martedì 13 agosto 2024

Sant' Ippolito: sacerdote e martire

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Primo antipapa della storia della Chiesa;
 prima della morte si riconciliò
 con il papa legittimo, Ponziano,
 insieme al quale subì il martirio.




Il 13 agosto, 13 colpi di cannone annunciano che è un giorno di festa: è la tua festa Sant’Ippolito Martire! È la festa di tutta Gioia Tauro che si è stretta attorno al suo Santo ed amato Patrono. Una storia tormentata la sua, una vita dedicata a difendere il suo credo che lo ha portato al martirio.
Deriva dall'antico nome greco Hippolytos, è composto dalle radici greche híppos, (cavallo) e "sciogliere", e il significato è dunque colui che scioglie i cavalli. Ippolito celebra la festa assieme a un altro santo martire, Ponziano, alle cui vicende la sua vita fu drammaticamente legata. Ponziano sedeva sul soglio di Pietro, essendo succeduto a Urbano nel 230, mentre la comunità cristiana godeva di un periodo di relativa tranquillità; era imperatore Alessandro Severo.

La chiesa viveva con gioia la ritrovata pace, quando un coltissimo prete, Ippolito appunto, moralista rigidissimo e sospettoso, cominciò ad accusare papa Ponziano di troppa indulgenza, di troppa tolleranza. E un giorno alle accuse fece succedere un'aperta ribellione, diventando il primo antipapa della storia del cristianesimo. Antipapa in buona fede, perché la sua ribellione era ispirata da zelo eccessivo. Però la divisione pesava nel cuore della cristianità. Ma ci pensò il nuovo imperatore, Massimino, a dirimere la questione. Per lui papa e antipapa erano ambedue nemici dell'impero, ed esiliò entrambi nelle miniere di Sardegna.

Ponziano, più mite e umile di Ippolito, per non lasciar la chiesa senza guida, rinunziò subito al pontificato in favore del greco Antero. Il suo gesto fu presto seguito dallo stesso Ippolito che, capito l'errore, sciolse la sua chiesa invitando i fedeli a riunirsi alla vera comunità cristiana.
Di lì a poco tempo, Ponziano e Ippolito finalmente pacificati, subivano la medesima sorte, morendo in seguito alle sofferenze patite nelle miniere di sale. La chiesa li venera ambedue come martiri.
La trasmissione della memoria è segnata da uomini e donne capaci di vivere quanto lo stesso Ippolito ha testimoniato con il sacrificio, con il Martirio, e cioè la verità del Vangelo. E sull’esempio dei Santi che hanno edificato la loro vita sulla Parola di Dio, dobbiamo impegnarci a consegnare ed a trasmettere alle nuove generazioni la bellezza e la gioia della Fede.

"O glorioso sant'Ippolito, che sacrificaste
 il sangue e la vita per confessare la fede,
 otteneteci dal Signore la grazia di essere come
 voi disposti a soffrire per amor suo qualunque 
affronto e qualunque tormento, anzichè perdere
 una sola delle cristiane virtù; fate che, in mancanza di carnefici, 
sappiamo noi stessi mortificare la nostra carne 
con gli esercizi di penitenza, affinchè morendo
 volontariamente al mondo e a noi medesimi, meritiamo di vivere a 
Dio in questa vita, per vivere poi con Dio per tutti i secoli dei secoli. "
Amen.

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