Senza slegarlo per stringerlo tra
le nostre braccia.
Era
necessario, indispensabile, che sopportasse quella sofferenza, ma per lui la
cosa era assolutamente incomprensibile.
Davanti
a Dio siamo tutti dei bambini che soffrono e chiamano. Qualche volta sembra che
Lui non ci ascolti, e allora dubitiamo del suo amore.
Eppure,
chi oserebbe dire che non amavo il mio bambino, che non soffrivo con lui!
(Chiara
T., 28 anni)
Preghiamo:
Padre di
infinito amore, fa’ che i giorni della nostra vita trascorrano sotto lo sguardo
materno e vigile di Maria, la madre di Gesù e la madre nostra. Rendici come lei
docili e pronti al compimento della tua parola. Amen.
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